Un'unica famiglia: essere Opus Dei, lì dove sei (IV) - Marta, Nuoro

Nella vita cristiana i numeri non sono importanti. Marta in questa testimonianza racconta di come vive la sua vocazione curando le amicizie che il Signore le ha messo accanto.

“Mio papà è ateo - racconta Marta, sposata con Salvatore e insegnante di diritto ed economia politica al liceo - ma ci siamo sempre confrontati sulla spiritualità e l’esistenza di Dio. Mi capitava di leggere testi di santi e mi imbattei in san Josemaría, avevo 26 anni. Allora mio papà mi mise in contatto con una persona dell’Opus Dei e iniziai a frequentare un centro che all’epoca c’era a Pescara”.

Un pieno di formazione

“Chi seguiva la mia formazione - ricorda Marta - quando capì che la vita mi avrebbe portato in Sardegna perché il mio fidanzato (oggi mio marito) era originario di lì, si spese molto per farmi fare il “pieno” di formazione cristiana e di esperienze formative anche internazionali, come la Settimana dell’UNIV a Roma. Diceva che dove non era presente l’Opus Dei, l’avrei dovuta portare io, e una parte del bagaglio che mi sarebbe servito erano proprio quelle esperienze in cui potevo vedere come l’Opera fosse davvero per tutti. Devo dire che è stata lungimirante”.

Nuoro, dove Marta abita insieme alla sua famiglia, è una piccola città della Sardegna molto legata alla valorizzazione del territorio e alla tradizione. “Qui le persone sono molto generose - spiega Marta - e le relazioni che si creano sono molto strette, anche se c’è un livello di confidenza personale nel quale è abbastanza difficile entrare. Ma questo per me è molto bello, perché nell’apostolato non sono una persona particolarmente fantasiosa, e mi piace andare in profondità con le amicizie che già ho”.

mi piace andare in profondità con le amicizie che già ho

Oltre il numero

La Sardegna è un’isola molto grande e non sempre i collegamenti tra le città sono semplici. “Con la pandemia - osserva Marta - lo spirito di famiglia con le mie sorelle dell’Opus Dei in Sardegna si è rafforzato, perché abbiamo scoperto la possibilità di collegarsi da remoto per seguire un circolo o un altro momento di formazione cristiana. Abbiamo anche fatto un gruppo WhatsApp con tutte le soprannumerarie della Sardegna. Ma al di là di tutti i ragionamenti sulla distanza e il gruppo, capisco sempre di più che i numeri non sono importanti: l’alimento spirituale che mi dà la Chiesa tramite l’Opus Dei non viene mai a mancare, anche se magari a un circolo siamo solo in due e una persona è venuta sin da un’altra regione per la nostra formazione”.


l’alimento spirituale che mi dà la Chiesa tramite l’Opus Dei non viene mai a mancare

“Non sono mai stata una personalità esplosiva - racconta Marta - : rimango in ascolto di quello che il Signore quotidianamente mi fa comprendere, anche perché è il Signore che fa l’Opus Dei. Ogni giorno rinnovo la speranza certa che non sono io a cambiare le cose, ma Gesù, quando lo lascio entrare nella mia vita: si tratta di preparare le vele affinché lo Spirito soffi”. Rimanere in ascolto permette anche di cogliere al volo le occasioni per voler bene agli altri: “I frutti del lavoro apostolico, conclude Marta, arrivano anche molto lentamente. L’importante è seminare, anche organizzando cose piccole come un picnic o una gita tra famiglie, con il solo scopo di vivere dei momenti di amicizia”.