​26. Come si spiegano i miracoli di Gesù?

Quasi in ogni pagina del Vangelo ci imbattiamo in personaggi che si chiedono qualcosa su Gesù: da dove viene, come mai insegna con tanta autorità, da dove deriva il suo potere, perché fa miracoli, perché sembra opporsi alle tradizioni, perché le autorità lo respingono. Sono domande che si fecero allora e si sono continuate a fare lungo i secoli. A queste domande se ne sono aggiunte altre sul Gesù storico: che lingua parlava, che rapporto aveva con Qumran, è esistito davvero Ponzio Pilato?

Fra le accuse più antiche dei giudei e dei pagani contro Gesù c'è quella di essere un mago. Nel secolo II, Origene confuta le imputazioni di magia che Celso fa del Maestro di Nazaret e alle quali alludono San Giustino, Arnobio e Lattanzio. Anche alcune tradizioni giudee che risalgono al secolo II contengono accuse di stregoneria. In tutti questi casi, non si afferma che lui non sia esistito né che non avesse realizzato prodigi, ma che i motivi che lo portavano a farli erano l’interesse e la fama personali. Sono affermazioni che si distaccano dalla realtà storica di Gesù e dalla sua fama di taumaturgo, così come appare nei vangeli. Per questo, oggi giorno, il fatto che operò esorcismi e guarigioni è tra i dati che si danno per certi sulla vita di Gesù. Tuttavia, Gesù si distingue nettamente da altri personaggi dell’epoca ai quali vengono attribuiti prodigi. Si distingue per il numero molto maggiore di miracoli che operò e per il senso che dette loro, assolutamente diverso da quello dei prodigi che realizzarono questi personaggi (sempre che ciò sia vero). Il numero di miracoli attribuiti ad altri taumaturghi è molto ridotto, mentre nei vangeli abbiamo 19 racconti di miracoli in Mt 18, in Mc 20, in Lc e in Gv; inoltre nei sinottici e in Giovanni si fa cenno a molti altri miracoli che Gesù fece (cfr Mc 1,32-34 e par; 3,7 e par; 6,53-56; Gv 20,30). Anche il senso è differente da quello di qualsiasi altro taumaturgo: Gesù fa miracoli che implicano nei beneficiati un riconoscimento della bontà di Dio e un cambio di vita. La sua resistenza a farli mostra che non cercava la propria esaltazione o gloria, ma che ciascun miracolo aveva un significato proprio. I miracoli di Gesù si intendono nel contesto del Regno di Dio: “Ma se è con l'aiuto dello Spirito di Dio che io scaccio i demòni, è dunque giunto fino a voi il regno di Dio” (Mt 12,28). Gesù inaugura il Regno di Dio e i miracoli sono una chiamata a una risposta di fede. Questo è fondamentale e specifico dei miracoli che operò Gesù. Regno e miracoli sono inseparabili. I miracoli di Gesù non erano frutto di tecniche (come un medico) o dell'azione di demoni o angeli (come un mago), ma il risultato del potere soprannaturale dello Spirito di Dio. Pertanto, Gesù fece miracoli per confermare che il Regno era presente in Lui, per annunciare la sconfitta definitiva di Satana e aumentare la fede nella sua Persona. Non possono spiegarsi come prodigi sorprendenti ma come manifestazioni di Dio stesso con un significato più profondo del fatto prodigioso. I miracoli sulla natura sono segni che dimostrano come il potere divino presente in Gesù si estenda più in là del mondo umano e si manifesti come potere di dominio anche sulle forze della natura. I miracoli di guarigione e gli esorcismi sono segni che dimostrano come Gesù abbia manifestato il suo potere di salvare l’uomo dal male che minaccia l’anima. Gli uni e gli altri sono segni di altre realtà spirituali: le guarigioni del corpo - la liberazione dalla schiavitù della malattia - significano la guarigione dell’anima dalla schiavitù del peccato; il potere di scacciare i demoni indica la vittoria di Cristo sul male; la moltiplicazione dei pani allude al dono dell’Eucarestia; la tempesta calmata è un invito a confidare in Cristo nei momenti burrascosi e difficili; la resurrezione di Lazzaro annuncia che Cristo è la stessa resurrezione ed è figura della resurrezione finale, ecc.