Ho incontrato l’Opus Dei mentre studiavo per diventare infermiera. Sono sempre stata attratta dalla serenità che deriva dall’essere Cristiani e dal messaggio di San Josemaría che ho potuto riconoscere nelle persone dell’Opus Dei. Ma ora lo capisco molto meglio a causa dello stato in cui mi trovo. Non mi sento triste per il fatto di essere malata e aver dovuto subire molte operazioni, perché capisco che tutto rientra nel piano di Dio per me. Ora comprendo profondamente che cosa significa mortificazione nell’insegnamento di San Josemaría, quando scriveva nella Via Crucis:
“Non è forse vero che non appena smetti di aver paura della Croce, di ciò che la gente chiama croce, quando applichi la tua volontà ad accettare la Volontà divina, sei felice, e scompaiono tutte le preoccupazioni, le sofferenze fisiche o morali?
E' davvero leggera e amabile la Croce di Gesù. Lì non contano i dolori; soltanto la gioia di sapersi corredentori con Lui.”
Perché a me?
Ho difficoltà a digerire qualunque tipo di cibo, perciò ho un sondino per la nutrizione parenterale. Per questo motivo sono dimagrita talmente tanto da sentirmi orribile, ma so che tutto questo è un’altra cosa che posso offrire al Signore.
Ho imparato come la malattia sia qualcosa da offrire al Signore per le più diverse intenzioni. E…in effetti ho talmente tante intenzioni che mi sembra di non avere abbastanza da offrire. Ho offerto la mia malattia per i membri della mia famiglia, per il Santo Padre, per il Prelato dell’Opus Dei, per i suoi membri, e per il mondo intero. Offrire la mia malattia significa non lamentarsi mai per essa e non chiedere mai al Signore “perché a me?” . Cerco di essere felice invece di pensare alla sofferenza continua. Quando ebbe inizio la mia malattia mi resi conto che sarebbe stata un’opportunità per avvicinarmi di più a Dio.