San Josemaría, Lettera 29, Sulla missione dell’opera di san Gabriele nell’evangelizzazione del mondo e nella promozione della santità dei fedeli laici a cura del prof. Luis Cano, Edizioni Ares, è disponibile in italiano cliccando qui.
Nel volume è presente anche la lettera pastorale del 28 ottobre 2020 di Mons. Fernando Ocáriz sulla vocazione all’Opus Dei.
La traduzione in italiano è di Giacomo Franchi.
La Lettera 29 di san Josemaría, datata 9 gennaio 1959, è stata stampata per la prima volta nel gennaio del 1966.
San Josemaría dà inizio alla Lettera spiegando che l'opera di san Gabriele si nutre di grandi prospettive apostoliche. Con essa «riempiamo tutte le attività di questo mondo di un contenuto soprannaturale che contribuirà efficacemente, nella misura in cui si estenderà, a risolvere i grandi problemi dell’umanità».
È un argomento chiave della Lettera: l’opera di san Gabriele non si limita a migliorare la vita cristiana di coloro che la frequentano ma muove, come conseguenza dell’agire personale di ognuno, a vivificare e illuminare le realtà e le strutture temporali con la vita e la luce di Cristo.
Il brano che segue è preso dai punti 9 e 10 della Lettera 29 di san Josemaría:
Tutti i miei figli devono nutrire il desiderio di impegnarsi, quale che sia il sacrificio necessario, a riattivare per il servizio di Dio le energie bloccate e intorpidite degli uomini, facendo propria l’esclamazione del Signore: misereor super turbam, con affetto per la folla.
Nessuno può starsene tranquillamente nell’Opus Dei, senza preoccuparsi delle masse prive di personalità: gregge, branco, mandria, come ho detto talvolta. Quante nobili passioni nasconde la loro apparente indifferenza, quante opportunità!
Dobbiamo servire tutti, imporre le mani ad ognuno, come Gesù – singulis manus imponens – per riportarli in vita, per guarirli, per illuminare la loro mente e irrobustirne la volontà, affinché possano essere utili! Trasformeremo così il gregge in esercito, il branco in schiera ed estrarremo dalla mandria coloro che non vogliono essere immondi.
Oggi l’Opera ha il profumo dei frutti maturi e osservandone il lavoro fecondo non c’è bisogno di fede per rendersi conto che il Signore ha benedetto a piene mani la nostra attività. Anni fa, nella mia orazione, con gratitudine verso il Signore, cantavo all’Opera una strofa della mia terra: boccioletto, boccioletto / già stai diventando rosa: / si avvicina ormai il momento / che ti dica qualche cosa. Figli miei, oggi avete nelle vostre mani delle rose bellissime, meravigliose, anche se hanno le spine. È il momento di non addormentarsi, di scuotersi, per raccogliere la messe ottenuta con tanto sforzo e offrirla a Cristo e alla sua santa Chiesa.
Tutto il nostro apostolato è volto direttamente a impregnare di senso cristiano la società. Per di più, con l’opera di san Gabriele riempiamo tutte le attività di questo mondo di un contenuto soprannaturale che contribuirà efficacemente, nella misura in cui si estenderà, a risolvere i grandi problemi dell’umanità.
San Josemaría, Lettera 29, Sulla missione dell’opera di San Gabriele nell’evangelizzazione del mondo e nella promozione della santità dei fedeli laici a cura del prof. Luis Cano, Edizioni Ares, è disponibile in italiano cliccando qui.