«Accompagnavo Cetti, la mia fidanzata, agli incontri di formazione cristiana che nell’Opus Dei si chiamano “circoli”. Ogni volta che ritornava, la vedevo sempre più felice».
Giovanni, consulente finanziario, ha ricevuto il dono della fede in famiglia, specialmente grazie alla testimonianza di suo nonno: «Terziario francescano, perse improvvisamente la vista a 85 anni e trascorse gli ultimi dieci anni della sua vita immobilizzato a letto, ma sempre con il sorriso».

Prima di conoscere l'Opus Dei grazie alla sua fidanzata poi divenuta moglie, Giovanni aveva un'immagine distorta dell'Opera, influenzata soprattutto dal famoso libro di Dan Brown: «Il primo giorno che ho conosciuto Cetti - racconta Giovanni -, mi parlò del Signore e mi disse che voleva sposarsi. Sin da subito ci siamo trovati in sintonia, desideravamo entrambi costruire una famiglia. È stato san Josemaría a volerci far incontrare».
Dopo due anni di fidanzamento, hanno deciso di sposarsi, e Giovanni ha iniziato un percorso di catechesi per ricevere il sacramento della Cresima: «Con la scusa della Cresima, Cetti mi presentò Gaetano, che è un padre di famiglia, professionista e fedele dell’Opus Dei. Gaetano mi guidò nella preparazione per questo sacramento, ma senza parlarmi mai dell’Opus Dei o di san Josemaria. Questo percorso mi ha aiutato a scoprire molto di più su me stesso e sulla mia relazione con Dio».
Frutti della vocazione? Guadagnare di meno
«Quando ho iniziato a frequentare le attività di formazione cristiana dell’Opus Dei, il messaggio di san Josemaría mi ha colpito profondamente - prosegue Giovanni -. La santità nell’ordinarietà mi è sembrata una rivoluzione. Prima, pensavo che essere santo fosse qualcosa di irraggiungibile».
Da quando Giovanni ha conosciuto il messaggio di san Josemaría, diventando poi un fedele soprannumerario dell’Opus Dei, anche il suo approccio al lavoro è cambiato: «Per sintetizzare, potrei dire che guadagno molto meno di prima, perché utilizzo degli strumenti più economici per i miei clienti, ma che richiedono più ore di lavoro e dedizione da parte mia. Nonostante questo e il fatto che mia moglie abbia rinunciato alla sua crescita professionale per dedicarsi con più disponibilità alla famiglia, non ci è mai mancato nulla. Ogni giorno affido il mio lavoro al Signore: quando vado a Messa, mi inginocchio e metto tutto nelle Sue mani, chiedendo a san Josemaria di intercedere per me».

Un bel ritiro comodo
Giovanni ricorda con grande affetto il suo primo corso di ritiro: «Io vengo dall’Azione Cattolica, dove i ritiri sono delle attività spirituali ma anche ricreative e sportive. Prima di partire per questa attività, un mio amico mi consigliò, forse scherzando, di portare abbigliamento sportivo. Nell’Opus Dei i ritiri sono dei periodi di preghiera nei quali si cerca, nei limiti del possibile, di rispettare il silenzio per favorire il raccoglimento. Io non ne avevo idea, e il primo giorno mi presentai a colazione in tuta e scarpe da ginnastica: grande imbarazzo!».
«Un’altra cosa che proprio non conoscevo erano le meditazioni - prosegue Giovanni -, che sono guidate da un sacerdote che dialoga ad alta voce con il Signore presente nel Tabernacolo, in modo da aiutare i presenti a parlare a tu per tu con Gesù. Mi presentai a una meditazione e risposi ad alta voce a una domanda del sacerdote, che invece era rivolta al Signore: qualcuno dei presenti si fece una risata, mentre una persona mi spiegava, con comprensione, che non c’era bisogno di rispondere ad alta voce alle domande, ma bastava farlo interiormente per parlarne con Gesù».
Un messaggio ancora tutto da scoprire
Per Giovanni la rivoluzione del messaggio di San Josemaría sta proprio nella sua semplicità e potenza: «La santità nell'ordinarietà è qualcosa che ancora molte persone non comprendono appieno. Mi ha dato la possibilità di distaccarmi dal denaro e di pensare più agli altri». Questo cambiamento si riflette anche nel suo impegno come marito e padre: «Ogni giorno ci innamoriamo e ci scontriamo, ma è nei piccoli litigi quotidiani che impariamo a conoscerci meglio. La stima e il rispetto sono fondamentali, e sono certo che è il Signore a darci la forza di andare avanti insieme».