Umberto Farri e l’ICU nelle parole di Paolo Arullani

In occasione dell’evento “Cooperazione internazionale allo sviluppo: ragione e sentimento – L’avventura dell’ICU sulle orme di Umberto Farri”, che si terrà lunedì 14 marzo alle ore 15:30 presso la Sala Capitolare del Senato della Repubblica, pubblichiamo una testimonianza di Paolo Arullani su Umberto Farri, (1928-2006).

Foto di gruppo in Armenia, dove l'ICU ha promosso un intervento a seguito del terremoto del 7 dicembre 1988

Oggi la cooperazione internazionale e l’impegno delle università per migliorare la società sono aspetti noti e imprescindibili della nostra cultura, ma c’è stato un tempo in cui di fatto questi concetti erano innovazione. E Umberto Farri (1928-2006), dopo la sua esperienza da direttore della Residenza Universitaria Internazionale di Roma, nel 1966 diede vita a questa innovazione fondando l’Istituto per la Cooperazione Universitaria (ICU) insieme ad alcuni amici e colleghi.

Chi era Umberto Farri?

Dedicandosi alla cooperazione universitaria per quarant’anni, dalla creazione dell’ICU fino alla morte, Umberto Farri ha lasciato una traccia significativa in molte persone in tutto il mondo, sforzandosi di mettere in pratica gli insegnamenti di san Josemaría, fondatore dell’Opus Dei, che aveva conosciuto nel 1948 e di cui era figlio spirituale: “- Sii utile. - Lascia traccia. - Illumina con la fiamma della tua fede e del tuo amore” (San Josemaría, Cammino, punto n. 1).

Che cos’è l’ICU (Istituto per la Cooperazione Universitaria)?

Oggi l’ICU ha progetti attivi in tanti paesi, ma il primo fu in Perù e fu possibile grazie al coinvolgimento di giovani nel loro periodo di servizio civile, una novità intuita proprio da Umberto Farri e messa in pratica nell’ICU: “L’Università di Piura non sarebbe quello che è, senza il contributo dei progetti dell’ICU e senza il cuore che Umberto seppe metterci”, afferma Antonio Mabres, per molti anni rettore dell’Università nata nel 1969 in una zona periferica del Perù.

Umberto Farri in Cina

Le iniziative dell’ICU sono quindi naturalmente legate alla vita di Umberto Farri, che negli anni è entrato in contatto con centinaia di persone, coinvolgendole e motivandole nel sogno di realizzare opere concrete di cooperazione nel settore dell’istruzione: creare lavoro grazie all’economia di un dato contesto, combattere la denutrizione infantile tramite progetti di formazione sul territorio, migliorare le condizioni di vita delle persone più deboli in contesti bellici o post-bellici, condividere la formazione scientifica necessaria per portare l’acqua dove non arriva, etc.

Molte storie di amicizia con Umberto Farri sono state raccolte nel volume “ICU, un'avventura di cooperazione. Sulle orme Umberto Farri”, edito da Edizioni Ares.

Le parole del prelato dell’Opus Dei su Umberto Farri

Il prelato dell’Opus Dei, mons. Fernando Ocáriz, ha ringraziato con una lettera il presidente dell’ICU, Massimo De Angelis, per avergli donato una copia del volume, ha detto di Umberto Farri:

“Indubbiamente sin dalle prime pagine spicca la figura del Prof. Umberto Farri che, sulla base del suo proverbiale ottimismo realista, riusciva a vedere e a far vedere anche agli altri come una meta raggiungibile qualsiasi possibile intervento concreto per risolvere problemi in ogni Paese dei cinque continenti. Ciò era frutto, tra l’altro, della sua cultura della solidarietà che considera l’uomo, ed il lavoro dell’uomo, come il protagonista principale dello sviluppo e della promozione integrale della dignità umana”.

Umberto Farri con san Josemaría nel 1960.

Il convegno sull’ICU e Umberto Farri

Il volume sarà presentato in occasione dell’evento “Cooperazione internazionale allo sviluppo: ragione e sentimento – L’avventura dell’ICU sulle orme di Umberto Farri”, che si terrà a Roma lunedì 14 marzo alle ore 15:30 presso la Sala Capitolare del Senato della Repubblica.

Il ricordo di Umberto Farri nelle parole professor Arullani

Paolo Arullani, amico di Umberto Farri, con il quale ha anche collaborato in diversi progetti lungo gli anni, e oggi presidente della Biomedical University Foundation, ha voluto contribuire alla memoria del fondatore dell’ICU con una semplice testimonianza, che pubblichiamo:

“Quando nel 1966 è nato l’ICU, non esisteva un impegno universitario ad extra: sebbene questo impegno fosse implicito nel concetto di universitas fin dalle sue lontane origini, non aveva una denominazione né una ricaduta sociale sul piano istituzionale.

Quando nel 1966 è nato l’ICU, non esisteva un impegno universitario ad extra

È stato solo nei primi anni del 2000 che si è cominciato a parlare di “Terza Missione dell’Università”, un tema senza dubbio precorso da Umberto già tre decenni prima, e che ora addirittura è divenuto un obbligo e un obiettivo che determina anche una caratteristica e qualificazione specifica di un’Università.

Umberto Farri con la sua azione ha messo in pratica un pensiero appreso direttamente da san Josemaría, il fondatore dell’Opus Dei, di cui era figlio spirituale: “L’università non vive ignorando le incertezze, le inquietudini, le necessità degli uomini. Non è sua missione quella di offrirvi soluzioni immediate; però, studiando con profondità scientifica i problemi, smuove anche i cuori, scuote le passività, risveglia forze sopite, e forma cittadini disposti a costruire una società più giusta”.

Umberto Farri con la sua azione ha messo in pratica un pensiero appreso direttamente da san Josemaría

Umberto, che ho frequentato dagli anni settanta fino alla sua morte, avvenuta nel 2006, aveva costantemente in mente il collegamento tra l’educazione, la formazione, l’azione. Già negli anni sessanta aveva diretto un collegio universitario a Roma, la RUI (Residenza Universitaria Internazionale), che accoglieva 87 studenti di quasi dieci paesi diversi, con la missione di facilitare il clima internazionale della nostra città, aprire le porte del Paese ad altre culture, stabilire un collegamento con quelli che all’epoca si chiamavano paesi in via di sviluppo.

Umberto Farri con san Giovanni Paolo II.

Qualche anno dopo l’inizio della nostra amicizia, ricordo che Umberto mi venne a trovare alla RUI: ma adesso ero io il direttore, mentre lui si dedicava a tempo pieno all’ICU. Con il fare di un fratello maggiore mi disse: Bene Paolo; tutte queste attività che fate sono molto utili a creare affiatamento tra le persone e a unirle sulla base di progetti e iniziative comuni… Ma se dovessi ricominciare a dirigere la RUI oggi, dopo quello che sto vivendo con l’ICU metterei a fuoco nella formazione dei giovani studenti anzitutto l’amore e l’impegno nelle piccole cose di ogni giorno, come aspetto fondamentale nella formazione del singolo”.

Paolo Arullani, presidente della Biomedical University Foundation


L’evento “Cooperazione internazionale allo sviluppo: ragione e sentimento” si terrà lunedì 14 marzo alle ore 15:30 presso la Sala Capitolare del Senato della Repubblica, in occasione della pubblicazione del libro sulla storia dell’ICU, a cura di Edizioni Ares.