Vivere la gioia dell’amore in famiglia (VI): Trovare le risposte

Non ci sono risposte preconfezionate da dare ai propri figli: questa è l’esperienza di Valeria e Massimo. In occasione dell’anno “Famiglia Amoris Laetitia”, proponiamo una serie di testimonianze di famiglie che vivono le sfide di ogni giorno in una prospettiva cristiana.

“Una sera ci siamo organizzati per andare a cenare in pizzeria, solo noi due. Qualche giorno dopo, Francesco, il nostro primogenito, ce lo ha rinfacciato. Non è facile spiegare a un figlio di 11 anni che mamma e papà hanno bisogno dei loro spazi”.

Valeria e Massimo sono sposati dal 2009 e hanno tre figli, di 4, 7 e 11 anni. “Poco dopo esserci sposati - racconta Valeria - è arrivato Francesco. Da subito ho percepito la necessità di un aiuto: non sapevamo fare i genitori! Per un motivo di prossimità geografica abbiamo conosciuto la parrocchia di san Josemaría a Roma, e lì dei genitori che promuovevano il metodo Far Famiglia. Venivamo da un cammino di approfondimento della nostra vocazione matrimoniale tramite le catechesi di don Fabio Rosini [Direttore del Servizio per le Vocazioni della Diocesi di Roma ndr], che ci ha sposato e battezzato i nostri figli. Quasi per gioco abbiamo seguito i primi seminari di Far Famiglia[*]. Mi sono accorta che era proprio il mio”.

“La realizzazione dei Piani d'Azione, - aggiunge Massimo - grazie ai quali il bambino ha l'occasione di praticare un buon comportamento come la generosità o la laboriosità, e i testi molto chiari, ci piacciono. Certo, nei corsi di orientamento famigliare non ci sono tutte le risposte. Alcune risposte le scopriamo da soli, altre non ci sono e basta”.

C’è un problema? C’è un problema? Non fa niente, c’è un problema. Siamo abituati ad andare sempre avanti.

“I problemi logistici di tutti i giorni non ci spaventano eccessivamente, perché siamo due persone con caratteri strutturati, abbastanza propensi all’ordine. Dopo il rientro a scuola c’è l’impegno di portare i figli alle attività pomeridiane: rugby, inglese, pianoforte, pallanuoto e il club per ragazzi gestito da persone dell’Opus Dei. Quando c’è un problema organizzativo, rispondiamo con la nostra giaculatoria di sempre: C’è un problema? C’è un problema? Non fa niente, c’è un problema. Siamo abituati ad andare sempre avanti”.

La sfida, che non sai mai se stai vincendo, è quella di rimanere significativi.

“Come papà - continua Massimo - quello che più mi mette a disagio è la paura di vedere nei figli un confronto con altri pari di età che hanno un’educazione diversa. L’eccesso di pressioni esterne che potrebbe alterare la loro percezione della realtà, favorito anche dall’accesso a una grande quantità di informazioni. Il timore è quello che i nostri input diventino alcuni tra i tanti che arrivano continuamente ai figli. La sfida, che non sai mai se stai vincendo, è quella di rimanere significativi”.

Meditare con l’Amoris Laetitia

17. I genitori hanno il dovere di compiere con serietà la loro missione educativa, come insegnano spesso i sapienti della Bibbia (cfr Pr 3,11-12; 6,20-22; 13,1; 29,17). I figli sono chiamati ad accogliere e praticare il comandamento: «Onora tuo padre e tua madre» (Es 20,12), dove il verbo “onorare” indica l’adempimento degli impegni familiari e sociali nella loro pienezza, senza trascurarli con pretese scusanti religiose (cfr Mc 7,11-13). Infatti, «chi onora il padre espia i peccati, chi onora sua madre è come chi accumula tesori» (Sir 3,3-4).

18. Il Vangelo ci ricorda anche che i figli non sono una proprietà della famiglia, ma hanno davanti il loro personale cammino di vita. Se è vero che Gesù si presenta come modello di obbedienza ai suoi genitori terreni, stando loro sottomesso (cfr Lc 2,51), è pure certo che Egli mostra che la scelta di vita del figlio e la sua stessa vocazione cristiana possono esigere un distacco per realizzare la propria dedizione al Regno di Dio (cfr Mt 10,34-37; Lc 9,59-62). Di più, Egli stesso, a dodici anni, risponde a Maria e a Giuseppe che ha una missione più alta da compiere al di là della sua famiglia storica (cfr Lc 2,48-50). Perciò esalta la necessità di altri legami più profondi anche dentro le relazioni familiari: «Mia madre e i miei fratelli sono questi: coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica» (Lc 8,21). D’altra parte, nell’attenzione che Egli riserva ai bambini – considerati nella società del Vicino Oriente antico come soggetti privi di diritti particolari e come parte della proprietà familiare – Gesù arriva al punto di presentarli agli adulti quasi come maestri, per la loro fiducia semplice e spontanea verso gli altri: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli» (Mt 18,3-4).


[*]FarFamiglia è un’associazione di promozione sociale che ha il fine di supportare i genitori nel loro compito di primi educatori attraverso una metodologia specifica orientata alla crescita integrale dei figli come persone libere e responsabili e, per questo, centrata sull’educazione della volontà (educazione alle virtù). Per approfondire la conoscenza delle attività di Farfamiglia, si può visitare il sito www.farfamiglia.org.

Per approfondire il tema dell'orientamento familiare e conoscere altre associazioni che se ne occupano in Italia, visita il sito Oeffe - Orientamento Familiare. Le iniziative di orientamento familiare sono rappresentate a livello globale dalla Federazione Internazionale per lo Sviluppo delle Famiglie, IFFD (qui il sito in inglese o spagnolo).