Commento al Vangelo: La parola soffocata

Vangelo e commento del venerdì della 16ª settimana del tempo ordinario. «Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore». Il Signore mette in avviso riguardo a tre ostacoli che impediscono l’armonioso lavoro della semina divina nella nostra anima: non capire, non avere radici, vivere preoccupati e ammaliati dalla ricchezza. Questi tre scenari possono realizzarsi quando la Parola, che potrebbe riempire di gioia la nostra vita, viene soffocata, facendo diventare la vita sterile.

Vangelo (Mt 13, 18-23)

Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l'accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».


Commento

La parabola del seminatore da papa Francesco è stata chiamata “la madre” di tutte le parabole, perché ci parla di due cose essenziali: dell’ascolto della Parola Divina e di come opera il cuore di Dio, che sparge la sua semente su tutte le persone, senza distinzione alcuna (cfr. Angelus, 12 luglio 2020).

Ma in più, è una di quelle parabole di cui abbiamo non soltanto il racconto, ma anche la spiegazione di Gesù stesso. Egli, mentre ci svela il cuore del Padre, ci permette di avvicinarlo al nostro cuore, con il desiderio di predisporci meglio, trasformandoci in terra fertile.

Come possiamo notare, il Signore ci mette in guardia riguardo a tre ostacoli che impediscono la crescita armoniosa della semente divina nella nostra anima: non capire, non avere radici, vivere nella preoccupazione e seduzione delle ricchezze. Questi tre modi di vivere possono finire con il soffocare quella Parola che potrebbe riempire di gioia la nostra vita e che, invece, trasformano in una vita sterile.

In primo luogo, non capire. Evidentemente, Gesù non si riferisce all’impossibilità di comprendere i misteri divini: per esempio, mai avremo piena conoscenza della Santissima Trinità. Il Signore si riferisce all’atteggiamento interiore. Se nella nostra vita viene a mancare la disponibilità a studiare, a dedicare ore alla migliore conoscenza della fede, ad abbracciare la fecondità del silenzio, difficilmente potremo avere il frutto sperato. Resteremo fermi nella superficialità, nel rumore polemico, nell’ideologia.

Il secondo caso, non avere radici. É come nel sogno che fece una volta san Josemaría: le persone che vogliono essere sante, ma non hanno vita interiore, vagano incerte per il mondo, insicure, come viaggiassero in aereo, ma sulle ali (cfr. Amici di Dio, n. 18). Senza preghiera, senza l’Eucarestia, senza i sacramenti, senza vita di pietà, non si può aver frutto.

Il terzo caso, vivere nella preoccupazione e seduzione delle ricchezze. Nemmeno noi che vogliamo seguire Cristo siamo esenti dalle tantazioni della vanità, della ricchezza, del successo, del lusso, del desiderio di sicurezza economica. Con facilità, possiamo dimenticare che il frutto del nostro lavoro è per Dio e che tutto il resto è polvere e cenere.

Per questo non c’è niente di meglio che ricorrere al terreno fertile per eccellenza: Maria Santissima. Ella, con la sua pazienza di Madre, potrà sradicare tutto ciò che nella nostra vita impedisce alla Parola di dare frutto. Magari farà male, ma è necessario, perchè non possiamo dimenticare che «se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto» (Gv 12, 24).

Luis Miguel Bravo Álvarez