Commento al Vangelo: 11 febbraio. Nostra Signora di Lourdes

Vangelo e commento l'11 febbraio, Nostra Signora di Lourdes.

Vangelo (Mc 8,1-10)

In quei giorni, poiché vi era di nuovo molta folla e non avevano da mangiare, Gesù chiamò a sé i discepoli e disse loro: «Sento compassione per la folla; ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Se li rimando digiuni alle loro case, verranno meno lungo il cammino; e alcuni di loro sono venuti da lontano».

Gli risposero i suoi discepoli: «Come riuscire a sfamarli di pane qui, in un deserto?». Domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette».
Ordinò alla folla di sedersi per terra. Prese i sette pani, rese grazie, li spezzò e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla. Avevano anche pochi pesciolini; recitò la benedizione su di essi e fece distribuire anche quelli.
Mangiarono a sazietà e portarono via i pezzi avanzati: sette sporte. Erano circa quattromila. E li congedò.
Poi salì sulla barca con i suoi discepoli e subito andò dalle parti di Dalmanutà.


Commento

Oggi celebriamo la festa della Madonna di Lourdes. Ogni 11 febbraio commemoriamo la prima apparizione di Maria a santa Bernardetta Soubirous a Lourdes. Nel 1992, san Giovanni Paolo II istituì, in questa data, la Giornata Mondiale del Malato. Il fatto di Lourdes ci dice che Maria è decisiva nella storia dell’umanità. Come nella scena del Vangelo di oggi. Nelle nozze di Cana, Maria è la grande protagonista. L’evangelista non ha remore nel collocarla davanti a suo Figlio nella vicenda delle nozze.

Nell’antico Oriente, la celebrazione delle nozze poteva durare anche diversi giorni. Soprattutto quando gli invitati dovevano giungere da luoghi lontani e dopo un lungo viaggio a piedi. Questo fatto giustifica in qualche modo l’indolenza degli sposi e dei servitori, che magari, con il passare dei giorni di festeggiamento, non si resero conto che fosse venuto a mancare il vino. Che disastro! «Come è possibile celebrare le nozze e fare festa se manca quello che i profeti indicavano come un elemento tipico del banchetto messianico (cfr. Am 9, 13-14; Gl 2, 24; Is 25, 6)?»[1]. Questo piccolo dettaglio, poco importante per tutti, è colto dalla sensibilità femminile e pratica di Maria, abituata a porre attenzione e interesse per gli altri. Quando si avvede del problema, pensa subito che suo Figlio può risolverlo. «Non hanno vino». «Guarda come prega suo Figlio, a Cana. E come insiste, senza perdersi d'animo, con perseveranza. — E come ottiene. —Impara»[2].

La richiesta di Maria trascende ormai la scena di Cana e fa vibrare nel cuore di suo Figlio la promessa della salvezza che Dio ha annunciato nella Genesi. Per questo Gesù la chiama con solennità biblica ”Donna”, e pronuncia quell’apparente rimprovero che non è arrivata la sua ora. Un rimprovero che Maria sembra ignorare: «Disse ai servitori: “Qualsiasi cosa vi dica, fatela”». Queste sono le ultime parole di Maria raccolte nei vangeli, Sono un materno testamento per tutti gli uomini.

Gesù non solo cede alla richiesta di sua Madre, ma vuole anche la collaborazione dei servitori che Maria gli presenta. Colui che ordinariamente moltiplica il vino dall’acqua che viene filtrata dalle vigne nei campi, ora ne accelera il processo direttamente dall’acqua che viene trasformata con il lavoro degli uomini. Quando sappiamo essere generosi e sappiamo usare i mezzi per i nostri scopi - «le riempirono fino all'orlo» -, Dio, con la sua opera santificatrice, benedice e trasforma l’impegno umano in opera divina, come segno del suo amore e a beneficio di tutti. «E le cose più ordinarie diventano straordinarie, soprannaturali, quando abbiamo la buona volontà di fare quello che Dio vuole da noi»[3].

Possiamo anche osservare un altro particolare. Il racconto ci dice che lì c’erano sei anfore con una capacità complessiva di quasi 600 litri. L’ acqua che serviva per il rito di purificazione degli ebrei è trasformata da Dio in vino di eccellente qualità e molto abbondante, perché «è cominciata la festa di Dio per tutta l’umanità»[4]. L’abbondanza del vino è un simbolo dell’immenso amore di Dio per gli uomini e prefigura il sangue dell’Agnello che si immolerà sino alla fine per attrarre tutti a sé. Significa, anche, la dedizione del cristiano agli altri per il nuovo comandamento dell’amore, la cui misura è il non avere misura. Maria accelera l’ora di Gesù: quella del mistero pasquale della sua morte e della sua resurrezione, suggerito da quell’appunto temporale con il quale inizia il racconto: «il terzo giorno».

Nel racconto vediamo la grandezza di Maria che è capace di cambiare i piani originari di Dio. Che cosa non farà mai Gesù per sua madre? Tu e io possiamo chiede aiuto a Maria, nostra madre. Come intercessora davanti a Dio, ci farà ottenere le grazie necessarie per migliorare la nostra vita interiore. Ci aiuterà, noi e quelli che abbiamo intorno a noi, a guarire le ferite dell’anima e del corpo. Papa Francesco affermava: «Chiediamo per la sua intercessione che il Signore conceda la salute del corpo e dell’anima a tutti coloro che soffrono a causa di qualche malattia e dell'attuale pandemia, e dia forza a coloro che li assistono e accompagnano in questo tempo di prova che stanno vivendo»[5].

Pablo Edo


[1] Papa Francesco, Udienza generale, 8 giugno 2016.

[2] San Josemaría, Cammino, n. 502.

[3] San Josemaría, Lettera 14-IX-1951, n.23.

[4] Benedetto XVI, Gesù di Nazaret. Dal Battesimo alla Trasfigurazione, Rizzoli, Milano 2007

[5] Papa Francesco, Udienza, 11 febbraio 2021.