Il club di periferia per imparare la solidarietà

Un gruppo di genitori romani nel quartiere Trigoria di Roma organizza attività di formazione per ragazze delle elementari e medie, con una vocazione speciale per i progetti di solidarietà.

Un piccolo gruppo di genitori, nella periferia di Roma (quartiere Trigoria), hanno accettato, da alcuni anni a questa parte, una nuova sfida educativa. Creare, anche in mezzo alle difficoltà del territorio, un’associazione di carattere educativo-ricreativo rivolta a ragazze delle scuole elementari e medie, l’Antares Club.

Lo spirito dell’iniziativa, in linea con gli insegnamenti di san Josemaría, è quello di aiutare le ragazze, attraverso varie attività che spaziano dallo studio al gioco, a sviluppare i propri talenti facendo emergere le virtù che sono in loro.

Le ragazze che partecipano alle attività sono una dozzina e sono tutte del quartiere, alcune di loro, poi, provengono anche da famiglie straniere che abitano nella zona. In attesa di trovare una propria sede, il club è ospitato nei locali del Centro per la Salute dell’anziano (Cesa) dell’Università Campus Bio-Medico di Roma.

Nello spirito del club non c’è solo l’idea di dare formazione a queste giovani ragazze, ma anche il desiderio di mettere in pratica l’appello di papa Francesco di aprirsi alle periferie, sia geografiche che esistenziali.

Per questo tra le attività di punta – apprezzate di più sia dalle ragazze che dai loro genitori – ci sono quelle che realizzano settimanalmente nella casa-famiglia del quartiere Trigoria. Attività di grande valore perché insegnano alle ragazze ad aprirsi agli altri, ad esserci per chi ha bisogno, condividendo il proprio tempo, oltre a risorse ed energie.

Le “periferie esistenziali” di cui parla il Papa, infatti, non sono lontane, ma molto più vicine di quanto pensiamo: nelle nostre città, fra i nostri vicini, nella nostra scuola, fra i nostri amici, nel nostro quartiere.

Questa anima del club è emersa anche nel corso della Giornata Internazionale del Volontariato in cui, in una serata ospitata dall’Università Campus Bio-Medico, le ragazze hanno tenuto uno stand in cui presentavano alcuni esempi concreti di vivere la solidarietà cercando di mostrare la bellezza del costruire “ponti”.

Questo piccolo club di periferia è in definitiva un modo non solo di mantenere occupate delle ragazze con attività di valore, ma anche di dare un contributo reale al quartiere e alla propria città, il tutto passando per una collaborazione tra le diverse generazioni, soprattutto grazie al ruolo insostituibile delle famiglie.