“I primi soprannumerari dell’Opus Dei”, ebook gratuito

Allo scopo di far comprendere l’importanza che fin dall’inizio san Josemaría attribuì alla vocazione delle persone sposate, questo libro contiene due articoli di Luis Cano e Alfredo Méndiz pubblicati sulla rivista Studia et Documenta. Gli articoli compongono un ebook gratuito in italiano che può essere scaricato gratuitamente in PDF, EPUB e MOBI.

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Introduzione

Cano e Méndiz, rispettivamente segretario e vice-direttore dell’Istituto Storico San Josemaría Escrivá sono collaboratori abituali della rivista e la loro firma è un riferimento alla presentazione di testi inediti di san Josemaría, perché partecipano abitualmente alla loro pubblicazione e alla elaborazione dei commenti storico-critici che li accompagnano.

Nell’’articolo Los primeros pasos de la “obra de San Gabriel” (1928-1950) si tratta la storia dello sviluppo dell’attività apostolica dell’Opus Dei con persone sposate o con una prevedibile vocazione al matrimonio, tra il 1928 e il 1950, con uno speciale riferimento agli scritti più antichi del fondatore su tale materia, alla nascita, all’evoluzione e allo scioglimento della Sociedad de Colaboración Intelectual (So-Co-In) e all’ingresso nell’Opus Dei dei primi soprannumerari, intorno al 1948.

L’articolo Los primeros supernumerarios del Opus Dei. La convivencia del 1948, descrive le circostanze nelle quali si incorporarono nell’Opera i primi membri sposati; un desiderio lungamente preparato dal fondatore, e che ebbe l’avvio definitivo nel settembre del 1948, quando – dopo aver ottenuto un riconoscimento da parte della Santa Sede in questo senso – organizzò una attività residenziale alla quale parteciparono quindici persone: lo svolgimento di quelle giornate, nelle quali san Josemaría spiegò molti dettagli della vita dei soprannumerari, è stato ricostruito in parte grazie agli appunti e alle testimonianze dei presenti.

Come ha precisato il prelato dell’Opus Dei, «la chiamata presuppone un’elezione ed è orientata [...] a una missione: essere e fare l’Opus Dei nella Chiesa. Nell’Istruzione di San Gabriele, riferendosi alle soprannumerarie e ai soprannumerari, san Josemaría scriveva: “Vedo questa grande schiera in azione […]. Tutti, sapendo ciascuno di essere stato scelto da Dio per conseguire la santità personale in mezzo al mondo, precisamente nel posto che ognuno occupa nel mondo, con una pietà solida e raffinata, dedita al compimento gioioso – anche se costa – del dovere di ogni momento”[1]. Pertanto, non vediamo mai la vocazione come un insieme di esigenze, di obblighi, anche se è logico che ce ne siano, ma, prima di tutto, come una elezione di Dio, come un grande dono di Dio»[2].

Benché il libro contenga alcuni riferimenti al lavoro di san Gabriele tra le donne – è molto significativa la menzione che Méndiz fa del caso di colei che sembra sia stata la prima persona sposata dell’Opus Dei, Antonia Sierra (1895-1939), una malata di tubercolosi che era stata abbandonata dal marito –, nel periodo cui si riferiscono gli studi raccolti in questo volume, l’apostolato con le donne sposate era appena cominciato; ed ecco il motivo per cui scarseggiano le menzioni sull’esistenzadi soprannumerarie.

La stessa cosa si potrebbe dire dell’apostolato svolto fra persone sposate e impegnate in ogni tipo di professioni. Per esempio, i quindici partecipanti alla convivenza del 1948 a Molinoviejo avevano tutti titoli di studio superiori. In poco tempo il lavoro di san Gabriele si sarebbe esteso in modo ampio a ogni tipo di situazioni: «“Fra i soprannumerari troviamo tutta la gamma delle condizioni sociali, delle professioni e dei mestieri. Tutte le circostanze e le situazioni dell’esistenza sono santificate da questi miei figli, uomini e donne, che si dedicano, nella loro condizione e nella posizione di cui godono nel mondo, a cercare la perfezione cristiana con pienezza di vocazione”[3]. Guardate come insiste nostro Padre sulla pienezza di vocazione. Per ciò che riguarda la varietà, è chiaro che consegue dal fatto che l’Opera è una via di santificazione e di apostolato nella vita ordinaria; una vita ordinaria che ammette tutta la varietà dell’umano e dell’onesto»[4].


[1] Istruzione per l’opera di San Gabriele, n. 9.

[2] Lettera di Fernando Ocáriz, 28 ottobre 2020, n. 23.

[3] Lettera di Josemaría Escrivá, 9 gennaio 1959, n. 10.

[4] Lettera di Fernando Ocáriz, 28 ottobre 2020, n. 23.


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