Lettera del prelato (maggio 2016)

Maggio è il mese adatto a incrementare la devozione alla Madonna, suggerisce il prelato nella sua lettera di maggio. Nel meditare con i Vangeli sulla dedizione della Madre di Dio, sentiremo la necessità di avvicinare i nostri amici e conoscenti a suo Figlio.

Carissimi: Gesù mi protegga le mie figlie e i miei figli!

Comincia il mese mariano per eccellenza, in cui cerchiamo di mettere la devozione alla Santa Vergine nel cuore delle nostre giornate. Molti di noi ricorderemo le devozioni imparate da bambini: preghiere dedicate a nostra Madre – come la recita del Rosario in famiglia – l’offerta di piccoli sacrifici, i fiori ai piedi delle immagini della Madonna… A questo proposito, suggerisco a voi genitori di compiere questi gesti assieme ai vostri figli piccoli. Vi aiuterà leggere e meditare quello che il Santo Padre scrive sul dialogo tra i membri della famiglia, nella sua recente esortazione apostolica 1.

Comportiamoci così, seguendo i suggerimenti e i consigli di nostro Padre, perché sia cosa di tutti “far famiglia” nell’Opera, coscienti che – grazie a ciò – l’Opus Dei è immagine del Cielo.

San Josemaría si impegnò molto per incrementare nell’Opera la devozione mariana, requisito senza il quale non è possibile – o, per lo meno, è molto difficile – seguire Cristo. La Romeria di maggio, per esempio, è ormai diffusa nel mondo intero. Ci incoraggiò poi a frequentare la Madonna con più affetto e delicatezza: recitare senza fretta il Rosario, contemplando i misteri della sua vita e di quella di suo Figlio; l’Angelus a mezzogiorno, ecc. Un insieme di pratiche di pietà che, ben vissute, aiutano a mantenere la presenza di Dio durante l’intera giornata.

Pregare Maria vuol dire amare ed è un segno di totale fiducia in Lei. Non si riduce a sentimenti, che pure possono abbondare in queste preghiere. Però non dobbiamo preoccuparci se, all’inizio, c’è solo l'impegno buono di recitare, quasi macchinalmente, una piccola preghiera alla Madonna. Quando l'orazione sincera sgorga da un cuore che, a prescindere da tutto, non ha dimenticato le premure materne, Santa Maria alimenta l'esile brace e conduce l’anima al desiderio di formarsi nella dottrina di suo Figlio. Quella breve preghiera – la piccola brace coperta dalla cenere – si trasforma in un fuoco che brucia le nostre miserie, capace di attrarre altri alla luce di Cristo 2.

Qualche volta avremo notato che i Vangeli tramandano poche parole della Vergine Maria e nessuna di san Giuseppe. Tuttavia, ciò che ci rivela la Sacra Scrittura è sufficiente per comprendere che la Madre di Gesù accompagna assiduamente suo Figlio, si associa alla sua missione redentrice, gioisce e soffre con Lui, ama quelli che Gesù ama, dedica la sua sollecitudine materna a quanti lo seguono 3. Soffermiamoci, per esempio, sul racconto delle nozze di Cana: L’evangelista ci riferisce che Maria, rivolta agli inservienti, disse loro: Fate ciò che Lui vi dirà(Gv2, 5). Il segreto è tutto qui: condurre le anime a porsi davanti a Gesù e chiedergli: Domine, quid me vis facere?Signore, che cosa vuoi che io faccia? (At9, 6) 4.

Sulla base di queste parole, la Chiesa invoca nelle litanie la Vergine Maria come Mater Boni Consilii, Madre del Buon Consiglio, perché, in effetti, non c’è premura più importante che avvicinare le anime a Gesù, nostro Maestro e Redentore, perché tutti lo conoscano, lo frequentino e si innamorino di Lui. Così fece san Josemaría sin dagli inizi dell’Opera. Noi che abbiamo potuto accompagnarlo nelle sue visite mariane, abbiamo visto come sgranava ogni Avemaria, per rivolgersi più intimamente alla Trinità. Non dimentichiamo poi che molte conversioni, molte decisioni di dedizione al servizio di Dio sono state precedute da un incontro con Maria 5. Lo abbiamo sperimentato frequentemente nella nostra vita e nel lavoro apostolico.

Il consiglio di Maria ai servitori di Cana è rivolto oggi a ciascuno di noi, perché siamo tutti chiamati ad avvicinare gli altri a Gesù. Proprio una delle opere di misericordia spirituale, particolarmente raccomandata in questo anno giubilare, consiste nel consigliare i dubbiosi. Il Maestro desidera servirsi di noi come si servì dei primi discepoli che inviò in tutte le città in cui stava per recarsi perché gli facessero da battistrada. Perché Lui non ci parla soltanto nell’intimità del cuore, ci parla sì – spiega Papa Francesco – ma non soltanto lì, ma ci parla anche attraverso la voce e la testimonianza dei fratelli. È davvero un dono grande poter incontrare degli uomini e delle donne di fede che, soprattutto nei passaggi più complicati e importanti della nostra vita, ci aiutano a fare luce nel nostro cuore a riconoscere la volontà del Signore 6.

San Josemaría voleva che ci sentissimo strumenti di Cristo per illuminare il cuore e l’intelligenza della gente. Non puoi essere soltanto un elemento passivo. Devi diventare un vero amico dei tuoi amici: «aiutarli». Anzitutto, con l’esempio della tua condotta. E poi, con il tuo consiglio e con l’ascendente che l’intimità conferisce 7. Un’intimità che consente di dare consigli e che configura l’apostolato personale di amicizia e confidenza che nostro Padre insegnò sin dall’inizio. Quelle parole lasciate scivolare proprio al momento giusto all’orecchio dell’amico che vacilla; quella conversazione orientatrice che hai saputo provocare così a proposito; e quel consiglio professionale che migliora il suo lavoro universitario; e la discreta indiscrezione che ti porta a suggerirgli orizzonti insospettati di zelo… Tutto questo è “apostolato della confidenza” 8.

Per aiutare efficacemente gli altri, con il consiglio più adeguato alle loro necessità, è indispensabile parlare prima di questi temi con il Signore, nella meditazione personale. Proprio lì, in un dialogo filiale con Dio, riceveremo le luci da comunicare ai nostri amici e colleghi. È lì dove lo Spirito ci fa crescere interiormente (…) e ci aiuta a non cadere in balia dell’egoismo e del proprio modo di vedere le cose (…). La condizione essenziale per conservare questo dono è la preghiera 9.

Consideriamo la preghiera come l’arma più importante a nostra disposizione. Grazie alla preghiera la Chiesa è andata avanti nei secoli e con la preghiera continuerà a farsi strada, nonostante gli ostacoli che incontrerà lungo la via. Lo stesso è accaduto all’Opus Dei, piccola parte della Chiesa, e per questo san Josemaría ripeteva con grande insistenza che la preghiera è un rimedio efficacissimo per ogni genere di necessità. Prepariamo dunque i nostri dialoghi apostolici nei momenti di conversazione con il Signore e rivolgiamoci all’intercessione della Madonna.

Il prossimo 12 maggio celebreremo con grande gioia la memoria liturgica del beato Álvaro. Ricordo alcune sue visite alla Madonna del Buon Consiglio, vicino a Roma: dinanzi a Lei pregò il giorno prima che iniziasse il conclave che avrebbe eletto san Giovanni Paolo II come successore di san Pietro. In occasione di uno degli anni mariani che indisse per l’Opus Dei, don Álvaro fece riferimento a questo titolo mariano: «Se desideriamo che il nostro rendimento di grazie si traduca in una realtà di maggior dedizione a Dio, che non si riduca a un gesto superficiale o a belle parole, dovremo ricorrere ogni giorno con più intensità alla Santissima Vergine, Mater Boni Consilii» 10.

Riproponendo queste parole del mio amatissimo predecessore, vi chiedo che, nella Romeria di maggio e nelle altre visite mariane che a ciascuno ispiri la devozione personale, supplichiamo nostra Madre Santa Maria per il bene delle famiglie, per la pace del mondo, per il Papa e per le sue intenzioni, per le necessità della Chiesa, dell’Opera, per le vocazioni, per l’efficacia delle iniziative apostoliche. Lasciamo queste preghiere nelle sue mani, perché le presenti allo Spirito Santo nella prossima solennità di Pentecoste. «Che Lei ci conduca a Gesù, a Dio uno e trino, per fare omaggio di gratitudine e per invocare il perdono» 11.

Non mi soffermo sulle altre date di questo mese, e voglio pensare che, per noi tutti, ogni giornata sia un incontro con il Signore guidati dalla Vergine Maria.

Con tutto il suo affetto, vi benedice

vostro Padre

Javier

Roma, 1° maggio 2016.

P.S. Mentre stavo per consegnare alla stampa questa lettera, mi è giunta la notizia che il Papa ha dichiarato l’eroicità delle virtù di Montse Grases. Ne ringraziamo il Signore e la Madonna di Montserrat, nella cui memoria liturgica abbiamo ricevuto la grata notizia. Rivolgiamoci, nelle nostre necessità, all’intercessione di questa giovane donna.

©Praelatura Sanctae Crucis et Operis Dei

1 Cfr. PAPA FRANCESCO, Esort. apost. Amoris laetitia, 19-III-2016, capp. III e VII.

2 SAN JOSEMARÍA, La Virgen del Pilar, articolo pubblicato postumo nel 1976 (“Por las sendas de la fe”, Ed. Cristiandad, p. 172).

3 SAN JOSEMARÍA, È Gesù che passa, n. 141.

4 Ibid., n. 149.

5 Ibid.

6 PAPA FRANCESCO, Discorso durante l’udienza generale, 7-V-2014.

7 SAN JOSEMARÍA, Solco, n. 731.

8 SAN JOSEMARÍA, Cammino, n. 973.

9 PAPA FRANCESCO, Discorso durante l’udienza generale, 7-V-2014.

10 BEATO ÁLVARO, Lettera, 9-I-1978, n. 8 (“Cartas de familia”, II, n. 135).

11 Ibid.