ELIS raccontato dal Times

Il 30 aprile 1965 il Times parlava della nascita di una rivoluzionaria nuova realtà educativa a Roma: l'ELIS.

Potrebbe essere considerato tra i più eclatanti esempi di tentativi di mettere in pratica le teorie sociali della Chiesa”. Così definiva l’ELIS il corrispondente del Times che, nel 1965, documentava la nascita di una nuova realtà educativa nella Capitale.

Il centro ELIS (Educazione, Lavoro, Istruzione e Sport) di Roma era stato voluto da papa san Giovanni XXIII e la sua realizzazione affidata all’Opus Dei. Sin dalla sua nascita verrà seguito da vicino da san Josemaría e successivamente inaugurato da papa san Paolo VIproprio pochi mesi dopo la pubblicazione di questo articolo del Times.

Ai tempi dell’articolo, i lavori per il completamento del centro ELIS non erano ancora terminati, ma le attività già coinvolgevano da alcuni mesi tanti giovani: 70 alloggiati nel centro e 150 che lo frequentavano quotidianamente. Tra questi, alcuni erano ragazzi provenienti dal Sud e dal Centro Italia, mentre altri erano ragazzi del quartiere, che ai tempi era uno dei più disagiati della città.

All’ELIS, scrive il reporter americano, questi giovani “trovano un alloggio e l’opportunità di prendere parte a corsi specializzati in attività industriali”. Si riferisce alla missione originaria dell’Elis: fornire ai giovani, specialmente provenienti da realtà svantaggiate, i mezzi per imparare un lavoro e poter così contribuire, attraverso di esso, al servizio del prossimo e della società.

Il giornalista passa poi a descrivere le strutture allora in costruzione: c’è la zona degli alloggi, a cui mancano ancora alcuni piani, la biblioteca, ancora da riempire di libri, e le aree di lavoro, che verranno poi ampliate con la costruzione di un’officina dedicata alla formazione dei nuovi lavoratori.

Un altro elemento fondamentale è quello della chiesa parrocchiale, oggi San Giovanni Battista al Collatino, e infine della palestra e dei campi da gioco che “rappresentano uno degli scopi del lavoro del centro: fornire strutture, fino ad oggi inesistenti, ai giovani locali”. Sono già iniziati, racconta il reporter, gli allenamenti di “una fiorente scuola calcio” guidata da un allenatore professionista.

L’autore si sofferma infine a ricordare lo scopo di questo nuovo centro, ovvero quello di “offrire strutture a un quartiere dove sia la popolazione che le abitazioni hanno servizi ormai superati”. Il tutto con “uno sguardo che va oltre il quartiere stesso”, sottolineando la vocazione ad essere un luogo in cui accogliere non solo i giovani del quartiere, ma anche quelli provenienti da altre periferie, i migranti di allora: non solo quelli italiani, ma anche provenienti da Africa e America del Sud.

In basso il ritaglio di giornale originale del 1965.

Oggi, oltre alla missione originaria che riguarda in particolare i ragazzi con meno possibilità e ai quali viene insegnato un mestiere utile, le attività di formazione dell’ELIS spaziano dalla specializzazione post diploma alla preparazione universitaria e al mondo del lavoro digitale.
Tutte queste iniziative seguono il filo rosso della formazione umana, ispirata cristianamente dalle parole di san Josemaría: “"L’oro puro e i diamanti stanno nelle viscere della terra, non sul palmo della mano. La tua opera di santità – per te e verso gli altri – dipende dal fervore, dall’allegria, di questo tuo lavoro, oscuro e quotidiano, normale e ordinario" (San Josemaría Escrivá, Forgia, n. 741).

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