Detenuti in scena per il cambiamento

I detenuti del carcere di massima sicurezza di Lanciano si sono esibiti in uno spettacolo teatrale nell’aula magna della residenza universitaria Celimontano di Roma.

Capita a tutti di andare a vedere una rappresentazione teatrale, anche se non in un teatro: un salone parrocchiale, una stanza o una palestra possono diventare immediatamente un palco. In questo caso il palco è l’aula magna della residenza universitaria Celimontano di Roma e gli attori sono i detenuti della casa circondariale di Lanciano.

Sophia, studentessa al primo anno di Archeologia e residente del Celimontano, nei mesi scorsi ha partecipato insieme ad altre ragazze al progetto di volontariato nel carcere della provincia di Chieti: “Il tema di quest’anno è stato il cambiamento - spiega la ragazza - e ogni volta che andavamo ci inventavamo dei modi per stimolare la riflessione dei detenuti su questo”.

Lo spettacolo è stato molto emozionante e divertente

Uno dei progetti culturali ai quali i detenuti possono partecipare è proprio il laboratorio teatrale, che ogni anno culmina con uno spettacolo. Quella di sabato non era la prima, che era stata già fatta nel carcere con la partecipazione delle famiglie dei detenuti, ma era la prima volta che l’opera teatrale veniva rappresentata al di fuori della casa circondariale: “Dopo aver visto la prima in carcere - continua Sophia - abbiamo chiesto a Lucia, la direttrice della casa circondariale, se era interessata a portare lo spettacolo a Roma, al Celimontano”.

Una volta richiesti i numerosi permessi, poiché si tratta di circa quindici detenuti in vari regimi (dai reati comuni alla massima sicurezza), la direttrice è riuscita a organizzare la trasferta a Roma: “Il primo impatto è stato molto pesante, - racconta Sophia - perché mi ero abituata a vedere i detenuti nel loro ambiente, mentre qui nell’aula magna venivano scortati uno a uno dalle guardie del penitenziario”.

L’aula magna era piena, e qualcuno è dovuto rimanere in piedi: “Lo spettacolo è stato molto emozionante e divertente - conclude Sophia - sono riusciti a superare le aspettative di tutti, che forse si aspettavano un prodotto più amatoriale”.

Alla fine della rappresentazione teatrale i detenuti hanno voluto leggere una lettera di ringraziamento:

Troppi nel mondo soffrono a causa di soprusi di pochi che tengono in catene i molti, senza che questi abbiano colpe. Noi, invece, in qualche modo abbiamo le nostre colpe, abbiamo infranto la legge e offeso la società civile con scelte scellerate.

l’averci concesso questa avventura, evidenzia quel profondo senso di recupero e speranza che ci viene rivolto (lettera dei detenuti)

Noi cristiani cattolici conosciamo bene la storia di Saulo di Tarso e del suo straordinario incontro con Gesù sulla strada di Damasco.
Chiunque può fare un incontro speciale con una persona speciale, ma poi deve saper scegliere. Scelte giuste per una vita giusta e non sprecata nel male e per il male.

Il nostro Direttore, coadiuvato dai tanti operatori e dagli agenti penitenziari, mai ci hanno fatto pesare il senso della colpa. Mai ci hanno trattato con sentimenti giustizialisti (!!!) anzi, l’essere qui, l’averci concesso questa avventura, evidenzia quel profondo senso di recupero e speranza che ci viene rivolto.

Quindi, nel rispetto della sua decisione, ringraziamo Dio per tutte quelle splendide giuste persone che ci fa trovare sulla sua strada. Grazie