Il curato d’Ars nella vita di san Josemaría

San Josemaría era molto affezionato al santo curato d’Ars, patrono dei parroci. Pubblichiamo parte di un articolo di approfondimento sulla devozione del fondatore dell’Opus Dei per san Jean-Marie Vianney. L’articolo del teologo Laurent Touze è stato pubblicato nel volume 8 di Studia et Documenta (2014).

All’epoca in cui san Josemaría stava cercando un patrono per le relazioni delle persone dell’Opus Dei con i vescovi, a parte Jean-Marie Vianney, primo curato di parrocchia canonizzato[1] (nel 1925), il numero dei sacerdoti secolari presenti nel martirologio è molto scarso, se si escludono i martiri e i fondatori di congregazioni religiose che in genere sono stati elevati agli onori degli altari perché hanno versato il loro sangue per Cristo o hanno aperto un nuovo cammino di vita religiosa, ma non nella loro veste di sacerdoti secolari. La sola eccezione a mia conoscenza è quella di sant’Ivo di Tréguier, morto nel 1303 e canonizzato nel 1347, ma egli non figura nel calendario romano.

San Josemaría potrebbe non aver mai sentito parlare di colui che detiene in molti paesi il titolo di patrono degli uomini di legge, benché egli stesso fosse giurista.

Appare peraltro un po’ misero e fuor di dubbio inesatto, ridurre la figura del curato d’Ars agli occhi di san Josemaría a due parametri negativi: primo, non è spagnolo; secondo, è uno di quei pochi preti secolari canonizzati, e quindi non avrebbe avuto molti concorrenti al momento della ricerca di un intercessore. Alla luce di quanto sopra esposto, formulerò qui di seguito altre ipotesi per spiegare la scelta di san Jean-Marie Vianney.

Il curato d’Ars, modello di relazioni con il suo vescovo

Come vedremo più avanti, san Josemaría conosceva indubbiamente molto bene la vita del santo curato. Avrà quindi rilevato che l’abate Vianney visse in modo esemplare il rapporto con il suo prelato, accompagnandolo con tanta obbedienza e lealtà; la sua intercessione per le relazioni con i vescovi risponde pertanto ad una logica. Per citare un esempio tra i tanti di questa obbedienza, si ritiene che proprio grazie al suo vescovo, mons. Alexandre Devie (†1852), che gli fece scoprire la teologia morale di sant’Alfonso Maria de Liguori, allora in piena fase di diffusione nel XIX secolo[2], Giovanni Maria abbandonò il rigore dei suoi primi anni di ministero.

Il vescovo di Belley scrive infatti nel 1830 una lettera pastorale di elogio della Theologia moralis di sant’Alfonso[3] e si può considerare che, nel 1839, il santo curato si sia infine liberato di quel rigore che lo aveva inizialmente spinto a praticare l’assoluzione differita quale mezzo abituale di conversione delle anime[4]. Peraltro, teneva sempre con sé e leggeva durante l’inverno il trattato Théologie morale à l’usage des curés et des confesseurs (1844) del cardinale Jacques Thomas Gousset, arcivescovo di Reims (morto nel 1866), grande sostenitore della dottrina alfonsiana[5]. L’influenza di Liguori sul curato d’Ars, esercitata quindi attraverso il suo vescovo, gli permise di assolvere immediatamente i penitenti veramente contriti, fortificò il suo amore per l’Eucarestia e lo incoraggiò a predicare con il consiglio persuasivo quasi sempre sull’amore divino[6].

Pertanto, questa influenza del suo vescovo è fondamentale per dimostrare la santità di Jean-Marie Vianney: un tale legame del santo curato con il suo Ordinario spiega, forse, il perché sia stato scelto come intercessore per le relazioni con i vescovi.

Il curato d’Ars nella biografia di san Josemaría

Si può pensare tra l’altro ad alcune circostanze della vita del fondatore dell’Opus Dei che, probabilmente, gli hanno reso simpatico il curato d’Ars.

Jean-Marie Vianney è stato canonizzato da Pio XI il 31 maggio 1925, alcune settimane dopo l’ordinazione di san Josemaría avvenuta il 28 marzo. In un contesto ecclesiale di canonizzazioni piuttosto rare, si può supporre che san Josemaría abbia sentito parlare di questo atto del Pontefice. Sappiamo che durante il periodo madrileno posteriore, a partire dal 1927, il fondatore dell’Opera distribuiva molte riviste a carattere religioso: le conosceva e le leggeva forse già da prima e probabilmente in esse sarà stato riportato l’evento della canonizzazione[7].

Si può anche immaginare che egli nutrisse una certa simpatia per uno di quei rari preti secolari canonizzati e, per di più, morto meno di settanta anni addietro. In effetti, la canonizzazione dell’abate Vianney nel 1925 fu un evento eccezionale per almeno due ragioni: si trattava di un sacerdote secolare e, ancor più, di un quasi contemporaneo. In riferimento all’esiguo numero di preti secolari canonizzati cui si è fatto cenno prima, la tabella seguente mostra come siano rare le canonizzazioni sino al Vaticano II e riguardino insolitamente uomini e donne scomparsi in tempi recenti[8].

Papi

Canonizzazioni

Santi del

XIX secolo

Santi del

XX secolo

Pie VII (1800-1823)

5

Gregorio XVI (1831-1846)

5

Beato Pio IX (1846-1878)

52

Pio VII (1800-1823)

18

San Pio X (1903-1914)

4

1

Benedetto XV (1914-1922)

3

1

Pio XI (1922-1939)

34

11

Venerabile Pio XII (1939-1958)

33

20

4

San Giovanni XXIII (1958-1963)

10

5

1

San Paolo VI (1963-1978)

84

34

1

San Giovanni Paolo II (1978-2005)

482

(di cui 402 martiri)

300

125

Benedetto XVI (2005-2013)

43

19

15

Un altro elemento da tener presente si riferisce ad un fatto: la canonizzazione avviene solo 13 giorni dopo il ritorno di san Josemaría dal villaggio aragonese di Perdiguera, in cui rimase fino al 18 maggio del 1925 e dove esercitò le sue prime settimane di ministero. Può darsi che egli abbia fatto un confronto tra le piccole parrocchie di campagna di Ars e di Perdiguera. Peraltro, in merito a situazioni simili a queste dal punto di vista pastorale ed umano, un profondo conoscitore della spiritualità di fine XIX e inizio XX secolo ha scritto:

"Jean-Marie Vianney era diventato per il clero cattolico un simbolo, una speranza e una bandiera. Molti umilissimi ecclesiastici, come il curato d’Ars in paesi che sembravano una terra arida e sterile, come lui poverissimi, frugali e con pochi mezzi di sostentamento, sinceramente pregavano e operavano ripromettendosi il rifiorire della religione, della pratica e del fervore mediante l’aiuto di Dio, per mezzo del pane eucaristico e la devozione a Maria Santissima[9]".

Si osserverà per inciso che la scelta di un santo francese è ancor più rilevante considerando la francofobia che si era cercata di inculcare nel piccolo Josemaría sin dall’infanzia, in particolare in collegio, in conseguenza dei crimini commessi dalle truppe francesi in Spagna durante le guerre del primo Impero[10]. Maturando fisicamente e cristianamente, Josemaría, da vero cattolico, non solo imparò a reprimere quell’animosità, ma si sentì anche in dovere di amare ancor più la Francia per cancellare dai suoi ricordi quel clima di antipatia che aveva segnato i suoi giovani anni[11].


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[1] Cfr. Marc Venard (ed.) Histoire du christianisme, t.VIII: Le temps des confessions, Parigi, Desclée, 1992, p. 1026. San Pietro Fourier (†1640), curato di Mattaincourt in Lorena, era stato canonizzato nel 1897 ma al primo titolo come fondatore delle Canonichesse della Congregazione di Nostra Signora.

[2] Cfr. Gilbert Humbert, Jalons chronologiques pour une histoire de la pénétration en pays francophones de la pensée et des œuvres d’Alphonse de Liguori, in Jean Delumeau (ed.), Alphonse de Liguori: pasteur et docteur, Parigi, Beauchesne, 1987, pp.369-401; La recezione del pensiero alfonsiano nella Chiesa: atti del congresso in occasione del terzo centenario della nascita di S. Alfonso de Liguori, Roma, 5-7 marzo 1997, Roma, (Bibliotheca historica Congregationis SSmi. Redemptoris, 18) Collegium S. Alfonsi de Urbe, 1998.

[3] Cfr. Gérard Cholvy – Yves Marie Hilaire, Histoire religieuse de la France contemporaine (1800-1880), I, Toulouse, Privat, 1985, p. 156.

[4] Cfr. Gérard Cholvy, Être chrétien en France au XIXe siècle (1790-1914), Parigi, Seuil, 1997, p. 113.

[5] Cfr. Henri Convert, Le saint curé d’Ars et le sacrement de pénitence, 1a partie, c. VII, Lyon, Emmanuel Vitte, 1923.

[6] Cfr. Bernard Nodet, Jean-Marie Vianney, curé d’Ars. Sa pensée, son cœur, Le Puy, Xavier Mappus, 19605, p. 20.

[7] Cfr. Josemaría Escrivá, Apuntes íntimos, n. 86, 25 agosto 1930 in Vázquez de Prada, El Fundador, vol. I, p. 321.

[8] Cfr. Benoît Pellistrandi, De la “acción de los católicos” a la santidad laical. El Historiador frente a la santidad contemporanea, in Josep-Ignasi Saranyana et al. (eds.), El caminar histórico de la santidad cristiana: de los inicios de la época contemporánea hasta el Concilio Vaticano II, XXIV Simposio Internacional de Teología de la Universidad de Navarra, Pamplona, Servicio de Publicaciones de la Universidad de Navarra, 2004, pp. 19-42, qui p. 40. Cfr. anche https://www.vatican.va/news-services/liturgy/saints/index-canoniz-beat-fr.html, consultato il 14 febbraio 2014.

[9] Pietro Stella s.d.b., Don Bosco nella storia della religiosità cattolica, II, Roma, LAS, 1981, p. 307.

[10] Cfr. Vazquez de Prada, El Fundador, vol. III, p. 414.

[11] Cfr. AGP, serie M.2.2., 428-6, 20 giugno 1956. AGP, serie A.2, 83-1-2, K, p. 2.