Anna: prendersi cura di chi si prende cura

Anna ha studiato come infermiera e oggi lavora nella Direzione Clinica del Policlinico Universitario Campus Bio-Medico: «da un certo punto di vista oggi i miei pazienti sono anche i medici, gli infermieri e gli amministrativi che lavorano insieme a me».

«Grazie alle persone che ho incontrato al Campus ho visto incarnato lo spirito dell’Opera, mi sono avvicinata a Dio e ho capito la mia vocazione».

Anna, romana cresciuta nel quartiere di Colli Aniene, lavora nella Direzione Clinica del Policlinico Universitario Campus Bio-Medico: «Ho conosciuto il Campus Bio-Medico grazie a mia madre - racconta Anna - che mi segnalò l’open day di infermieristica del 1998/1999. Lì incontrai un’infermiera neolaureata, che era già stata in un campo di volontariato all’estero: mi affascinò. Ho sempre desiderato prendermi cura delle persone molto concretamente, per questo ho scelto di fare l'infermiera».

«Sin da piccola ho frequentato gli scout, in particolare un gruppo nautico - prosegue Anna - Da sempre sono appassionata di montagna. Al primo anno di università, quando ho iniziato a fare turni di tirocinio in Ospedale, ho lasciato l’attività scout ma ho continuato a ricevere formazione partecipando a un circolo, che ci veniva dato da un’aggregata.

Formazione e radicalità

«Già dagli anni del liceo ero davvero alla ricerca della mia strada. Fin dai tempi dello scoutismo avevo avvertito in fondo al cuore che Dio mi chiedeva qualcosa, ma non sapevo cosa. Nell’Opera ho trovato da una parte la formazione cristiana e la direzione spirituale, che non avevo mai ricevuto prima in quel modo, e dall’altra la radicalità del vivere il Vangelo in quello che già avevo, nella mia vita quotidiana.».

«Non pensavo che nell’Opera ci fosse una vocazione per me - ricorda Anna -: immaginavo che sarei dovuta andare in missione in qualche paese remoto dell’Africa. In poco tempo ho conosciuto la bellezza dell’Opera come Famiglia, e ho capito all’interno della Chiesa quello era il mio posto, lì mi sentivo a Casa. Poi durante un ritiro spirituale di tre giorni, vicino Roma, a Genzano, capii che Dio mi chiamava a un amore esclusivo bellissimo, nell’Opera. Poche settimane dopo, al termine della novena dell’Immacolata del 2001 chiesi l’ammissione come aggregata».

Prendersi cura di chi si prende cura

Oggi Anna è Responsabile della qualità dell’Ospedale e Ricercatore in Scienze Infermieristiche: «Da una parte ho l’opportunità di stare con gli studenti per lezioni, progetti di tesi o tutorato ed è appassionante - spiega Anna - e dall’altra lavoro in Policlinico in diversi ambiti che mi permettono di stare a contatto con molte persone.

Quando mi mancano i pazienti, mi serve ricordare che lavoro per loro, per la qualità delle loro cure, e da un certo punto di vista oggi i miei pazienti sono anche i medici, gli infermieri e gli amministrativi che lavorano insieme a me».

Parte del lavoro di Anna, infatti, consiste nel lavorare con i professionisti dell’Ospedale per promuovere il miglioramento continuo della qualità e anche nell’accogliere e ascoltare le richieste di aiuto e ricevere le segnalazioni di cose che vanno bene o vanno male: «Dedico tempo ad ascoltare per prendermi cura di chi cura o anche degli studenti e dei loro problemi: da un problema nell’assistenza ad un paziente, ad un imprevisto durante il tirocinio, o alla difficoltà nel superare un esame. A volte vorrei poter fare di più per i colleghi, per i pazienti, per le persone che curiamo e che passano per il nostro Ospedale. Allora mi aiuta pensare che dietro a qualsiasi cosa che faccio ci sono persone, pazienti, studenti, e che posso trasformare il mio lavoro, qualsiasi lavoro abbia tra le mani, in preghiera per tutti e per tutto, e affidare il resto a Dio».

Trasmettere l’Amore senza tante parole

Appassionata di cooperazione internazionale e componente del Centro di Bioetica del Campus, Anna è docente di Bioetica nel corso di laurea per infermieri: «Qualche tempo fa ho tenuto una lezione sulla prevenzione dell’eutanasia. Dopo la lezione diversi studenti si sono confrontati e mi hanno confidato di aver recentemente perso la mamma o il papà o di avere persone care malate. Da questo dialogo con gli studenti, insieme ad altri docenti è nata l’idea di far celebrare una Messa per le persone care defunte o malate, nella quale il sacerdote ha letto le intenzioni di preghiera di ciascuno degli studenti: erano felici, è bello che loro sentano che noi siamo per loro e che di loro ci occupiamo».

“Uno dei motivi di gratitudine per il Campus – continua Anna - è che in tutti questi anni mi ha dato anche la possibilità di prendermi cura delle persone a cui voglio bene, la mia Famiglia dell’Opera, i miei genitori, fratelli, parenti, amici, nei momenti in cui hanno avuto bisogno e anche durante la pandemia, e di poter vivere quello che diceva Nostro Padre “… per le persone malate … un pezzo di Cielo”.

«Credo che la nostra unione con Dio possa essere molto semplice e molto reale, ed è fondamentale per tutto il resto. La preghiera è tutto. Nelle difficoltà e per tutto, chiedere aiuto. Per le cose belle e in ogni circostanza, ringraziare. Cerco di trasmettere l’Amore di Dio attraverso la vita, il lavoro, l’amicizia e l’affetto, senza tante parole, e quando il tempo sembra poco, aiuta pensare che possiamo essere seminatori di pace e di gioia anche con piccoli gesti, con un sorriso. Penso che questo sia il primo apostolato, e il primo modo di prendersi cura, che si può realizzare in ogni modo e contesto».