Volontariato dello smartphone

Un gruppo di ragazze dell'Istituto SAFI-ELIS aiuta le signore del quartiere a utilizzare al meglio i loro telefonini.

Di ritorno dalle vacanze alcune ragazze che avrebbero iniziato il secondo anno all’Istituto Enogastronomico e dell’Ospitalità Alberghiera SAFI-ELIS di Roma si domandavano come sarebbe stato l’anno scolastico: nuove professoresse, nuove compagne di classe, ansie da interrogazione e strategie statistiche per raggiungere la giusta media di voto.

“Abbiamo poi pensato che avremmo potuto dare un tocco diverso a quei mesi impegnativi che avevamo alle porte - racconta Carmencita, una tutor della scuola - così è nata l’idea del volontariato tecnologico”.

Ormai tutti possono avere uno smartphone grazie al quale navigare sul web, rimanere sempre connessi con tutti e aggiornati su quello che succede in tutto il mondo. Ma cosa succede quando si passa da un vecchio telefonino a una nuova tecnologia? Spesso le persone più grandi chiedono a quelle più giovani cose che per queste ultime sembrano più o meno banali: “Perché non posso leggere questa mail? Come mai non ho il wi-fi? Come si configura il mio account Google sul telefono”?

Alcune di noi non avevano mai avuto un’esperienza di volontariato e si sentivano un po' in ansia a stare con persone molto più grandi

Le ragazze della SAFI hanno deciso così di mettere in gioco un passatempo molto diffuso (l’utilizzo dello smartphone), avviando una nuova idea di volontariato chiamata “Tutti Online”. Si tratta di due incontri al mese in cui le ragazze dedicano circa un’ora del loro tempo a tutte le persone che hanno bisogno di una mano per un primo approccio alle nuove tecnologie che riguardano i cellulari.

“Durante la promozione dell’iniziativa – continua Carmencita – abbiamo conosciuto alcuni anziani, che approfittavano dell’aria ancora mite per trascorrere un po’ di tempo in piazza con gli amici. Non eravamo tanto certe che qualcuno avrebbe aderito. Varie persone si dicevano interessate, ma nessuno ci dava una conferma effettiva”.

Dopo tante locandine e un bel po’ di passaparola le ragazze sono riuscite a organizzare il primo incontro di presentazione dell’attività. In questo incontro hanno spiegato che non si tratta di un corso di informatica, ma di un momento in cui le ragazze sono disponibili a rispondere alle domande di chi ha difficoltà nell’utilizzare il cellulare. “Alcune di noi non avevano mai avuto un’esperienza di volontariato e si sentivano un po' in ansia a stare con persone molto più grandi”, sottolinea Carmencita.

Qui aiuti delle persone più grandi di te, mentre di solito è il contrario: sono i grandi che ti insegnano quello che non sai

Già al secondo incontro si è sparsa la voce e sono venute una decina di signore del quartiere, molto decise ad abbattere le frontiere della tecnologia. L’ora passa velocemente ma è molto intensa, perché ciascuna ragazza si occupa di due signore. Le domande sono le più varie: c’è chi ha bisogno di scaricare un’applicazione, chi di fare un po' di ordine in rubrica, chi impara a usare i comandi vocali di Google, chi si è creato un account di posta elettronica o chi, per la prima volta, manda un sms a sua figlia.

“Alla fine ti senti fiera di te stessa, perché hai fatto qualcosa che aiuta gli altri – racconta Aurora, una delle giovani insegnanti – Qui aiuti delle persone più grandi di te, mentre di solito è il contrario: sono i grandi che ti insegnano quello che non sai. Anche se si tratta solo del cellulare, per noi è stata una bella esperienza. Sono stata contentissima”.