Assemblea regionale italiana: i commenti dei partecipanti

Si è conclusa la fase finale dell’Assemblea regionale italiana, nella quale si sono analizzati i tanti contributi raccolti nei mesi precedenti da tutti i fedeli e gli amici dell’Opus Dei che hanno voluto partecipare alla fase preparatoria. Le assemblee regionali si svolgono ogni dieci anni e hanno carattere consultivo, per proporre come servire meglio la Chiesa e la società, in ogni paese e in ogni momento storico.

La prima e più importante fase dell’Assemblea regionale si è svolta con l’invito, per tutti i fedeli e gli amici dell’Opus Dei, a inviare considerazioni, proposte e osservazioni a partire dalle linee condivise dal prelato dell’Opera nel dicembre 2023.

Nel corso del 2024 sul sito sono stati pubblicati dieci contributi per riflettere proprio sui temi dell’Assemblea.

Complessivamente sono state coinvolte quasi tremila persone, che hanno partecipato a 395 focus group e hanno inviato 2330 contributi personali. Considerando che i fedeli dell’Opus Dei in Italia sono circa 4.200, significa che più del sessanta per cento dei fedeli dell’Opus Dei hanno partecipato attivamente ai lavori dell’Assemblea. Hanno inviato riflessioni e proposte anche diverse centinaia di cooperatori e amici.

La fase finale dell’Assemblea regionale

Una volta conclusa la fase preparatoria di ricezione delle proposte, si sono tenute le giornate di lavoro per riassumere e sintetizzare la grande mole di riflessioni, spunti e proposte ricevute da tutta la Regione italiana. Per le donne queste giornate si sono tenute a maggio mentre per gli uomini, a fine agosto.

In entrambe le sessioni, i partecipanti si sono distribuiti in commissioni e i lavori si sono articolati sui grandi temi della identità e della missione: fraternità, formazione, lavoro, famiglia, educazione e scuola, gioventù, comunicazione, iniziative di impegno sociale. Parte delle proposte ha riguardato anche la preparazione del centenario. Ogni commissione ha redatto un documento conclusivo che è poi stato approvato dall’Assemblea.

Tutti i documenti redatti in questa fase conclusiva sono stati inviati al prelato dell’Opus Dei, accompagnati dalla relazione finale, senza omettere alcunché delle riflessioni e proposte.

Queste ultime confluiranno nel Congresso generale ordinario convocato nella prossima primavera e serviranno per la preparazione del centenario della fondazione dell’Opus Dei.

Alcuni commenti sulla fase finale dell’assemblea regionale

Quello che mi ha più colpito e più mi è rimasto nel cuore, è stato lo spirito con cui tutti abbiamo affrontato questo lavoro: umiltà, collaborazione, disponibilità al dialogo, attenzione alle cose davvero essenziali – tralasciando impressioni e preferenze personali. E, allo stesso tempo, ho avuto anche la chiara percezione che si era in famiglia: diversi per età, livello culturale, esperienza professionale, anni di vocazione, tutti eravamo piacevolmente insieme, intervallando in maniera naturale sessioni intense di lavoro con chiacchierate a pranzo e a cena su amici, famiglia, iniziative apostoliche. In poche parole … eravamo tutti a Casa! - Daniele, direttore amministrativo, Roma

Mi ha stupito e rimarrà impresso nel mio cuore come abbiamo lavorato tutte con lo stesso spirito e comunione di intenti, per cercare una visione rinnovata e attuale dell’Opera. - Emanuela, medico, Roma

È stata una bellissima esperienza di lavoro e di condivisione: numerari, soprannumerari, aggregati e sacerdoti: tutti erano rappresentati. Si è tenuto conto di ogni singolo questionario e focus group pervenuto: l’obiettivo era proprio mettere in evidenza ogni singolo apporto arrivato, senza alcuna “censura” da parte nostra. Questo metodo mi ha sorpreso positivamente fin da subito. Non c’è stata la minima percezione di “decisioni precostituite dall’alto”: ogni partecipante, giovane o anziano, sposato o celibe, poteva dire la propria opinione in piena libertà e responsabilità, e veniva rispettata e votata in ugual modo. Davvero lo Spirito Santo veglia sull’Opera, affinché si mantenga sempre “giovane”. - Giovanni, dentista, Vicenza

Quello che mi ha lasciato questa assemblea è, soprattutto, un senso di sorpresa. Non immaginavo che tanta gente potesse relazionarsi, lavorare, stare insieme, per alcuni giorni, sempre con quel clima di famiglia, di affetto, ma non qualcosa di costruito, qualcosa di genuino. Sorpresa per quanto riguarda la chiarezza, la trasparenza con cui abbiamo letto tutti i questionari, valutati, espresso dei pareri, formulato delle ipotesi, veramente con una chiarezza, una trasparenza nel dirsi le cose unica, che non immaginavo. E alla fine sono rimasto anche sorpreso per una vera e profonda collegialità: non ci sono state differenze fra numerari, aggregati soprannumerari, sacerdoti, direttori. Coordinati dal vicario, eravamo tutti allo stesso livello. Certe proposte andavano a votazione e nessuno si offendeva se non veniva approvata la propria mozione: quindi grande sorpresa, grande clima, una bella esperienza davvero. - Gianni, dirigente scolastico, Roma

Ciò che ci ha detto don Giovanni, il vicario regionale, mi è rimasto impresso e per me riassume il senso di queste giornate: «L’Io si è messo al servizio e ha lasciato parlare Dio attraverso i contributi di ogni persona dell’Opera in Italia». È stata un’occasione per ringraziare per la bellezza di questa famiglia, che è soprannaturale ma fatta di legami umani, veri ed autentici. Un momento per riscoprire cosa mi aveva fatto innamorare dell’Opera e sceglierla ancora una volta. - Martina, ricercatrice, Milano

È stata l’occasione per riscoprire, per l’ennesima volta, cosa mi ha portato alla vocazione, cosa mi ha fatto innamorare della vita nuova che mi si apriva davanti. Per stupirmi, ancora una volta, di fronte alla grandezza dello spirito dell’Opera e di fronte alla serietà della responsabilità che ognuna (tra le persone che hanno compilato i questionari e le persone presenti alla fase finale dell’assemblea) sente verso il mondo. - Maria, architetto, Reggio Calabria