Contro l'orologio

P. V., Italia

Assieme a mio figlio, ho ricevuto un favore da San Josemaría e desideravo parteciparvene la gioia. La persona citata è stata informata e conferma l'esattezza di quanto riportato a suo riguardo.

"5 luglio 2012, mattino, manca poco alle otto. Convoglio 9702 da Venezia. Con il mio figlio minore stiamo andando a Milano; una volta giunti lo affiderò all'accompagnatore che seguirà il suo gruppo nel periodo di studio in Inghilterra. Arriveremo tra un'ora, avremo il tempo per fare l'ultima colazione continentale. Mio figlio, che oggi si è dovuto alzare molto presto, già la pregusta, poi alle dieci ci congederemo. Inizio già a fare le raccomandazioni d'uso: lui è un ragazzo serio ed affidabile ma so che è importante per lui (e per me) sentire che partecipo anch'io alla sua esperienza. Tutto sembra scorrere molto regolarmente ma improvvisamente la Freccia Bianca rallenta e si arresta! Sulle prime sembra trattarsi di una normale precedenza da dare ad un altro treno ma il trascorrere dei minuti fa temere qualche altro tipo di imprevisto.

Alle nove siamo ancora fermi. Chiamo l’accompagnatore per avvertirlo di un possibile ritardo; lui ha anche gli altri ragazzi da sorvegliare, conveniamo di trovarci direttamente all'aeroporto. Accompagnerò io mio figlio, tanto ci sono ampi margini: l'imbarco è appena alle 13.05 e Malpensa non dista più di un'ora da Milano Centrale. Però il treno non riparte ancora. Dopo un po' le insistenze dei viaggiatori convincono il capotreno ad esplicitare che si tratta di un guasto non riparabile al locomotore e che stiamo attendendo la motrice rimorchio. Giunti a Brescia si dovrà scendere e risalire sul primo treno che va a Milano. L'attesa si fa un po' ansiosa, giacché alle dieci siamo ancora fermi ed i tempi cominciano a farsi stretti. Alle dieci e mezza la situazione è immutata: bloccati in aperta campagna siamo in balia della motrice rimorchio che ancora non arriva!

Cristian, che intanto si era mobilitato per cercare qualche soluzione che da Brescia conducesse direttamente a Malpensa, ci informa sconsolato che purtroppo non ha trovato alternative percorribili. Nella consapevolezza della situazione venutasi a creare e delle sue possibili conseguenze con serietà mi dice: "non resta che raccomandarci". Sì, ricorriamo. Nel libretto di preghiere che abbiamo con noi c'è anche quella a San Josemaría; a mio figlio consegno un'immaginetta del Santo che parla ai bambini con dietro una semplice invocazione ed invito anche lui a ricorrere. Recitiamo mentalmente con calma.

Il treno è ancora fermo, ma siamo sereni, sappiamo che di questo fatto è al corrente il Cielo. Non passano molti minuti che l’accompagnatore richiama per dirci che ha contattato la compagnia aerea ottenendo la garanzia di un posto sul volo successivo. E' uno spiraglio: Mio figlio viaggerebbe solo ma arriverebbe alla meta. Mentre parliamo anche il treno comincia a muoversi! Con estrema lentezza raggiunge Brescia, corsa trafelata all'altro binario per essere tra i primi a salire sul primo treno che passa (anzi sul secondo: un altro viaggiatore ci avvisa che il primo è un locale che ferma in tutte le stazioni e che poco dopo arriverà una Freccia). Undici passate e siamo di nuovo in viaggio contro l'orologio. Continuiamo a sperare: se il treno recupera e la navetta per Malpensa partisse immediatamente mio figlio si riunirà al suo gruppo sul filo dei minuti. Purtroppo però alle 12.15 siamo ancora alle porte di Milano, arriveremo alle 12.30. Impossibile umanamente fare l'imbarco alle 13.05. Intanto Cristian ottiene dalla compagnia aerea una procedura eccezionale di imbarco: anche la stiva viene tenuta aperta oltre i termini solo in attesa che arrivi mio figlio! Preciso di essere un semplice impiegato, non godo di alcun particolare privilegio sociale. Mio figlio arriva a Malpensa alle 13.35; dieci minuti dopo è sull'aereo. Assieme al suo gruppo giungerà puntuale a Londra alle 15.51 ora italiana.

Al punto in cui eravamo non saprei dire quante probabilità ci fossero che mio figlio riuscisse a prendere l'aereo con gli altri, ma credo che abbiamo sfiorato l'impossibilità statistica. Il ricorso a San Josemaría è avvenuto in un momento in cui solo l'avverarsi di una serie di circostanze favorevoli indipendenti tra loro poteva consentire a mio figlio di raggiungere il suo gruppo. Ringrazio San Josemaría per esserci stato vicino anche in questa circostanza. In più occasioni ho avuto modo di sperimentare la sua benevola presenza ed il suo aiuto nelle piccole ma per me grandi tempeste della vita."