Le donne nell’Opus Dei, come un figlio inatteso

Il 14 febbraio 1930 san Josemaría comprese che Dio chiamava anche le donne a far parte dell'Opus Dei. In questo articolo don Luca Brenna approfondisce alcuni aspetti legati all’importanza della donna nella storia della salvezza.

Quando san Josemaría vide l'Opus Dei, il 2 ottobre 1928, la vide senza donne. Ma qualche mese dopo, il 14 febbraio del 1930, Dio lo corresse attraverso una seconda luce fondazionale. Diversi anni dopo la descriverà alle sue figlie con queste parole:

Pensavo che nell’Opus Dei non ci sarebbero stati altro che uomini. Non che non apprezzassi le donne – amo molto la Madre di Dio; amo mia madre e le vostre; voglio bene a tutte le mie figlie, che sono una benedizione di Dio nel mondo intero –, ma prima del 14 febbraio 1930 io non immaginavo per nulla la vostra esistenza nell’Opus Dei, anche se pulsava nel mio cuore il desiderio di compiere in tutto la Volontà di Dio. E quando quel giorno terminai di celebrare la Santa Messa, già sapevo che il Signore voleva la Sezione femminile.[1]

Questo è il motivo per cui le donne dell'Opus Dei sanno di essere le predilette del fondatore. Egli diceva di aver sperimentato nel suo cuore quello che prova un padre che non aspetta un altro figlio, quando Dio glielo manda. Sentiva per loro un affetto grande, come quello che una madre prova per il figlio più piccolo.

Sentiva per loro un affetto grande, come quello che una madre prova per il figlio più piccolo

A ben vedere, allargando lo sguardo all'intera storia della salvezza, Dio, nel compimento delle Sue opere, ha sempre prediletto le donne. E a questa predilezione da parte di Dio, spesso ha fatto da contrappunto una scarsa considerazione della donna da parte dell'uomo.

Al tempo dell'incarnazione del Figlio di Dio, le sorti del mondo sembravano essere nelle mani di uomini potenti. Invece Dio si è fatto carne nelle viscere di una piccola donna sconosciuta. Il sogno di Dio è stato "messo a terra", per così dire, da una donna. Grazie alla donna l'ora di Dio, sospesa nell'eternità, scocca nell'oggi della storia. Così quella donna, qualche anno più tardi, a Cana, davanti al Figlio che dichiarava che non era ancora giunta la sua ora, senza opporsi dialetticamente alle parole del Figlio, anzi invitando i servi a fare la sua volontà, di fatto fece sì che l'ora scoccasse.

Dio si è fatto carne nelle viscere di una piccola donna sconosciuta

In ogni donna, non solo in Maria, la parola diventa carne. Forse per questo motivo la donna è fin dalle sue origini insidiata dal serpente maligno, che intuisce che dalla donna verrà la sua rovina.[2] Il sospetto nei confronti della donna è antico quanto il mondo ed è una misteriosa costante nella storia.

Santa Teresa di Lisieux, più di cento anni fa, annotava: "Ah! povere le donne, come sono disprezzate!... Tuttavia amano il Buon Dio in numero molto più grande degli uomini, e durante la Passione di Nostro Signore, le donne ebbero più coraggio degli apostoli, perché affrontarono gli insulti dei soldati ed osarono asciugare il Volto adorabile di Gesù... È senza dubbio per questo che Egli permette che il disprezzo sia la loro parte sulla terra, perché Lui lo ha scelto per Se stesso... In Cielo, Egli saprà mostrare bene che i suoi pensieri non sono quelli degli uomini, perché allora le ultime saranno le prime".[3] Con l'acutezza che appartiene ai mistici e ai Dottori della Chiesa, santa Teresa avvertiva in questo disprezzo un segno di predilezione, una misteriosa associazione della donna alla sorte di Gesù.

santa Teresa avvertiva una misteriosa associazione della donna alla sorte di Gesù

Tornando al 14 febbraio del 1930, e alla luce di quanto sopra, possiamo chiederci: perché quel preciso ritocco di Dio nell'anima del fondatore? Forse perché rimanesse più chiaro, a lui e a tutti noi, che quel sogno di Dio, che è l'Opus Dei, può diventare reale soltanto attraverso la donna.

L'Opus Dei infatti, nella visione del fondatore, non è qualcosa di esteriore, di appariscente. Al contrario, attecchisce e ha la sua paziente gestazione proprio nelle "viscere del mondo", come soleva dire:

Che belle le croci sulle vette dei monti, in cima ai grandi monumenti, sul pinnacolo delle cattedrali!... Ma la Croce bisogna issarla anche nelle viscere del mondo. Gesù vuole essere innalzato proprio lì: nel rumore delle fabbriche e delle officine, nel silenzio delle biblioteche, nel frastuono delle strade, nella quiete dei campi, nell'intimità delle famiglie, nelle assemblee, negli stadi... Lì dove un cristiano può spendere la sua vita onestamente, deve porre col suo amore la Croce di Cristo, che attrae a Sé tutte le cose.[4]

E perché la Croce di Cristo prenda corpo nelle viscere del mondo, l'uomo non basta: ci vuole un grembo, ci vuole la donna.

Don Luca Brenna


[1] San Josemaría , appunti dalla predicazione, 11-VII-1974.

[2] Cfr. Gn 3,15.

[3] Santa Teresa di Lisieux, Storia di un'anima, manoscritto A, Piemme 2003, p.182.

[4] San Josemaría, Via Crucis, XI stazione, 3° punto di meditazione. Cfr. anche: Andrés Vázquez de Prada, Il Fondatore dell'Opus Dei, Leonardo International 1998, vol. I, pp. 401-402.