Una risposta dello Spirito Santo alla nuova Babele

Il 14 febbraio del 1930 san Josemaría comprese che Dio chiamava anche le donne a far parte dell'Opus Dei, e il 14 febbraio 1943 il Signore gli fece vedere una soluzione giuridica che consentiva l’ordinazione di sacerdoti dell’Opus Dei. In questo articolo don Enzo Arborea riflette sullo spirito dell'Opus Dei.

Trentacinque anni fa, il 22 gennaio 1984, durante il Super Bowl andò in onda per l’unica volta in tv, uno spot che entrò nella storia: una giovane atleta corre con un martello in mano e raggiunge una sala gremita di uomini grigi e spenti; sullo schermo gigante il Grande Fratello indottrina la folla; giunta nel centro della sala, la ragazza ruota su stessa e lancia con tutta l’energia che possiede il martello contro lo schermo che esplode liberando gli spettatori da una sorta di incantesimo. Una voce narrante dice: «Il 24 gennaio Apple Computer presenterà Macintosh e capirete perché il 1984 non sarà come “1984”».[1]

Nel discorso di presentazione del primo Mac, Steve Jobs afferma: «Siamo qui, per cambiare l'universo, altrimenti perché saremmo qui? Stiamo creando una coscienza completamente nuova come fanno gli artisti, o i poeti. Così dovete vedere la cosa. Noi stiamo riscrivendo la storia del pensiero umano».[2]

Un'immagine dello spot Apple andato in onda durante il SuperBowl del 1984

La rivoluzione digitale è oggi una realtà. Il nostro modo di vivere le relazioni e la nostra vita quotidiana sono davvero cambiati. In qualche modo le parole di Steve Jobs sono state profetiche: la tecno-scienza sta riscrivendo la storia del pensiero umano.

Ci sono rivoluzioni che si compiono lanciando un martello e distruggendo l’esistente. Il cristianesimo non è così.

il messaggio del Vangelo è una rivoluzione ma non distrugge l’esistente

A suo modo, il messaggio del Vangelo è una rivoluzione ma non distrugge l’esistente. Piuttosto lo trasforma dal di dentro. Gesù Cristo assume su di sé il male e lo redime. Lo Spirito Santo agisce nel cuore di ognuno, rispettando la nostra libertà, valorizzando il bene presente in noi.

A suo modo, anche il messaggio dell’Opus Dei è una rivoluzione ma non violenta: «è la vita ordinaria il vero “luogo” della vostra esistenza cristiana. Figli miei, lì dove sono gli uomini vostri fratelli, lì dove sono le vostre aspirazioni, il vostro lavoro, lì dove si riversa il vostro amore, quello è il posto del vostro quotidiano incontro con Cristo. È in mezzo alle cose più materiali della terra che ci dobbiamo santificare, servendo Dio e tutti gli uomini».[3]

È in mezzo alle cose più materiali della terra che ci dobbiamo santificare, servendo Dio e tutti gli uomini (san Josemaría)

Era del tutto naturale che un messaggio universale come questo coinvolgesse uomini e donne insieme. Il 14 febbraio 1930 a Madrid, Dio fece comprendere a san Josemaría che la luce fondazionale del 2 ottobre 1928 illuminava la vita di tutta l’umanità, delle donne come degli uomini. Ciò che accadde quel giorno rispecchia proprio la logica di Dio: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa» (Mc 4,26-27).

Dio ci aspetta ogni giorno in tutto lo sconfinato panorama del lavoro

Non è necessario che i martelli distruggano l’esistente perché l’umanità possa ritrovare se stessa e possa comprendere che Dio ci aspetta ogni giorno in tutto lo sconfinato panorama del lavoro: «Sappiatelo bene: c’è “un qualcosa” di santo, di divino, nascosto nelle situazioni più comuni, qualcosa che tocca a ognuno di voi scoprire. […] Non vi è altra strada, figli miei: o sappiamo trovare il Signore nella nostra vita ordinaria, o non lo troveremo mai».[4]

È innegabile che nel mondo della tecno-scienza il lavoro ben fatto sia una realtà. La qualità dei prodotti, del design, dei servizi è eccellente. La cura dei dettagli arriva anche a livelli maniacali. La sensazione, però, è che si ripeta il racconto di Babele: «Venite, costruiamoci una città e una torre, la cui cima tocchi il cielo, e facciamoci un nome, per non disperderci su tutta la terra» (Gen 11, 4).

Probabilmente la Silicon Valley è uno dei luoghi in cui si lavora meglio al mondo, ma la sensazione è che a volte lo si faccia senza Dio, come se Dio non esistesse. La percezione è che uomini e donne costruiscano la città e la torre come se fossero i padroni assoluti del mondo. È in qualche modo ancora l’umanità che cerca di nuovo di diventare come Dio, di essere il creatore, di poter controllare la storia (Gen 3,5: «sareste come Dio, conoscendo il bene e il male»).

Forse queste parole di san Josemaría, nella prospettiva tracciata, risuonano ancora più profetiche di quelle di Steve Jobs: «la nostra epoca ha bisogno di restituire alla materia e alle situazioni che sembrano più comuni, il loro nobile senso originario, metterle al servizio del Regno di Dio, spiritualizzarle, facendone mezzo e occasione del nostro incontro continuo con Gesù Cristo».[5]

In questa visione, lo spirito dell’Opus Dei è una possibile risposta a questa nuova Babele che è la creazione di una coscienza completamente nuova, che è la riscrittura della storia del pensiero umano senza Dio. L’Opera viene nel mondo nel 1928, quando Nietzsche ha già dichiarato che Dio è morto e quando avanzano i totalitarismi del XX secolo. L’Opera cresce e si sviluppa quando, nella post-modernità, la trascendenza di Dio viene eliminata e la verità e il bene diventano del tutto relativi.

l’opus dei ricorda a tutti gli uomini e le donne di oggi che il mondo è stato creato in Cristo, per mezzo di Cristo e in vista di Cristo

Un’antifona della liturgia delle ore proclama: «Ora si compie il disegno del Padre, fare di Cristo il cuore del mondo».[6] È il compito di tutta la Chiesa – e di ogni realtà ecclesiale – da sempre. Forse l’Opus Dei interpreta questa missione con una novità: portare il mondo nel cuore di Cristo! Con il lavoro, noi uomini e donne di oggi, restituendo a tutti gli aspetti concreti e materiali della vita quotidiana il loro senso originario, riportiamo il mondo nel cuore di Gesù Cristo!

Il 7 agosto 1931, a san Josemaría, mentre celebrava la Messa, nel momento della Consacrazione si presentò al pensiero, «con forza e chiarezza straordinarie, quel passo della Scrittura: “et si exaltatus fuero a terra, omnia traham ad me ipsum” (Gv 12,32). […] E compresi che saranno gli uomini e le donne di Dio ad innalzare la croce con la dottrina di Cristo sul pinnacolo di tutte le attività umane… E vidi il Signore trionfare e attrarre a sé tutte le cose».[7]

Lo spirito dell’Opera ricorda a tutti gli uomini e le donne di oggi che il mondo è stato creato in Cristo, per mezzo di Cristo e in vista di Cristo. Con il nostro lavoro e con la nostra vita, riportiamo il mondo nel cuore di Dio e innalziamo la croce di Cristo al vertice di ogni attività umana perché il Signore attragga a sé tutte le cose.

Dio non è un rivale dell’uomo. Il lavoro, realtà amata da Dio, è il luogo dell’incontro con Lui

Dio non è un rivale dell’uomo. Il lavoro, realtà amata da Dio, è il luogo dell’incontro con Lui, è mezzo che opera la redenzione e il redditus, il ritorno del mondo al Creatore. Lo spirito dell’Opera è una risposta dello Spirito Santo alla nuova Babele, a questo mondo storico che vuole ribellarsi al suo creatore che, più che una legittima autonomia, pretende una totale indipendenza da Dio.

Lo spirito dell'Opus Dei è la risposta a un lavoro dell’uomo fatto senza Dio. È una rivoluzione silenziosa che parte dal cuore di ognuno, che agisce come un seme sul terreno che germoglia e cresce senza che nessuno lo sappia. Noi, uomini e donne, con il nostro lavoro e con le nostre vite possiamo compiere il disegno della creazione e della redenzione: portare il mondo nel cuore di Cristo perché Cristo sia il cuore del mondo.

don Enzo Arborea


[1] Cfr. https://www.ansa.it/sito/notizie/tecnologia/hitech/...

[2] La citazione è tratta dal film I pirati di Silicon Valley (1999), cfr. https://it.wikiquote.org/wiki/I_pirati_di_Silicon_...

[3] J. Escrivá, Amare il mondo appassionatamente, Omelia pronunciata l’8 ottobre 1967, in https://opusdei.org/it-it/article/amare-il-mondo-a...

[4] Ibidem.

[5] Ibidem.

[6] Liturgia delle ore, Lunedì della seconda settimana, Vespri, antifona 3.

[7] J. Escrivá, Apuntes íntimos, nn. 217-218 (7-VIII-1931).