Commento al Vangelo: La Chiesa è una famiglia

Vangelo e commento del martedì della 16ª settimana del tempo ordinario. Chiunque accetta l’impegno di fare la volontà di Dio può fare parte di questa famiglia spirituale.

Vangelo (Mt 12, 46-50)

Mentre egli parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli. Qualcuno gli disse: «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti». Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre».


Commento

Lungo la sua vita pubblica, Gesù mette sempre al primo posto la sua missione e, al secondo posto, qualunque altro legame terreno. Il Regno dei Cieli è al vertice di qualsiasi altro impegno. Inclusi i legami familiari, che pure risultavano fondamentali per quella cultura, hanno minore importanza: Gesù avverte quelli che lo ascoltano che chi ama la propria famiglia più di Lui, non è degno di Lui (cfr. Mt 10, 34-37).

Nell’occasione del vangelo di oggi, i membri della sua famiglia giungono a Cafarnao, sapendo che era lì con i suoi discepoli, per parlare con lui. Magari, volevano suggerirgli di essre più prudente di fronte alla crescente opposizione degli scribi e dei farisei. Trovandolo impegnato a istruire i suoi discepoli, rimangono fuori e gli inviano un messaggio.

Speravano che lasciasse per un momento il suo insegnamento per raggiungerli. Ma Gesù approfitta di quella situazione per proclamare un nuovo insegnamento ai suoi discepoli. Stendendo la mano verso di loro, proclama solennemente: «Chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre». Era una dichiarazione che apriva orizzonti inaspettati: Gesù cominciava a costruire una nuova famiglia, formata su legami spirituali e non sulla genealogia e la parentela. Per appartenervi, dice Gesù, l’unica cosa che viene richiesta è l’impegno di fare la volontà di Dio. Chiunque può farne parte.

I legami che si formano tra i cristiani sono molto stretti. Gesù li paragona ai legami familiari e, ciò, dimostra che considera la famiglia naturale una benedizione, una scuola di fraternità e di amore. Veramente «Cristo ha voluto nascere e crescere in seno alla santa Famiglia di Giuseppe e di Maria» (CCC, n. 1655). Tuttavia, questa nuova famiglia è considerata come una benedizione ancor più grande e estenderà la sua fraternità e il suo amore a tutti.

Noi apparteniamo a questa famiglia: «La Chiesa non è altro che la “famiglia di Dio”» (CCC, n. 1655). Gesù ha insegnato ai suoi discepoli fino a che punto siamo responsabili gli uni degli altri. Nella vigilia della sua passione, diede loro questo ordine: «che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli…» (Gv 13, 34-35).

E, questa carità si realizza in modo molto pratico. Dobbiamo chiederci regolarmente se abbiamo modo di portare «i pesi gli uni degli altri: così adempirete la legge di Cristo» (Gal 6 ,2).

Andrew Soane