Una mensa per le famiglie

Simona è una mamma con tre figli, che impegna alcune ore del suo tempo per dare una mano a una particolare mensa per i poveri di Bologna.

Dal 1954 l’Antoniano di Bologna, fondato dai frati francescani, è un punto di riferimento per il tessuto sociale della città. In particolare la mensa dell’Antoniano accoglie ogni giorno decine di persone, a colazione e a pranzo.

“Più che dare cose volevo impiegare il mio tempo, così mi misi a disposizione per una sera al mese”

Simona, soprannumeraria dell’Opus Dei e impiegata all’INPS, da qualche tempo si è offerta come volontaria: “Una mia amica che partecipava alle attività dei frati dell’Antoniano mi ha messo in contatto con una coordinatrice, che mi ha chiesto quale tipo di disponibilità avessi”.

L’Antoniano organizza diversi tipi di attività di volontariato e di impegno sociale. Una di queste è la Porticina di sant’Antonio, un luogo dove è possibile lasciare vestiti e oggetti utili per le persone più svantaggiate. “Più che dare cose - racconta Simona - volevo impiegare il mio tempo, così mi misi a disposizione per una sera al mese”.

Mentre la colazione e il pranzo sono dedicati ai poveri “normali”, la cena del lunedì è organizzata esclusivamente per le famiglie in difficoltà, con le quali viene intrapreso un percorso di accompagnamento. “Non avevo mai fatto questo tipo di volontariato - spiega Simona - per quindici anni mi sono dedicata insieme a mio marito a corsi di preparazione al matrimonio, quindi sono passata da un’opera di misericordia spirituale a una di misericordia materiale”.

“Qui faccio esattamente quello che faccio anche a casa: la mamma. Servo a tavola, apparecchio, sparecchio, lavo i piatti…”

Gli ospiti del lunedì sera sono circa settanta, e i volontari che si occupano di loro sono una decina. “Qui faccio esattamente quello che faccio anche a casa - continua Simona - la mamma. Servo a tavola, apparecchio, sparecchio, lavo i piatti…”.

Grazie a questo servizio, le mamme sole possono riposarsi almeno per la durata della cena. I volontari chiaramente si impegnano a partecipare a giornate di formazione.

“Anche dopo mesi, non riesco ad abituarmi al forte impatto nel vedere tante famiglie in difficoltà. Da quando ho iniziato il mio volontariato cerco di proporre a tutti attività di questo tipo: anche poche ore al mese creano coscienza sociale. Una volta ho proposto a mia figlia di accompagnarmi: le è piaciuto molto, ma il lunedì ha un impegno serale fisso. Di sua iniziativa però si è organizzata per la mensa domenicale”.