Giovedì, commento al Vangelo: La lotta del cristiano

Vangelo del giovedì della 2.a settimana di Avvento e commento al vangelo.

Vangelo (Mt 11, 11-15)

In quel tempo, Gesù disse alle folle:

— In verità io vi dico: fra i nati di donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono. Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. E, se volete comprendere, è lui quell’Elia che deve venire. Chi ha orecchi, ascolti!


Commento

Le parole di Gesù che la Chiesa ci propone nel vangelo di oggi ci parlano di Giovanni il Battista, del quale il Signore afferma che è un profeta e più che un profeta, perché “fra i nati di donna non è sorto alcuno più grande di” lui.

È un grande elogio di Giovanni, che è il maggiore dei grandi profeti e re d’Israele perché “tutti i profeti e la legge hanno profetato fino a Giovanni”.

Questo Regno da Giovanni “subisce violenza”; lo stesso Battista viene incarcerato per aver dato testimonianza della verità. E questa realtà continua ad essere presente fino a oggi. Seguire Gesù, fare le stesse cose che egli fece, essere discepolo di Cristo e vivere secondo i suoi insegnamenti ci richiede uno sforzo.

Lo stesso Signore, nell’invitarci a seguirlo, ci avvisa che “se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua”[1]. Come ci ricorda san Josemaría, “questa forza non è una violenza contro gli altri: ma fortezza per combattere le proprie debolezze e le proprie miserie, coraggio di non mascherare le proprie infedeltà, audacia per confessare la fede anche quando l’ambiente è ostile”[2]. Questa lotta e questo sforzo, lungi dal rattristarci, ci riempiranno di pace e di gioia perché ci permetteranno di stare più facilmente vicino a Dio.

Sebastián Puyal


[1] Mt 16, 24.

[2] San Josemaría, È Gesù che passa, n. 82.