Il Sinodo sull’Amazzonia, un’occasione per camminare insieme

Dal 6 al 27 ottobre 2019 avrà luogo a Roma il Sinodo sull’Amazzonia. Tutti possiamo partecipare, unendo le nostre preghiere a quelle del Papa e dei Padri sinodali.

Tra pochi giorni la Chiesa intera vivrà, insieme al Papa e ai vescovi riuniti con lui, un nuovo evento sinodale. Ogni volta che si realizza un avvenimento simile, pur essendo il suo obiettivo specifico – in questo caso i lavori del Sinodo riguarderanno la vita e i problemi dell’Amazzonia –, ogni cristiano può sentirsi coinvolto in prima persona.

ogni cristiano può sentirsi coinvolto in prima persona durante il Sinodo

La Chiesa è una famiglia unita nel vincolo d’amore che è lo Spirito e là dove si tratta di uno o un altro dei suoi figli, tutti sono interessati. La piccola Teresa di Lisieux, che abbiamo da poco ricordato nella sua memoria liturgica, ardeva dal desiderio di raggiungere con il suo amore ogni membro del corpo della Chiesa e gioì nello scoprire che questo le era possibile nella preghiera: pur trascorrendo la vita in convento diventerà così patrona delle missioni.

Più dell’interesse e della perplessità: omnes cum Petro ad Iesum per Mariam

Dal 6 ottobre, data di inizio del Sinodo, ciascuno di noi potrà accompagnare con la preghiera i lavori del Papa e dei Padri, anche grazie alle notizie che attraverso i mezzi di comunicazione ci giungeranno dall’aula sinodale. Proprio sui media, insieme a notizie e scambi di opinioni, circolano anche commenti preoccupati su qualche aspetto delle tematiche al centro della riflessione. La lettura dei documenti preparatori del Sinodo, insieme a interesse sincero verso la vita e i drammi dei popoli amazzonici, suscita anche perplessità per l’eccesso di alcuni toni o la radicalità di alcune proposte, anche quando indicate solo come potenzialmente percorribili dalla Chiesa.

La Chiesa in Amazzonia ha bisogno di essere ascoltata

Questo non deve stupire. Dovremmo meravigliarci piuttosto se non fosse così, dal momento che, se è vero che dall’Amazzonia si leva un “grido” che chiede protezione della vita e giustizia, chi partecipa di questo grido e ne è portavoce difficilmente può avere l’equanimità di chi lo ascolta abitualmente da lontano. La Chiesa in Amazzonia ha bisogno di essere ascoltata. Ha bisogno di poter affidare al cuore di tutta la Chiesa le proprie sofferenze e le proprie speranze. E di essere aiutata a orientare la vita e l’azione evangelizzatrice e pastorale nel modo più giusto. Per questo motivo la risposta della Chiesa universale a questo bisogno è il Sinodo.

Nell’Instrumentum laboris (n. 38) si legge: «Il dialogo è un processo di apprendimento, facilitato dall’“apertura alla trascendenza” (Evangelii gaudium n. 205) e ostacolato dalle ideologie». Questo dialogo, franco e sincero, aperto all’azione trascendente dello Spirito, libero dalle lenti deformanti delle ideologie sempre inevitabilmente in conflitto, è quello che papa Francesco, e con lui la Chiesa intera, auspica. Per questo ogni figlio della Chiesa è chiamato nei prossimi giorni a unire la sua preghiera a quella del Papa, affinché il Sinodo sia letteralmente un “cammino insieme”, un andare omnes cum Petro ad Iesum per Mariam, come amava dire san Josemaría.

Il primo “sinodo”

Nel primo evento “sinodale” che la Chiesa ricordi, il Concilio di Gerusalemme avvenuto intorno all’anno 50 d.C., sotto la guida degli apostoli si affrontò un problema relativo alla comunità di Antiochia. Si trattava della questione se fosse necessario o meno richiedere ai neo-convertiti dal paganesimo greco-romano l’osservanza delle prescrizioni mosaiche, che i cristiani provenienti dal giudaismo – tra i quali gli stessi apostoli – ancora praticavano.

Ogni concilio o sinodo è un arricchimento per la Chiesa

La decisione cui si giunse non senza tensioni, attraverso il dialogo e con l’aiuto dello Spirito Santo (cfr. At 15,28-29), fu di importanza vitale per tutta la Chiesa che da quel momento avrebbe potuto diffondere il kerygma – l’annuncio di Gesù Cristo – in tutta la sua purezza, agli uomini di ogni razza e cultura. Ogni Concilio o Sinodo – con i travagli che normalmente lo precedono, lo accompagnano e lo seguono – costituisce un arricchimento per la Chiesa intera e un impulso alla sua missione evangelizzatrice.

La missione di tutti i battezzati

Il Sinodo sull’Amazzonia si terrà durante il Mese Missionario Straordinario voluto da Papa Francesco per tutta la Chiesa. Pensare alla Chiesa che si sforza di illuminare con il Vangelo la vita e la cultura dei popoli amazzonici ci ricorda anche la missione di incarnare il Vangelo oggi nei nostri Paesi, nella nostra Europa.

la Chiesa in fondo è una e la sua missione è la stessa in ogni parte del mondo

Qui non si vivono in modo tanto drammatico le tensioni che lacerano l’ecosistema biologico e umano dell’Amazzonia, ma la sete di Dio nel nostro habitat secolarizzato è per altri aspetti altrettanto acuta. Questo ci ricorda che la Chiesa in fondo è una e che la sua missione è in fondo la stessa in ogni parte del mondo: quella di essere «il segno e lo strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano» (Concilio Vaticano II, Lumen Gentium, n. 1).

L’unità nel dialogo, nella fede e nella carità sarà la migliore testimonianza e il miglior servizio che la Chiesa potrà dare al mondo nell’occasione privilegiata che il Sinodo sull’Amazzonia ci offre.

Don Marco Vanzini