Commento al Vangelo: Gesù, via e porta per il Padre

Vangelo e commento del giovedì della 3ª settimana di Pasqua. Dio è la fonte della vita, e a tale fonte possiamo arrivare soltanto con il Figlio. Da ciò, la necessità di cercarlo e ascoltarlo con il cuore aperto e di impegnarci in un dialogo d’amore che prenda tutta la nostra vita. Così, a poco a poco, il nostro volto si andrà a conformare a quello di Cristo e, attraverso di Lui, saremo in comunione sempre più intima con il Padre.

Vangelo (Gv 6, 44-51)

Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: E tutti saranno istruiti da Dio. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna. Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».


Commento

Soltanto il Vangelo secondo Giovanni ci ha trasmesso i discorsi di Gesù che parla del suo rapporto con il Padre. In questi giorni, la liturgia ci ricorda le parole contenute nel capitolo sesto, precisamente nel discorso sul Pane di Vita. La gente che seguiva il Signore, in lui cercavano la vita. E Gesù si offriva loro come Pane di Vita, ma di una Vita che loro non riuscivano a immaginare. Perché il cibo che gli stava offrendo non era semplicemente per il corpo.

Le parole del vangelo di oggi ci incoraggiano a non cessare di cercare, trovare e amare Gesù (cfr. Cammino, 382). Per questo, è necessario un atteggiamento di apertura del cuore, di ascolto fiducioso e grato, di risposta che lascia coinvolgere la propria vita in un dialogo di amore. Si tratta proprio di questo: un vero ascolto che ci entra nel più profondo del cuore e che trasforma la nostra vita secondo quello che riceviamo.

Cristo vuole darci la mano, illuminare la nostra intelligenza, fortificare la nostra volontà e accompagnarci nel cammino incontro al Padre. Dio è la fonte della vita e vuole condurci a questa fonte. E lo fa dandoci l’esempio per seguire le sue orme (cfr. 1 Pt 2,21). La fede è proprio questo: identificarsi con quello in cui si crede.

In una delle letture della Veglia Pasquale leggiamo queste parole: “O voi tutti assetati, venite all'acqua, voi che non avete denaro, venite, comprate e mangiate; venite, comprate senza denaro, senza pagare, vino e latte. Perché spendete denaro per ciò che non è pane, il vostro guadagno per ciò che non sazia? Su, ascoltatemi e mangerete cose buone e gusterete cibi succulenti” (Is 55, 1-2). Quante volte abbiamo usato la parola “saziare” senza capire veramente che cosa vuol dire essere sazi! Infatti, il profeta sta parlando di qualcosa che riempie e che non si perde mai.

E proprio questo è quello che dobbiamo cambiare: cibarci di Cristo, cambiare tutta la nostra esistenza in un dialogo continuo con lui, lavorando con lui, riposando con lui, curando l’intimità del suo amore, anelando di vedere un Padre il cui volto ha contemplato soltanto lui e che ce lo ha mostrato e ce lo mostra nel momento in cui lasciamo che viva in noi.

Juan Luis Caballero