Il carisma dell’Opus Dei e la fedeltà di san Josemaría

In occasione del 2 ottobre, anniversario della fondazione dell’Opus Dei, condividiamo una riflessione di don Giulio Maspero sul carisma di questa “bella famigliola” della Chiesa.

Il 22 luglio del 2022 è stata resa pubblica la lettera apostolica in forma di Motu proprio di papa Francesco Ad charisma tuendum. Questa lettera apostolica è arrivata dopo la riforma della Curia Romana, messa in atto dalla Costituzione Apostolica Praedicate Evangelium del 19 marzo, che ha implicato lo spostamento della dipendenza delle prelature personali dalla Congregazione per i vescovi al Dicastero del Clero.

Il desiderio di papa Francesco è favorire un governo fondato sul carisma e non solo sulla gerarchia, conformemente alla coessenzialità e correlatività dei doni gerarchici e doni carismatici precedentemente evidenziate dalla Lettera della Congregazione per la Dottrina della Fede Iuvenescit Ecclesia, del 15 maggio 2016.

Il desiderio di papa Francesco è favorire un governo fondato sul carisma e non solo sulla gerarchia

Il prelato dell’Opus Dei, mons. Fernando Ocáriz ha immediatamente scritto a tutte le persone dell’Opus Dei, manifestando obbedienza filiale: “Vorrei che questo invito del Santo Padre risuonasse con forza in ciascuna e in ciascuno di voi. È un’occasione per capire in profondità lo spirito che il Signore infuse nel nostro fondatore e per condividerlo con molte persone nell’ambiente familiare, professionale e sociale.” Ma come sfruttare questa occasione? Cosa vuol dire la correlatività tra doni gerarchici e doni carismatici? Perché è importante per la missione dell’Opus Dei?

Le persone dell’Opera l’anno scorso avevano concretamente pregato per il progetto di "migliorare lo slancio e il coordinamento del lavoro apostolico" e il Motu proprio può essere letto come risposta a quelle preghiere. Infatti, esso ha come scopo aiutare coloro che appartengono alla prelatura a concentrarsi più sul proprio carisma che sulla struttura, per "promuovere l’azione evangelizzatrice che i suoi membri compiono nel mondo."

le pareti di una casa non sono la famiglia. è normale cambiare abitazione nel tempo

Due immagini possono aiutare. La prima è quella della famiglia. Questa ha bisogno di una casa, di un posto dove abitare, dove dormire, dove crescere i bambini. Ma tale edificio non è la famiglia, che invece è formata da quelle persone che si amano, si vogliono bene, o almeno cercano di farlo. Loro hanno bisogno delle pareti che proteggono questo spazio che è lo spazio della vita, ma le pareti non sono la famiglia. È normale cambiare abitazione nel tempo, proprio perché la famiglia cresce. È chiaro che la casa è importante, che ti definisce. Quando arrivi da qualcuno la casa dice molto della famiglia che la abita, per questo san Josemaría parlava di focolari luminosi e allegri. In inglese, per esempio, si distingue house da home: questo è il focolare costituito dalla famiglia nella casa, e non semplicemente l’edificio, che è fondamentale ma non è tutto. Così il carisma costituisce la famiglia, mentre la struttura gerarchica è analogo all’edificio.


la vocazione all’Opus Dei è un carisma che abbiamo ricevuto dalla sorgente divina grazie alla fedeltà di san Josemaría

L'altro esempio, amato da san Josemaría, è quello del fiume, che come l’esempio precedente, ha fondamento teologico. Il Signore è Vita, è Padre, Figlio e Spirito Santo, che è il loro Amore, la Vita stessa del Padre del Figlio. E questo Amore, questa Vita traboccano nel dono, traboccano perché Dio si vuole donare. Potremmo dire che la Trinità non ci sta più dentro dall’Amore e dalla Vita che ha ed è. Il mondo, dice Agostino, è il traboccare della vita interiore di Dio (cfr. De Trinitate, VI, 10,11): il mondo, la storia, noi siamo amore di Dio che non ci sta più dentro e si dona fuori di sé, perché è fuori di sé dall’amore. Il nostro Dio è loco de amor, pazzo d’amore. Dunque questo amore, questa vita, come un fiume, “come un fiume di pace” (Is 66,12) dice Isaia, scende verso di noi. È un corso d’acqua che feconda, trasforma, in modo tale che sulle sue rive crescono alberi rigogliosi (Sal 1). Ma ciò accade perché c’è un alveo, c’è uno spazio che accoglie tale vita, evitando che essa si disperda. Non c’è fiume senza sorgente e non c’è fiume senza alveo.

Così la vocazione all’Opus Dei è un carisma che abbiamo ricevuto dalla sorgente divina grazie alla fedeltà di san Josemaría al carisma fondazionale, in parte condiviso con i primi che lo hanno seguito, da lui chiamati cofondatori. Ma ciascun membro dell’Opus Dei ha una vocazione divina che rinvia a un alveo gerarchico. E il carisma ha la precedenza rispetto alla forma giuridica. Si pensi che prima di essere prelatura, l’Opus Dei già esisteva ed era sé stessa nel lungo percorso giuridico che ha caratterizzato la sua esistenza. Così i sacerdoti della Società Sacerdotale della Santa Croce appartengono pienamente a questa “bella famigliola”, come amava chiamarla il Fondatore, pur non avendo un vincolo gerarchico con essa, ma solo associativo. La vocazione è unica, anche per chi ha appena chiesto l’ammissione e, quindi, dal punto di vista giuridico non appartiene ancora alla prelatura.

il Motu proprio può essere letto come spinta a riscoprire la vocazione personale, che è esattamente un carisma

Così il Motu proprio può essere letto come spinta a riscoprire la vocazione personale, che è esattamente un carisma, come sorgente di ispirazione dell’azione apostolica tesa a cambiare il mondo. L’Opera in primo luogo è famiglia e fiume di vita. Il battezzato non ha bisogno di chiedere il permesso a nessuno per annunciare Cristo, proprio perché è identificato con Lui. Per questo san Josemaría diceva che nell'Opus Dei la "spontaneità apostolica della persona" ha "un'importanza primaria e fondamentale". Così non si può attendere che una qualsiasi struttura si faccia carico di ciò che solo il battezzato può fare. Si tratta, allora, di approfondire la dimensione laicale e secolare della vocazione all’Opus Dei, insieme al suo contenuto teologale, fidandosi sempre più dell’azione della Trinità nella storia e nella propria vita, sulle orme di Maria.

Giulio Maspero