Alessandro, capo scout

A volte la vita va avanti seguendo un percorso non lineare, e il Signore si serve di svolte alle quali possiamo rivolgere anche poca attenzione. Ecco la testimonianza di Alessandro, che voleva fare la guardia forestale ma oggi si dedica a tutt’altro.

“Sono scout da una vita, - inizia Alessandro - e avrei voluto fare la guardia forestale. Per questo stavo studiando scienze agrarie. Ma, mentre ero ancora all’università, hanno sciolto il corpo forestale: questo mi ha lasciato un po’ spaesato, e ho terminato l’università alcuni anni fuori corso”.

“Il papà di un bambino di cui ero capo scout mi fece conoscere l’ELIS, - continua Alessandro - coinvolgendomi per preparare una lezione sulla tecnologia GPS e l’orientamento, temi che conoscevo per la mia formazione scout e universitaria. Tempo dopo la stessa persona mi segnalò la possibilità di fare uno stage in ELIS per una nuova unità professionale specializzata nel settore della formazione di tecnici per le energie rinnovabili”.

Entrai in un mondo meraviglioso, e nello stesso periodo fui lasciato dalla mia ragazza: fu un periodo di svolta, anche se traumatico

Questa nuova avventura professionale arriva per Alessandro insieme ad altri inizi: “Poche settimane prima avevo iniziato a seguire le catechesi sui dieci comandamenti di don Fabio Rosini su invito del mio amico Lorenzo, al quale avevo fatto da padrino in occasione del suo battesimo, avvenuto quando aveva 17 anni”. Queste catechesi sono molto diffuse, prevedono degli incontri settimanali in cui si approfondiscono i 10 comandamenti e si concludono con un ritiro spirituale. Esiste un percorso di catechesi molto simile anche per i sette doni dello Spirito Santo. Alessandro continua: “Entrai in un mondo meraviglioso, e nello stesso periodo fui lasciato dalla mia ragazza: fu un periodo di svolta, anche se traumatico”.

Alessandro insieme a Lorenzo coinvolge altri amici a partecipare alle catechesi sui dieci comandamenti, e piano piano inizia a cambiare prospettiva: “Mi resi conto, gradualmente, che fino a quel momento avevo vissuto con una fede abbastanza superficiale, portando avanti una spiritualità non molto approfondita. Lavorando in ELIS ebbi la possibilità di conoscere l’Opus Dei, e la prima cosa che mi colpì fu capire da chi era formata la Chiesa: da tutti i battezzati, prima di ogni altra specificità”.

Alle catechesi sui dieci comandamenti Alessandro incontra Elena, anche lei scout, ma che conosceva solamente di vista: i due iniziano a frequentarsi, arrivando a fidanzarsi dopo qualche mese. “All’inizio del 2020 Elena si recò in Australia per un periodo di studio di tre mesi, - racconta Alessandro - che a causa della pandemia si prolungò per molto di più. Inoltre nel pieno dell’emergenza sanitaria, a fine febbraio, mio padre si ammalò per una specie di leucemia, ma a causa della pandemia nessuno riusciva a visitarlo”.

Il papà di Alessandro viene ricoverato a fine marzo, un mese dopo l’inizio della malattia, ma non è abbastanza: “Morì in ospedale il 2 aprile, e nei giorni del ricovero non ci arrivavano informazioni, non siamo riusciti nemmeno a visitarlo, come è accaduto a tantissime altre famiglie. Per mia madre, mio fratello e me fu un evento tremendo: non capivamo”.

“Al mio rientro in ELIS i miei colleghi mi furono molto vicini, e un amico mi invitò a partecipare a un ritiro spirituale annuale a Castel Romano che si sarebbe svolto qualche settimana dopo: vissi un’esperienza molto adatta a quel momento della mia vita, diversa sia dalle catechesi che dagli scout. Scoprii una spiritualità pratica: il discorso della santificazione della vita ordinaria attraverso il lavoro fu per me una grande svolta. Iniziai a pensare a Dio come a una persona tra le altre che frequentavo, a Gesù come a un amico con il quale volevo passare più tempo, con un po’ di preghiera personale, a tu per tu”.

riesco a sentire la mano di Dio che collega tra di loro eventi staccati nel tempo

“Oggi mi guardo indietro - riflette il capo scout - e non solo vedo quanto la mia vita sia cambiata: riesco a sentire la mano di Dio che collega tra di loro eventi staccati nel tempo, come il fatto che il mio amico Lorenzo abbia scoperto la fede tramite la mia amicizia, o che avessi conosciuto Elena, con la quale ci siamo sposati a settembre”.

“Come avrei reagito alla morte di mio padre - termina Alessandro - con un orizzonte spirituale diverso da quello che stavo iniziando ad avere? Mi rendo conto di avere avuto, senza merito, un aiuto soprannaturale che mi ha consentito di aiutare gli altri e di non lasciarmi sopraffare dal dolore”.