Al piccolo ricevimento famigliare hanno partecipato amiche di Laura, giovani e meno giovani, che le hanno fatto venire in mente di quando aveva iniziato a frequentare i mezzi di formazione cristiana dell’Opus Dei, poco prima di chiedere l’ammissione nell’Opera come soprannumeraria, più di settant’anni fa: “C’erano queste signore che mi sembravano così anziane, ma avevano solo trentaquattro o trentacinque anni!”
Prima della testimonianza di Laura, Fernanda, del comitato per il centenario dell'Opus Dei, ha raccontato alcune storie di iniziative apostoliche da tutto il mondo, per invitare a pregare per le persone coinvolte: una dal Brasile e l'altra dal Kazakistan.
In una provincia del Brasile un gruppo di cooperatrici dell’Opus Dei si è organizzato per finanziare a un sacerdote un corso di formazione dottrinale, in modo che avesse migliori strumenti per seguirle nella formazione cristiana; in Kazakistan, dove ogni anno ci sono pochissimi battesimi, nel 2022 alcuni dei battezzati si sono avvicinati alla Chiesa Cattolica anche grazie ai mezzi di formazione cristiana dell’Opus Dei in quel paese.
Proprio un quattordici febbraio di settantadue anni fa, grazie al suo fidanzato, che poi è diventato suo marito, Laura conobbe un sacerdote, don Salvatore Canals, e alcune delle prime donne dell’Opus Dei che erano venute a Roma per fare il lavoro di amministrazione dell’unico centro dell’Opus Dei allora esistente, chiamato il “Pensionato”. “Non sapevo precisamente, prima di quel giorno, cosa fosse l’Opus Dei - ricorda Laura -, ma la testimonianza più significativa che avevo me la dava il mio fidanzato che quando tornava dal circolo aveva una specie di sguardo celestiale. Così quel giorno volli conoscere meglio l'Opera e iniziai ad aiutare le ragazze che vivevano nel centro di via di Villa Sacchetti in alcuni lavori materiali come rammendare vestiti o tende. Ho lavorato insieme a Encarnita e Dora, tra le altre”.
Laura ha avuto la possibilità di conoscere anche Carmen, la sorella di san Josemaría che lo aveva seguito a Roma per rimanergli vicino e per aiutarlo nel fare l'Opus Dei: “Un giorno zia Carmen era seduta accanto a me in un tavolo di lavoro e si preoccupava per le ragazze dell'Opera che avevano tanto lavoro da fare, perché erano poche. Mi lasciò l’impressione di una mamma piena di affetto preoccupata per le sue figlie”.
“Avevo appena iniziato l’università - continua Laura -, e andavo lì tutti i giorni per studiare e dare una mano. Proprio lavorando con queste amiche ho imparato cos’era l’Opus Dei. Non mi parlavano di cos’era l’Opera, ma facevano l’Opera. Mi ricordo che una di loro mi disse: mentre cuci, ti ricordi del Signore? Oggi questa cosa per me è quasi naturale, ma allora fu una scoperta incredibile: il lavoro fatto bene e offerto a Dio, è preghiera”.