Torrescalla, 50 anni di vita in famiglia nelle parole di chi ci ha vissuto

Recentemente si sono celebrati i 50 anni della residenza universitaria Torrescalla, collegio di merito della Fondazione Rui. In questo articolo un residente, un ex residente e uno dei primi promotori dell’iniziativa parlano delle loro esperienze in questa realtà.

Nell’agosto del 1972, sotto le magnolie del castello di Urio, san Josemaría andò a trovare i suoi figli spirituali italiani lì riuniti per alcuni giorni di riposo e studio, come aveva fatto anche in altre occasioni. “Ma quella volta - ricorda Ferdinando, che era tra i presenti - il fondatore dell’Opus Dei ci incoraggiò a mettere tutte le energie per l'imminente apertura della residenza Torrescalla di Milano, alla quale lui stesso aveva, negli anni precedenti, dato un contributo importante per farla partire”.

“In quegli anni - continua Ferdinando, oggi bancario in pensione - iniziative di quel tipo erano molto pericolose per via della contestazione universitaria: Torrescalla sarebbe sorta in una zona che allora era totalmente di ideologia marxista, trovandosi nei pressi della casa dello studente”.

Oggi, 50 anni dopo, la Residenza Universitaria Torrescalla è una realtà viva che accoglie ogni anno decine di studenti italiani e internazionali. Simone, studente al quarto anno di Ingegneria dell’automazione presso il Politecnico di Milano, racconta di aver incontrato Torrescalla quasi per caso: “Stavo cercando un alloggio che aderisse al bando per agevolazioni promosso dall’INPS - racconta Simone, che è originario di Venezia - e trovai Torrescalla aspettandomi che fosse una buona sistemazione logistica. Ma invece è una realtà molto più ricca, una vera comunità di persone”.

Ferdinando (il secondo da sinistra) insieme a ex residenti di Torrescalla.

In occasione della festa dei 50 anni della residenza, Simone, in quanto responsabile degli impianti della residenza, ha dovuto supervisionare tutto il lato tecnico dell’evento (suoni, luci, collegamenti), perdendosi gran parte della festa affinché tutti potessero festeggiare. Questo è un esempio di come si vive lo spirito di famiglia nelle residenze universitarie come Torrescalla: “Se è solo per avere un pasto caldo e una stanza, non è il posto che fa per te - sottolinea Ferdinando, che è stato tra i primi abitanti di Torrescalla e ha vissuto, in altre residenze universitarie ad essa analoghe - gli incarichi, con i quali ognuno si prende cura di un pezzo della vita comune, le gite, le attività sportive e i momenti di condivisione sono parti fondamentali della vita in residenza”.

gli incarichi, con i quali ognuno si prende cura di un pezzo della vita comune sono parti fondamentali della vita in residenza (Ferdinando)

Dario, che ha vissuto a Torrescalla dal 2013 al 2019, è un altro testimone di questa vita di famiglia: “Mi parlarono di Torrescalla alcuni lontani parenti, che furono residenti negli anni ‘90. Avevano un ottimo ricordo dei loro anni lì - commenta Dario, originario di San Vito Dei Normanni, alle porte del Salento - e mi fidai della loro esperienza. La prima volta che sono entrato nella residenza ho avuto l'impressione di un luogo molto ben organizzato, che favoriva negli studenti una certa progettualità di vita, soprattutto grazie alle occasioni di crescita personale e umana di cui sentivo parlare dai residenti più grandi”.

Simone (a sinistra) insieme a un altro residente di Torrescalla.

“I miei sei anni di residenza - prosegue Dario - hanno confermato la prima impressione: sono riuscito a vivere e, in alcuni casi, a generare occasioni di incontro e crescita, nelle attività formative, in quelle di volontariato e nelle proposte culturali. Un ruolo centrale ha avuto la proposta cristiana dell'Opus Dei, che ho conosciuto e approfondito e che ancora oggi ispira buona parte della mia vita, pur senza essere un fedele della prelatura”.

“Il primo anno accademico di Torrescalla - riprende Ferdinando - eravamo meno di una cinquantina tra persone della direzione e residenti. Di questi, alcuni erano presenti alla festa dei cinquant’anni: mi sembra un buon segno, considerando gli anni trascorsi e sapendo che tanti ex residenti continuano a sostenere le attività organizzate a Torrescalla e a consigliare l’esperienza a parenti e amici”.

Nelle serate in cui facevamo le prove e nell’esecuzione si è creato davvero un clima di fraternità (Dario)

Dario, che lavora in una società di produzione di documentari, ha realizzato il documentario per i 50 anni di Torrescalla, che è  stato proiettato durante la festa e che si trova in cima a questo articolo. Nei suoi ultimi anni in residenza aveva l’incarico dei festeggiamenti insieme ad altri colleghi, e uno dei suoi ricordi più belli della vita a Torrescalla è legato a un altro cinquantesimo anniversario, quello dello sbarco sulla luna: “Abbiamo scritto e messo in scena una storia di alcuni residenti che – da buoni ingegneri aerospaziali – ritornavano sulla luna per portare con sé il meglio prodotto dall’umanità nelle sue forme di espressione artistica: canzoni, poesie, opere teatrali, ecc… Una delle scenette che componevano il festeggiamento era un medley delle migliori canzoni della musica italiana, composto da noi. Nelle serate in cui facevamo le prove e nell’esecuzione si è creato davvero un clima di fraternità, perché è stato intenso passare del tempo a ideare qualcosa di nuovo, e a divertirsi anche solo per fare qualcosa insieme agli altri. So che anche per altri ragazzi quello è stato un momento di forte condivisione, in cui si sono definite molte amicizie allora ancora sul nascere”.

Dario durante una festa di Natale a Torrescalla.
Questo clima di fraternità e di condivisione fa parte dello stile delle residenze sin dagli inizi

Questo clima di fraternità e di condivisione fa parte dello stile delle residenze sin dagli inizi. Ferdinando ricorda di come tutti i ragazzi, dopo essere tornati da casa in occasione delle vacanze natalizie o estive, portassero cibi tipici dei rispettivi paesi da condividere con gli altri residenti, insieme alle diapositive del proprio luogo di origine da commentare insieme agli altri mentre se ne degustavano le prelibatezze. Sia Dario che Simone confermano che la tradizione continua anche oggi, anche se le diapositive sono state sostituite da jpeg e proiettori.

Fu un periodo formidabile e divertente, perché preparare gli esami da soli è sempre difficile (Simone)

“Quando siamo tornati in residenza dopo il primo lockdown - ricorda Simone - da maggio del 2020 fino alla fine di luglio eravamo pochi, una ventina di ragazzi. L’invito generale era alla prudenza e non si poteva praticamente uscire, per cui preparammo la sessione di esami blindati in residenza. Fu un periodo formidabile e divertente, perché preparare gli esami da soli è sempre difficile”.

“Ho avuto la sensazione - termina Dario - che in 50 anni Torrescalla abbia saputo unire, generare dei fratelli, nelle esperienze formative proposte, così come nell'esperienza stessa della vita comunitaria. Per questo abbiamo intitolato il documentario Compagni di strada. Mezzo secolo di Torrescalla. E i compagni di strada non sono solo i colleghi residenti di ciascuno, ma tutti quelli che hanno studiato fra quelle mura e quelle delle altre residenze, considerati tutti insieme, oltre le differenze generazionali, di provenienza geografica o vita professionale”.