100 anni di gratitudine (8) - L’ascolto come forma di carità

Elisa, medico di base in pensione, racconta della sua relazione con i pazienti e di quanto il semplice ascolto possa fare del bene. “100 anni di gratitudine” è una raccolta di testimonianze che accompagnano le Assemblee regionali dell’Opus Dei per il 2024.

La fiducia che don Josemaría riponeva nella preghiera dei malati e dei poveri nel momento gestazionale dell’Opus Dei, è stata costantemente trasmessa e vissuta e anch’io ho ne ho fatto esperienza, affidando alla preghiera dei bisognosi alcune mie intenzioni.

San Josemaría ha anche incoraggiato l’aiuto concreto ai bisognosi, che si declina in modo diverso a seconda delle circostanze.

Ho conosciuto l’Opus Dei al quarto anno di medicina grazie ad un’amica, e subito mi ha affascinato l'idea di poter amare con tutto il cuore Dio (come dice il Vangelo) facendo al meglio il mio lavoro, che in quel momento era lo studio. Ho capito che la formazione che potevo ricevere nell’Opus Dei si adattava perfettamente alla mia mentalità laicale, di battezzata “normale”, e alla passione per la professione medica, che non è solo diagnosi e terapia, ma anche relazioni umane. Per queste ragioni chiesi di fare parte dell’Opus Dei.

La povertà dei beni materiali, fisici e affettivi

Ho esercitato la professione di medico di base in provincia di Milano fino al 2019, anno del pensionamento. Essere medico ed esercitare la professione sul territorio è stata per me un’opportunità privilegiata per impattare la realtà della povertà, intesa non solo come mancanza di beni materiali, ma anche fisici e affettivi.

Mi sono resa conto del bisogno di relazione che hanno persone con ridotta autonomia e che vivono sole; l’aiuto che si può offrire a volte è semplicemente l’ascolto. Ho scoperto una grande ricchezza nel cuore di ogni persona nelle più svariate circostanze di vita e una impensata apertura all’aspetto spirituale.

Ho presente le visite dei pazienti al loro domicilio; quando sono a loro agio- e c’è più tempo per l’ascolto - possono aprirsi a confidenze, come il caso di un vedovo con l’unico figlio residente in un’altra città, che mi ha confidato il suo rammarico per non aver dedicato tutto il tempo che avrebbe voluto alla famiglia scegliendo di lavorare - spesso in trasferta - per garantire un maggiore benessere materiale ai propri cari.

Pregare insieme ai pazienti

È stato bello coinvolgere i miei pazienti nella preghiera per alcune intenzioni anche personali e posso dire che mi sono sempre sentita molto sostenuta. A volte qualcuno mi ha chiesto persino l’esito dell’intenzione di preghiera. L’estate scorsa, per esempio, ho chiesto preghiere ad un ospite di una RSA per un lavoro impegnativo che mi è stato richiesto e malgrado le difficoltà incontrate il risultato è stato molto soddisfacente.

Attualmente svolgo la professione come volontaria in una RSA e ascolto volentieri i racconti degli ospiti in occasione delle visite di controllo. È una condivisione che riempie di gioia chi parla e trova qualcuno che ascolta con interesse; chi ascolta viene arricchito da esperienze spesso conosciute solo sui libri. Un ospite centenario mi ha raccontato, per esempio, il periodo della sua prigionia nel corso della seconda guerra mondiale e una sarta mi ha condiviso il racconto di aver conosciuto un famoso personaggio della moda all’esordio della professione, perché avevano il laboratorio di sartoria nella stessa zona.

Le relazioni di stima e fiducia hanno facilitato l’approccio spirituale. Abitualmente propongo il Sacramento dell'Unzione degli infermi, quando mi sembra arrivato il momento, e mi è capitato più volte di partecipare insieme alla famiglia all’amministrazione del sacramento. Una volta, dopo la visita del sacerdote a un paziente, sua moglie mi ha ringraziato perché con l’occasione ha potuto confessarsi anche lei e ricevere l'Eucaristia.

Associazione Tempo Insieme

Al di fuori dell’ambito professionale e in continuità col desiderio di fare compagnia a persone sole, mi sono iscritta all’Associazione Tempo insieme fondata l’anno scorso da un gruppo di amiche dell’Opus Dei - di cui tre medici - con l’obiettivo di incoraggiare il volontariato e raggiungere tutti coloro che ne facciano richiesta. Al momento siamo una ventina di soci distribuiti per la maggior parte nel milanese, mettiamo a disposizione del tempo per stare con le persone e come sempre succede siamo noi volontari ad arricchirci in umanità.

La mia breve esperienza nell’Associazione Tempo insieme è molto positiva; inizialmente ho scelto di fare il jolly, cioè di mettermi a disposizione per eventuali sostituzioni così ho potuto leggere ad un'anziana ipovedente un testo di suo gusto e al termine mi ha parlato della sua gioventù. Ho accompagnato altre persone a visite mediche o in palestra, sempre ascoltando interessanti racconti di tempi passati. Speriamo in abbondanti iscrizioni: le richieste sono molte e a questo scopo abbiamo stampato un dépliant che rimanda al sito.


“100 anni di gratitudine” è una raccolta di testimonianze che accompagnano le Assemblee regionali dell’Opus Dei per il 2024. Clicca qui per leggere le testimonianze pubblicate finora, o per approfondire i temi delle Assemblee regionali.