Che cos’è la Confermazione (o Cresima)?

La Confermazione, chiamata anche Cresima, è uno dei sacramenti della Chiesa, ma qual è il suo significato e che effetti ha nell’anima del cristiano? Chi può riceverlo? Rispondiamo alle domande più abituali sul sacramento della Confermazione.

Sommario

1. La Confermazione nella Bibbia e nella storia della Chiesa

2. Il rito della Confermazione (o Cresima)

3. Gli effetti del sacramento della Confermazione

4. Chi può ricevere questo sacramento?

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La Confermazione è uno dei sacramenti della Chiesa. Con il Battesimo e l’Eucaristia costituisce l’insieme dei “sacramenti dell’iniziazione cristiana”, vale a dire, dei sacramenti che è indispensabile ricevere per ottenere la pienezza della grazia che riceviamo nel Battesimo.

La Confermazione vincola più intimamente alla Chiesa e arricchisce di una speciale forza dello Spirito Santo, e in questo modo coloro che la ricevono sono obbligati a diffondere e a difendere la fede mediante la parola e le opere, come veri testimoni di Cristo.

(Costituzione Lumen Gentium, 11 | Catechismo della Chiesa Cattolica, 1285)

1. La Cresima nella Bibbia e nella storia della Chiesa

Nell’Antico Testamento i profeti annunciarono che lo Spirito del Signore avrebbe riposato sul Messia atteso. Nel libro del profeta Isaia si mettono sulle labbra del Messia le seguenti parole: «La Spirito del Signore Dio è su di me, perché il Signore mi ha consacrato con l’unzione; mi ha mandato a portare il lieto annunzio ai poveri» (Is 61, 1).

Qualcosa di simile è annunciato anche per l’intero popolo di Dio; ai suoi membri Dio dice: «Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo i miei precetti» (Ez 36, 27).

La discesa dello Spirito Santo su Gesù durante il battesimo datogli da Giovanni, fu il segno che Egli era colui che doveva venire, il Messia, il Figlio di Dio. Essendo stato concepito per opera dello Spirito Santo, tutta la sua vita e tutta la sua missione si compiono in una assoluta comunione con lo Spirito Santo che il Padre gli dà «senza misura».

Cristo aveva promesso ripetutamente l’effusione dello Spirito, promessa da Lui adempiuta per la prima volta il giorno di Pasqua e poi, in maniera più evidente, il giorno di Pentecoste. Pieni di Spirito Santo, gli Apostoli cominciarono a proclamare «le meraviglie di Dio» e Pietro dichiara che questa effusione dello Spirito è il segno dei tempi messianici. Gli Atti degli Apostoli raccontano che coloro che credettero alla predicazione apostolica e si fecero battezzare, ricevettero a loro volta il dono dello Spirito Santo mediante l’imposizione delle mani e la preghiera. È questa imposizione delle mani che è stata considerata ben a ragione dalla tradizione cattolica come la primitiva origine del sacramento della Confermazione, che nella Chiesa perpetua la grazia di Pentecoste.

Questo quadro biblico si completa con la tradizione paolina e giovannea che lega i concetti di «unzione» e di «sigillo» con lo Spirito effuso sui cristiani. Quest’ultimo trovò espressione liturgica già nei più antichi documenti con l’unzione del candidato con olio profumato. Tale unzione spiega il nome di “cristiano”, che significa “unto” e che ha origine nel nome di Cristo, che “Dio unse con lo Spirito Santo”. E il rito dell’unzione esiste fino ai nostri giorni sia in Oriente che in Occidente. Ecco perché in Oriente questo sacramento si chiama crismazione, unzione con il crisma, o myron, che significa “crisma”. In Occidente il nome di Confermazione suggerisce che questo sacramento, contemporaneamente, conferma il Battesimo e rafforza la grazia battesimale.

Come si legge negli Atti degli Apostoli, questo sacramento si praticava già nella Chiesa primitiva: «Frattanto gli Apostoli, a Gerusalemme, seppero che la Samaria aveva accolto la parola di Dio e vi inviarono Pietro e Giovanni. Essi discesero e pregarono per loro perché ricevessero lo Spirito Santo; non era infatti ancora sceso sopra nessuno di loro, ma erano stati soltanto battezzati nel nome del Signore Gesù. Allora imponevano loro le mani e quelli ricevevano lo Spiro Santo» (At 8, 14-17).

(Catechismo della Chiesa Cattolica, 1286-1289 | Paolo VI, Cost. ap. Divinae consortium naturae )

Meditare con san Josemaría

Nella Chiesa c’è diversità di ministeri, ma il fine è uno solo: la santificazione degli uomini. E a questo compito partecipano in qualche modo tutti i cristiani per il carattere ricevuto nei Sacramenti del battesimo e della cresima. “Tutti dobbiamo sentirci responsabili di questa missione della Chiesa, che è la stessa missione di Cristo. Chi non sente zelo per la salvezza delle anime, chi non cerca con tutte le sue forze di far sì che il nome e la dottrina di Cristo siano conosciuti a amati, non potrà comprendere l’apostolicità della Chiesa” (La Chiesa nostra Madre, 32).

“E infatti anche adesso viene ridata la vista ai ciechi, a persone che avevano persa la capacità di guardare il cielo e di contemplare le meraviglie di Dio; si dà la libertà agli zoppi e agli storpi che si trovavano paralizzati dalle proprie passioni, con un cuore che non sapeva più amare; si ridà l’udito ai sordi che non volevano più saperne di Dio; si riesce a far parlare i muti, che avevano la lingua impedita perché non volevano confessare le proprie sconfitte; e si risuscitano i morti, coloro nei quali il peccato aveva spento la vita. Verifichiamo ancora una volta che la parola di Dio è viva, e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; e, come i primi fedeli cristiani, ci rallegriamo scorgendo la forza dello Spirito Santo e il suo intervento nell’intelligenza e nella volontà delle sue creature” (È Gesù che passa, 131).

“È apostolo il cristiano che si sente innestato in Cristo, identificato con Cristo a motivo del suo Battesimo; reso idoneo a lottare per Cristo grazie alla Confermazione; chiamato a servire Dio attraverso il proprio agire nel mondo in virtù del sacerdozio comune dei fedeli, che conferisce una certa partecipazione al sacerdozio di Cristo, la quale, pur essendo essenzialmente diversa da quella del sacerdozio ministeriale, rende idonei a prendere parte al culto della Chiesa e ad aiutare gli uomini nel loro cammino verso Dio, con la testimonianza della parola e dell’esempio, con l’orazione e l’espiazione” (È Gesù che passa, 120).

“I discepoli, che già erano stati testimoni della gloria del Risorto, sperimentarono in sé la forza dello Spirito Santo: la loro intelligenza e il loro cuore si aprirono a una nuova luce. Avevano seguito Cristo e avevano accolto con fede i suoi insegnamenti, ma non sempre erano riusciti a penetrarne pienamente il senso: era necessario che giungesse lo Spirito di verità a far loro comprendere tutte le cose. Sapevano che soltanto in Gesù potevano trovare parole di vita eterna ed erano disposti a seguirlo e a dare per Lui la loro vita; ma erano deboli, e quando era venuta l’ora della prova erano fuggiti e lo avevano lasciato solo. Nella Pentecoste, però, tutto questo è finito: lo Spirito Santo, che è spirito di fortezza, li ha resi saldi, sicuri, audaci. La parola degli Apostoli risuona ora alta e vibrante per le strade e le piazze di Gerusalemme” (È Gesù che passa, 127).

2. Il rito della Confermazione o Cresima

Mediante l’unzione con l’olio il confermando riceve “il sigillo”, l’impronta dello Spirito Santo. L’unzione con il sacro crisma dopo il Battesimo, nella confermazione e nell’Ordinazione, è il segno di una consacrazione. Mediante la Cresima i cristiani, ossia coloro che sono unti, partecipano maggiormente alla missione di Cristo e alla pienezza dello Spirito Santo di cui egli è ricolmo, in modo che tutta la loro vita effonda il “profumo di Cristo”.

Un momento importante che precede la celebrazione della Confermazione, ma che, in un certo senso, ne fa parte, è la consacrazione del sacro crisma. È il vescovo che, il Giovedì Santo, durante la Messa crismale, consacra il sacro crisma per tutta la sua diocesi.

La liturgia del sacramento ha inizio con la rinnovazione delle promesse battesimali e con la professione di fede da parte dei cresimandi. In questo modo è evidente che la Cresima si colloca in successione al Battesimo.

Nel rito romano il vescovo stende le mani sul gruppo di cresimandi: gesto che, fin dal tempo degli Apostoli, è il segno del dono dello Spirito. Spetta al vescovo invocare l’effusione dello Spirito:

«Dio onnipotente, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che hai rigenerato questi tuoi figli dall’acqua e dallo Spirito Santo liberandoli dal peccato, infondi in loro il tuo santo Spirito Paraclito: spirito di sapienza e di intelletto, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di scienza e di pietà, e riempili dello spirito del tuo santo timore. Per Cristo, nostro Signore» (Rito della Confermazione, 25).

Segue il rito essenziale del sacramento. Nel rito latino, «il sacramento della Confermazione si conferisce mediante l’unzione del crisma sulla fronte, che si fa con l’imposizione della mano, e mediante le parole: “Ricevi il sigillo dello Spirito Santo, che ti è dato in dono» (Paolo VI, Cost. ap. Divinae consortium naturae).

Il bacio di pace che conclude il rito del sacramento significa ed esprime la comunione ecclesiale con il vescovo e con tutti i fedeli.

Il ministro originario della Confermazione è il vescovo. Anche se il vescovo, in caso di necessità, può concedere a dei sacerdoti la facoltà di amministrare la Confermazione, conviene che la conferisca egli stesso.

(Catechismo della Chiesa Cattolica, 1293-1301; 1312-1314 | Paolo VI, Cost. ap. Divinae consortium naturae)

Meditare con san Josemaría

“La Santa Messa ci pone così di fronte ai misteri principali della fede, in quanto è il dono che la Trinità fa di se stessa alla Chiesa. Si comprende allora come la Messa sia il centro e la radice della vita spirituale del cristiano, e come sia anche il fine di tutti i Sacramenti. La vita della grazia, generata in noi dal Battesimo, fortificata e accresciuta dalla Confermazione, si avvia nella Messa verso la pienezza” (È Gesù che passa, 87).

“Non limitarti a parlare al Paraclito, ascoltalo!

Nella tua orazione, considera che la vita di infanzia, facendoti scoprire in profondità che sei figlio di Dio, ti ha riempito di amore filiale per il Padre; pensa che, prima, sei arrivato attraverso Maria a Gesù, che adori da amico, da fratello, da amante suo quale sei...

Poi, nel ricevere questo consiglio, hai compreso che, fino a ora, sapevi che lo Spirito Santo abitava nella tua anima, per santificarla..., ma non avevi “afferrato” la verità della sua presenza. È stato necessario questo suggerimento: ora avverti l’Amore dentro di te; e vuoi stare con Lui, essere suo amico, suo confidente..., facilitargli il lavoro di pulire, di strappare, di infiammare...

Non saprò farlo!, pensavi. Ascoltalo, insisto. Egli ti darà forza, farà tutto Lui, se tu lo vuoi..., e certo che lo vuoi! – Pregalo: Ospite Divino, Maestro, Luce, Guida, Amore: che io sappia onorarti, e ascoltare le tue lezioni, e infiammarmi, e seguirti e amarti” (Forgia, 430).

3. Gli effetti del sacramento della Confermazione

L’effetto del sacramento della Confermazione è la piena effusione dello Spirito Santo, come già fu concessa agli Apostoli il giorno di Pentecoste.

Ne deriva che la Cresima apporta una crescita e un approfondimento della grazia battesimale:

– ci radica più profondamente nella filiazione divina;

– ci unisce più saldamente a Cristo;

– aumenta in noi i doni dello Spirito Santo;

– rende più perfetto il nostro legame con la Chiesa;

– ci accorda una speciale forza dello Spirito Santo per diffondere e difendere con la parola e con l’azione la fede, come veri testimoni di Cristo, per confessare coraggiosamente il nome di Cristo e per non vergognarsi mai della sua croce.

La Confermazione, come il Battesimo, imprime nell’anima del cristiano un marchio spirituale indelebile, il “carattere”; per questo è un sacramento che si può ricevere una sola volta nella vita.

(Catechismo della Chiesa Cattolica, 1302-1305).

Meditare con san Josemaría

[Nel] Sacramento della Confermazione la Tradizione, con insegnamento unanime, ha sempre considerato come un irrobustimento della vita spirituale, un’effusione tacita e feconda dello Spirito Santo perché l’anima, fortificata soprannaturalmente, possa lottare come soldato di Cristo – miles Christi – nella battaglia interiore contro l’egoismo e la concupiscenza (cfr. È Gesù che passa, 78).

“L’effusione dello Spirito Santo, facendoci divenire simili a Cristo, ci porta a riconoscerci come figli di Dio. Il Paraclito, che è carità, ci insegna a impregnare di questa virtù tutta la nostra vita; e consummati in unum, fatti una cosa sola con Cristo, possiamo diventare tra gli uomini quel che sant’Agostino afferma dell’Eucaristia: Segno di unità, vincolo dell’Amore” (È Gesù che passa, 87).

“Coltiva l’intimità con lo Spirito Santo – il Grande Sconosciuto – perché è Lui che ti deve santificare. Non dimenticare che sei tempio di Dio. Il Paraclito è nel centro della tua anima: ascoltalo e segui docilmente le sue ispirazioni” (Cammino, 57).

“Direi che fra i doni dello Spirito Santo ce n’è uno di cui tutti i cristiani hanno particolare bisogno: il dono di sapienza, che ci fa conoscere e gustare Iddio, rendendoci capaci di valutare rettamente le situazioni e le cose di questa vita” (È Gesù che passa, 133).

“Il lavoro è anche apostolato, occasione di servizio agli uomini per far loro conoscere Cristo e condurli al Padre, come conseguenza della Carità che lo Spirito Santo infonde nelle anime. Tra le indicazioni di san Paolo agli Efesini perché si manifesti in loro il cambiamento prodotto dalla conversione, dalla loro chiamata al cristianesimo, vi è questa: chi è avvezzo a rubare non rubi più, anzi si dia da fare lavorando onestamente con le proprie mani, per farne parte a chi si trova in necessità. Gli uomini hanno bisogno del pane della terra, che sostiene la loro vita, e anche del pane del Cielo che illumina e dà calore ai loro cuori. Con il vostro lavoro e con le iniziative che si promuovono a partire da esso, con le amicizie e le relazioni che suscita, voi potete e dovete mettere in pratica quel precetto apostolico” (È Gesù che passa, 49).

4. Chi può ricevere questo sacramento?

Può e deve ricevere il sacramento della Confermazione ogni battezzato, che non l’abbia ancora ricevuto. Dal momento che Battesimo, Confermazione ed Eucaristia costituiscono un tutto unitario, ne deriva che “i fedeli sono obbligati a ricevere tempestivamente questo sacramento”; senza la Confermazione e l’Eucaristia, infatti, il sacramento del Battesimo è certamente valido ed efficace, ma l’iniziazione cristiana rimane incompiuta.

In Oriente, questo sacramento è conferito immediatamente dopo il Battesimo ed è seguito dalla partecipazione all’Eucaristia, una tradizione che mette in evidenza l’unità dei tre sacramenti della iniziazione cristiana.

Nella Chiesa latina questo sacramento viene conferito quando è stata raggiunta “l’età dell’uso di ragione”. Tuttavia, qualora fossero in pericolo di morte, i bambini devono essere cresimati anche se non hanno ancora raggiunto tale età.

Esiste una preparazione al sacramento che aiuta a sentirsi parte della Chiesa di Gesù Cristo. Ogni parrocchia ha la responsabilità della preparazione dei confermandi.

Per ricevere la Confermazione si deve essere in stato di grazia. È opportuno accostarsi al sacramento della Penitenza per essere purificati in vista del dono dello Spirito Santo. Una preghiera più intensa deve preparare a ricevere con docilità e disponibilità la forza e le grazie dello Spirito Santo.

Per la Confermazione, come per il Battesimo, è conveniente che i candidati cerchino l’aiuto spirituale di un padrino o di una madrina. È opportuno che sia la stessa persona scelta per il Battesimo, per sottolineare meglio l’unità dei due sacramenti.

(Catechismo della Chiesa Cattolica, 1306-1311)

Meditare con san Josemaría

“Non aiutate troppo lo Spirito Santo!, mi diceva un amico, per scherzo, ma con molta paura. Risposi: ritengo che “lo aiutiamo” poco” (Solco, 120).

“Dio è mio Padre! Se lo mediti, non riuscirai a staccarti da questo consolante pensiero. Gesù è il mio Amico caro! (altra meravigliosa scoperta), che mi vuol bene con tutta la divina pazzia del suo Cuore. Lo Spirito Santo è il mio Consolatore!, che mi guida nel percorrere tutta la mia strada. Pensaci bene. Tu sei di Dio..., e Dio è tuo” (Forgia, 2).

“Anche nei momenti in cui più brutalmente costatiamo i nostri limiti, possiamo e dobbiamo rivolgerci a Dio Padre, a Dio Figlio e a Dio Spirito Santo, consapevoli di partecipare alla vita divina. Non esistono ragioni sufficienti a farci volgere indietro lo sguardo; il Signore è con noi. Dobbiamo affrontare i nostri doveri fedelmente e lealmente, cercando in Gesù l’amore e lo stimolo per comprendere gli errori altrui e superare i nostri. E così la nostra miseria, la tua, la mia, e quella di tutti gli uomini, servirà di sostegno al regno di Cristo. Riconosciamo le nostre infermità, ma confessiamo la potenza di Dio. La vita cristiana deve essere informata dall’ottimismo, dalla gioia, dalla certezza che il Signore vuole servirsi di noi. Consapevoli di essere parte della Chiesa santa, di essere saldamente ancorati alla roccia di Pietro e sostenuti dall’azione dello Spirito Santo, ci decideremo a compiere il piccolo dovere di ogni istante: seminare ogni giorno un po’. Il raccolto traboccherà dai granai” (È Gesù che passa, 160).