Conferenza di mons. Ocáriz per il dottorato honoris causa della Facoltà Teologica di Wroclaw (Polonia)

Il 22 giugno 2022 mons. Ocáriz ha ricevuto il dottorato honoris causa dalla Pontificia Facoltà di Teologia di Breslavia (Papieski Wydział Teologiczny we Wroclawiu). Offriamo un breve resoconto della conferenza da lui pronunciata per l’occasione.

Nella sua lectio magistralis mons. Ocáriz ha toccato tematiche che erano state oggetto dei suoi interessi di teologo prima che, nel 1994, fosse chiamato a dedicarsi esclusivamente a incarichi di governo nella prelatura dell’Opus Dei. Anzitutto ha parlato del mistero di Cristo e della dimensione metafisica della teologia; poi, della dimensione credente ed ecclesiale di tale scienza; infine, del dibattito tra la teologia e la cultura post-cristiana.

Le considerazioni di mons. Ocáriz sulla necessità del sostegno metafisico necessario a una teologia che voglia mettere Cristo al centro della sua riflessione hanno preso avvio dalle definizioni che gradualmente, nei primi secoli del cristianesimo, misero a fuoco i contorni del mistero di Cristo.

Il prelato dell’Opus Dei ha fatto riferimento alle basi metafisiche di quella prima elaborazione teologica che comprendeva concetti chiave, come “persona” o “atto di essere”, senza i quali non sarebbero state possibili le successive definizioni dogmatiche della fede cristiana. In questo contesto, ha precisato che “la filosofia, e più specificamente la metafisica, intesa in senso realista, come filosofia dell’essere, è necessaria, soprattutto per la riflessione speculativa sulla Rivelazione”.

“Il teologo – ha proseguito Ocáriz – fa teologia a partire dalla fede e non al di fuori di essa, il che comporta anzitutto la responsabilità di non allontanarsi dalla comunione con il Magistero e di mettere la sua ricerca, senza pregiudizio della legittima indipendenza di cui gode, al servizio della missione della Chiesa”.

Ne consegue la dimensione apologetica della teologia che nel mondo attuale, appesantito dalla zavorra di una diffusa cultura post-cristiana, acquista particolari connotazioni. “Pertanto – ha detto – mi sembra importante che, nell’ambito delle Facoltà Teologiche, si presti la giusta attenzione ai fenomeni culturali post-cristiani, con i quali assai spesso deve fare i conti la missione di trasmettere il Vangelo”.

Tra le manifestazioni della cultura post-cristiana, il prelato dell’Opus Dei si è soffermato in particolare sul cosiddetto “nuovo ateismo”, propugnato da alcuni scienziati razionalisti come Richard Dawkins. A tale proposito, la sua proposta consiste, da una parte, nell’approfondimento della formazione dei sacerdoti e dei laici su alcune questioni fondamentali per la fede, come i principi teologici e filosofici dell’esistenza di Dio e della creazione, e, dall’altra, una maggiore conoscenza dello stato attuale delle scienze della natura.

“La conoscenza della natura – ha affermato – non ci allontana dalla comprensione che la fede ci offre della relazione fra la creatura e il Creatore. Ci aiuta, al contrario, a riconoscere la presenza di Dio nelle opere della creazione e nella nostra capacità di cercarlo in esse con gratitudine, rispetto e amore”.

Nel testo letto da mons. Ocáriz, destinato soprattutto a specialisti di studi teologici, nella patria di san Giovanni Paolo II, si sono succedute diverse citazioni del pontefice polacco.