Raggiungere chi si trova al di là del ponte Morandi

Barbara, Lory, Paola, Elisa ed Antonietta frequentano le attività di formazione dell’Opus Dei a Genova e in questa testimonianza raccontano di un’iniziativa pensata per aiutare chi subisce il disagio logistico dovuto al crollo del ponte Morandi.

Alle 11:36 del 14 agosto 2018, sotto una pioggia torrenziale, in una mattina cupa, Genova ha subito uno dei traumi peggiori della sua storia millenaria: il terribile crollo del ponte Morandi, con la morte di 43 persone e un grande vuoto interiore per i genovesi.

quel ponte era un luogo altamente simbolico

Perché per noi, che ci siamo passati migliaia di volte, quel ponte era un luogo altamente simbolico: il ponte della partenza e del ritorno a casa, il ponte della quotidianità e della vacanza, il ponte tra l'est e l'ovest.

La consapevolezza che ogni nostro familiare, amico, conoscente, che chiunque di noi, al momento del crollo, potesse essere lì è stata viva, forte, traumatica.

Genova si è trovata letteralmente spaccata in due

Il Morandi (il nostro"ponte di Brooklyn" come era affettuosamente chiamato) era via di collegamento quasi obbligata per chi, dal Ponente genovese e ligure, volesse raggiungere il centro della città. Genova si è trovata letteralmente spaccata in due.

A causa del crollo, i quartieri di Ponente si sono sentiti “staccati” dalla città, sia fisicamente che psicologicamente: i tempi di percorrenza per raggiungere il centro si sono enormemente dilatati.

Anche raggiungere per la formazione spirituale il centro dell’Opus Dei della residenza universitaria Capodifaro, nel cuore di Genova, è diventato molto più complicato.

Proprio da questa disgrazia è nata l'idea di proporre attività di formazione cristiana nel Ponente genovese, per facilitare le persone che abitano al di là del ponte: in particolare, abbiamo pensato di organizzare un ritiro mensile nel quartiere di Pegli.

abbiamo pensato di organizzare un ritiro mensile nel quartiere di Pegli

La proposta ha subito trovato accoglienza e così, a fine ottobre, abbiamo avuto il primo incontro. Da allora, ogni mese, abbiamo questa bella opportunità da condividere con tante nuove amiche.

La ferita nel cuore della nostra splendida città richiederà molto tempo e grande impegno per rimarginarsi, ma vedendo crescere sia il lavoro apostolico che i suoi frutti spirituali, non possiamo non pensare che la frase "omnia in bonum[1]" (tutto concorre al bene) è una realtà che si può toccare con mano, soprattutto nelle situazione più dure ed inimmaginabili.


[1] “Ripeti: «Omnia in bonum!», tutto quello che succede, «tutto quello che mi succede», è per il mio bene... Pertanto — questa è la conclusione giusta —: accetta come una dolce realtà ciò che ti sembra così costoso”. San Josemaría Escrivá, Solco, n. 128