Ho trascorso la maggior parte del mio tempo nel Centro Scolastico El Roble a Città del Guatemala. Fin da bambino questa scuola è stata quasi la mia seconda casa: vi ho fatto tutti i miei studi e ora vi lavoro.
Da tempo, approfittando del fatto che il rugby è molto di moda nel mio paese, decisi di introdurlo nel Centro Scolastico. Avevamo l’l’impressione che fosse uno sport disordinato, un po’ selvaggio e violento, ma decidemmo di lanciarci in questa nuova sfida e cercare di affrontarlo con stile e con decoro.
Così nacque il “San Josemaría Rugby Club”. Fra noi, i soci fondatori della squadra, eravamo in molti ad avere devozione per questo santo e decidemmo di utilizzare questo nome in segno di ringraziamento per la formazione ricevuta nelle scuole e nei club che si ispirano ai suoi insegnamenti.
Questo nome ci aiuta a mantenere una linea corretta e il desiderio di aiutarci tra di noi a rimanere vicini a Dio e a fare apostolato con i giovani di altri club con cui giochiamo.
A livello sportivo ci stiamo scontrando con avversari di livello superiore. Nonostante ciò, l’impegno dimostrato ci è valso un riconoscimento all’interno della Società di Rugby Guatemalteco, impensabile in pochi mesi di attività.
La nostra meta sportiva è portare diversi dei nostri giocatori più giovani alle Olimpiadi, nelle squadre nazionali e farci una certa fama nel Centroamerica.
Ci affidiamo all’intercessione di san Josemaria perché ci aiuti a trovare la santità nel rugby!