Il prelato dell'Opus Dei in Cile
Martedì 30 luglio
Nell’ultimo giorno in Cile mons. Fernando Ocáriz ha visitato il santuario dell’Immacolata Concezione, che si trova in cima al colle san Cristóbal, dove una scultura della Santissima Vergine veglia e protegge la città di Santiago. Lì, 50 anni prima, san Josemaría aveva pregato il rosario. Appena sceso dall’auto, il prelato ha recitato una Salve Regina all’Immacolata.
Poi il rettore del Santuario, padre Jaime Tocornal, si è avvicinato, gli ha raccontato la storia del santuario e gli ha regalato un libro. Gli ha detto che tre santi erano stati lì: san Alberto Hurtado (un santo cileno), san Giovanni Paolo II e san Josemaría.
Dopo aver pregato davanti all’Immacolata, hanno scattato delle foto e il prelato ha salutato le persone presenti. Di ritorno, mons. Ocáriz e coloro che lo accompagnavano si sono fermati alcuni minuti davanti all’immagine di san Josemaría che si trova nella via a lui dedicata. Lì ha salutato Maribel, che ha trasmesso il saluto ai giardinieri incaricati della cura del luogo, i quali hanno ricevuto con gratitudine il messaggio del successore di san Josemaría.
Nel pomeriggio, con uno sguardo dalle alture alle Ande, il prelato dell’Opus Dei è decollato verso Lima, dove resterà fino all’8 agosto.
Lunedì 29 luglio
Durante la mattina di lunedì, il prelato ha visitato le scuole Trigales e PuenteMaipo, situate a Bajos de Mena, un’area a basso reddito del comune di Puente Alto. Queste scuole hanno aperto i battenti rispettivamente nel 2018 e nel 2014.
Prima di arrivare alla scuola Trigales, mons. Ocáriz si è fermato al Centro de Familia della Fundación Nocedal, a cui appartengono queste scuole e che riunisce anche collaboratori e residenti delle scuole del comune di La Pintana, offrendo vari corsi e servizi legali e di salute mentale. Questo incontro è stato organizzato in seguito all’invito fatto il giorno precedente da una coppia del centro, Ricardo e Millaray, che aveva chiesto una benedizione per un’immagine della Santa Famiglia.
All’arrivo a Trigales mons. Fernando Ocáriz è stato accolto dai dirigenti della scuola, dai rappresentanti della Fundación Nocedal, dalle insegnanti e dal personale amministrativo. Alcune studentesse gli hanno donato un’immagine della Madonna del Carmelo dipinta da loro, ma non con pennelli, bensì con 7.300 impronte digitali, ciascuna delle quali era stata accompagnata dalla preghiera di un’Ave Maria. Più avanti ha salutato un gruppo di alunne che si stanno preparando per ricevere la prima Comunione quest’anno, e ha colto l’occasione per dir loro che il Signore le accompagna già e che da quel momento lo farà in modo più intenso, spiegando che «Lui le ama tanto e le sta aspettando nell’Eucaristia».
Successivamente un gruppo di alunne del laboratorio musicale aveva preparato una piccola esibizione con strumenti classici. Al termine mons. Ocáriz ha detto loro che la musica è espressione della bellezza «che porta a pensare a Dio, che è la Bellezza suprema».
Dopo si è recato nello spazio dove sorgerà la futura cappella della scuola. Lì ha benedetto un’immagine di san Giuseppe e una della Madonna, che presiederà un giardino della scuola.
Alla scuola PuenteMaipo il primo incontro è stato con il team di robotica, che ha recentemente vinto il premio “team revelation” in un campionato mondiale di robotica svoltosi negli Stati Uniti. Nel cortile un altro gruppo di giovani dell’orchestra della scuola ha interpretato un brano del film Jurassic Park. Successivamente, durante la ricreazione, il prelato ha piantato un faggio cileno come ricordo della sua visita.
Domenica 28 luglio
L’incontro del Padre con le famiglie si è svolto con persone provenienti da tutto il Cile: da Arica, una città al confine con il Perù, fino a Punta Arenas, una città a più di duemila chilometri a sud della capitale.
La riunione è stata presieduta da uno sfondo di montagne e mare, e da una copia della Madonna del Santuario di Lo Vásquez – la “Purísima” – che sta girando per varie iniziative apostoliche dell'Opus Dei in segno di gratitudine per il pellegrinaggio che san Josemaría fece lì cinquant’anni fa. Davanti a quella immagine, le migliaia di partecipanti hanno pregato l’Angelus, e l’orchestra del Colegio Nocedal e il coro del Colegio Almendral hanno eseguito un pezzo musicale.
Il filo conduttore di molte risposte del Prelato è stata la necessità di pregare. «La prima cosa per tutti è la preghiera» ha affermato. «Come preserviamo la fede dei figli? Pregando. Come affrontiamo con gioia le difficoltà della vita quotidiana per sostenere la famiglia? Pregando. Come possiamo accompagnare meglio gli anziani, i malati, i moribondi? Chiedendo al Signore per loro e insegnando loro a pregare. Ha raccomandato la recita del Santo Rosario, sottolineando il grande valore di ripetere quella preghiera davanti alla Madonna, l’“onnipotenza supplicante”. Ha anche fatto notare che la forza la traiamo dall’Eucaristia – centro e radice della vita cristiana – perché lì si fa presente la redenzione del mondo.
La Scuola Agricola Las Garzas ha regalato al Prelato una bottiglia del vino che producono lì e che porta il nome di Don Adolfo, in ricordo del sacerdote Adolfo Rodríguez, prima persona dell'Opus Dei nel Paese e uno dei principali promotori della Scuola.
Un gruppo di famiglie del Centro Familia de la Fundación Nocedal ha raccontato che, incoraggiate da una lettera in cui il Padre esprimeva la sua vicinanza e la sua preghiera per le vittime dei gravi incendi a Viña del Mar, quaranta famiglie di La Pintana e Puente Alto sono andate in soccorso e a sostenere le persone colpite. Mons. Ocáriz ha detto loro di offrire sempre comprensione e affetto, oltre all’aiuto materiale.
Venerdì 26 luglio
Più di trecento professori hanno ascoltato con attenzione le parole del prelato dell'Opus Dei, mons. Fernando Ocáriz, durante la lezione tenuta ai piedi della Cordigliera delle Ande, presso l'università che porta lo stesso nome.
Con questa attività mons. Ocáriz, che è anche rettore onorario dell'università, ha dato inizio al suo terzo giorno in terra cilena. Durante l'esposizione ha commentato gli elementi che compongono il concetto di “identità cristiana”, tra i quali ha sottolineato il primato della persona, la preoccupazione per gli altri, l'armonia nella ricerca di fede e ragione, l'amore per la libertà, l'autorità come servizio, la collegialità, la giustizia e la dimensione pubblica.
«Le università sono nate per ispirazione del cristianesimo, perché, in fondo, il desiderio di sapere e di approfondire la conoscenza del mondo e delle persone è profondamente cristiano». Il Prelato ha spiegato che, nel suo processo di ricerca della verità, sia per la sua origine che per la sua stessa natura, il cristiano giunge alla conoscenza di Dio.
L'identità cristiana, un concetto che il Padre ha riassunto come «identificazione con Gesù Cristo», ha un carattere sia istituzionale che personale. «Il primato della persona è fondamentale» ha sottolineato. E ha spiegato che in ogni istituzione educativa che abbia un’identità cristiana, è necessario almeno un nucleo di vita cristiana personale, che dia vita alla struttura.
Riguardo allo sforzo per raggiungere l'eccellenza professionale, il prelato ha ricordato che Cristo è perfetto Dio e perfetto Uomo. «Ciò che è cristiano è umano» ha aggiunto, riferendosi al fatto che l'impegno per il lavoro ben fatto è un elemento proprio dell'identità cristiana. Ha anche parlato della necessaria collegialità che deve esistere nelle università con identità cristiana, intesa come condivisione delle decisioni.
La lezione è stata preceduta da un intervento del rettore, José Antonio Guzmán, che ha ricordato la frase di san Josemaría «sognate e rimarrete indietro», facendo riferimento agli 8.900 studenti di laurea triennale, ai 2.100 di laurea magistrale e agli altri 13.800 studenti di formazione continua dell'Università “de los Andes”.
Al termine della lezione il rettore ha consegnato al prelato la Medaglia d'Oro, una distinzione che, come spiegato in loco, è stata conferita a poche personalità in quell'istituzione e che dimostra il grande valore e affetto verso il prelato dell'Opus Dei.
Incontro con i giovani al “Colegio Tabancura”
Nel pomeriggio il Padre si è ritrovato con centinaia di giovani che partecipano alle attività di formazione spirituale e umana promosse dall'Opus Dei. L'incontro si è svolto presso il Colegio Tabancura (Santiago del Cile), nella stessa aula in cui, cinquant’anni fa, san Josemaría parlò a un gruppo di cileni sulla vita di fede, l’apostolato e la ricerca della santità nelle realtà quotidiane.
«Siamo apostoli. Dobbiamo amare le persone. Tutti sono oggetto dell’amore di Dio» ha detto ai giovani. E ha aggiunto che, per spiegare e per condividere con gli amici l’esperienza della preghiera, soprattutto con persone lontane da Dio, è fondamentale che ci sia una vera amicizia.
Successivamente ha parlato della necessità di mettersi alla presenza di Dio e di pregare per gli altri. Ha sottolineato che l’esperienza della preghiera deve essere trasmessa in modo semplice e naturale.
L'incontro ha incluso momenti di musica tradizionale cilena, e un gruppo di studenti ha recitato le “Payas”, una forma di poesia musicale e picaresca, caratterizzata dalla rima e dall’improvvisazione. Alla fine hanno regalato al prelato un poncho, una coperta tradizionale di lana di pecora, di tessuto pesante e spesso, nota per la sua grande resistenza al freddo, all’acqua e per la sua lunga durata.
Rispondendo a quale fosse il tratto distintivo dell’Opus Dei, mons. Ocáriz ha menzionato la centralità dell'Eucaristia. «Tutto ruota attorno ad essa» ha spiegato. Ha anche parlato del rapporto con Dio radicato nel senso della filiazione divina, che dobbiamo coltivare e che, tra i suoi effetti, favorisce l'ambiente familiare che caratterizza l'Opera nei suoi centri e nelle famiglie dei suoi membri. Inoltre ha sottolineato l'aspetto essenziale di porre nella santità del lavoro il fulcro di tutte le nostre attività.
A uno degli ultimi interventi, riguardante un’iniziativa sociale di un gruppo di giovani, ha risposto che nella persona umana esiste una tendenza a cercare il bene degli altri, tendenza che con la grazia soprannaturale viene accentuata, portandoci ad aiutare maggiormente chi ha più bisogno. «Abbiamo una grande luce, quindi abbiamo la responsabilità di andare verso gli altri. La chiave sta nel vedere in ogni persona Gesù Cristo. Non dobbiamo restare fermi, non dobbiamo rimanere inerti. Spesso possiamo fare più di quanto pensiamo» ha concluso.
Giovedì 25 luglio
La mattina di giovedì mons. Ocáriz ha fatto visita all'arcivescovo di Santiago, mons. Fernando Chomalí. All'incontro erano presenti anche mons. Alberto Lorenzelli, vicario generale dell'arcidiocesi, e il padre Juan Ignacio Schramm, vicario episcopale della zona nord. Mons. Chomalí ha donato al prelato una medaglia della Madonna del Carmine e un libro.
Successivamente il Padre, accompagnato da un piccolo gruppo di persone, si è diretto a piedi verso la Cattedrale, vicina alla sede arcivescovile. Lì ha pregato nella cappella del Santissimo e, durante la visita alla chiesa, è passato davanti all'immagine dell'Apostolo Giacomo (“Santiago” in spagnolo), patrono della città, la cui festa si celebrava quel giorno. Il Padre e le persone che lo accompagnavano si sono incontrati anche con un gruppo di giovani della città di Talca, venuti nella capitale per un incontro previsto nel pomeriggio. Il prelato si è fermato un po’ con loro ed è stata scattata una foto di gruppo.
Successivamente il prelato si è recato alla Parrocchia “El Sagrario”, dove si trova l’immagine della Madonna del Carmine, patrona del Cile, e lì ha pregato per alcuni minuti. Davanti a questa immagine don Adolfo Rodríguez, il primo sacerdote inviato da san Josemaría per iniziare l'Opus Dei in Cile, aveva pregato il giorno dopo il suo arrivo in quel Paese, nel 1950.
Nel pomeriggio mons. Ocáriz si è riunito con più di trecentocinquanta giovani in uno degli auditorium dell'Università “de los Andes”. Rispondendo alle domande dei partecipanti, ha spiegato che la chiave della felicità in questa vita è avere un cuore innamorato di Gesù Cristo. Ha inoltre sottolineato che, di fronte alle difficoltà o allo scoraggiamento, possiamo rivolgerci a Dio come “Padre mio”, con la fiducia di essere Suoi figli, membri della Sua famiglia.
Il Prelato ha incoraggiato i partecipanti a coinvolgere altre persone in opere di servizio agli altri, poiché tutti siamo responsabili del mondo in cui viviamo. Per questo motivo li ha invitati a sognare il bene della propria esistenza e di quella degli altri. Ha proposto loro di vivere una vita felice, innamorata, piena dell'amore di Dio, anche quando compare la sofferenza, perché in mezzo al dolore aiuta pensare all'amore che Dio ha per noi.
Non sono mancate le canzoni: un gruppo ha cantato una melodia dedicata alla Madonna del Carmine e una giovane ha eseguito al piano “Alfonsina y el mar”. Ci sono stati anche dei doni: un asinello, che rappresentava mille ore di studio offerte per i frutti del viaggio del Padre, e delle scarpe artigianali.
Al termine il prelato ha invitato i presenti ad essere generosi nella preghiera per il Papa, per la Chiesa e per l'arcivescovo di Santiago, a cui aveva fatto visita la mattina.
Mercoledì 24 luglio
Alle 7:10 di mercoledì 24 luglio, l'aereo su cui viaggiava il prelato dell'Opus Dei, mons. Fernando Ocáriz, è atterrato in Cile. Lì lo attendeva un gruppo di famiglie. “Gli abbiamo riservato un grande, grande risveglio”, ha commentato una delle madri presenti. E così è stato, perché avevano preparato un paio di canzoni per dargli il benvenuto. La prima era Contracorriente, dedicata ai giovani e composta da una delle ragazze del gruppo di famiglie. La seconda era l’emblematica canzone Si vas para Chile composta da Chito Faró, ed eseguita da Los Huasos Quincheros, che avevano cantato anni prima a san Josemaría.
Il Padre ha salutato e conversato con ogni famiglia con grande affetto. Alcune gli hanno regalato biscotti fatti in casa, altre fiori e lettere. Quando è stato il turno della famiglia Johnson Estévez - una delle famiglie fondatrici della nascente Scuola Pedregales - ha ricevuto una scatola con alcune pietre della scuola, affinché benedicesse questa iniziativa da poco avviata.
La preparazione del viaggio
La visita si svolge nel contesto del 50° anniversario del viaggio di san Josemaría in diversi Paesi dell'America Latina.
In una lettera del 15 luglio, il prelato scriveva: "Tra pochi giorni mi recherò in alcuni paesi del Sud America, a cominciare dal Cile. Come per ogni cosa, conto sull'aiuto della vostra preghiera".
Mons. Ocáriz ha in programma un incontro con le famiglie domenica 28 luglio alle ore 12:00. Questo incontro sarà presieduto dall'immagine di Nostra Signora di Lo Vasquez, che sarà portata in diverse iniziative sociali e apostoliche dell'Opus Dei. Questo pellegrinaggio della “Purísima” è iniziato quando padre César Flores, vicerettore del Santuario di Lo Vásquez, ha contattato il vicario dell'Opus Dei in Cile, don Álvaro Palacios, per proporre che una copia dell'immagine della Madonna facesse un pellegrinaggio per commemorare il 50° anniversario della visita di san Josemaría a Lo Vásquez. “Vogliamo che sia la Purísima di Lo Vasquez a visitare san Josemaría Escrivá e la sua opera”, ha spiegato.
Il 30 luglio mons. Fernando Ocáriz continuerà il suo viaggio pastorale in Perù, Colombia, Ecuador e Venezuela.