«Nel 1974 eravamo in tutto sette genitori milanesi che volevano creare per i figli una scuola libera in linea con i loro valori. E oggi, guarda qua...». Mario Viscovi si guarda attorno: un migliaio di persone, tra famiglie, maestre e prof delle Scuole Faes di Milano, che alla festa per i 50 anni dell’istituzione educativa paritaria hanno incontrato ieri nel cortile della sede che ospita la materna e le due primarie il prelato dell’Opus Dei monsignor Fernando Ocáriz. Perché questa è una delle tante espressioni della laicità appresa dal carisma di san Josemaría Escrivá, che dell’Opera fu l’iniziatore nel 1928. Libertà personale, responsabilità, amicizia, il Vangelo tradotto in una proposta educativa e sociale aperta a tutti. Ocáriz dialoga per quasi un’ora con le famiglie nel cortile della scuola, – domande e risposte sulla fede, la felicità, il valore delle piccole cose, il servizio agli altri, la centralità dei genitori per la scuola, le prove della vita... – dopo aver risposto alle domande di Avvenire.
L’Opus Dei è impegnata in un autentico “viaggio”, invitata dal Papa, per riscoprire la freschezza e la forza delle sue sorgenti. In questo percorso cosa sta scoprendo?
In tutte le nazioni in cui è presente l’Opus Dei si stanno svolgendo le cosiddette “assemblee regionali”, previste ogni 10 anni. Sono momenti importanti e belli di confronto e riflessione. Si scopre ogni giorno il desiderio di centrarsi sulle cose essenziali, sul carisma, trovando modi per viverlo e comunicarlo meglio nelle circostanze attuali. Per esempio, da queste assemblee emerge il desiderio di fondare sempre di più il lavoro apostolico dell’Opera sull’amicizia sincera e sulla trasformazione del cuore, più che su strutture, opere o attività.
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