Sabato 13 gennaio, sul far del giorno, amici e parenti pregavano attorno a Pedro Ballester. Il giovane studente di ingegneria aveva esalato l’ultimo respiro e godeva ormai della presenza di Dio.
Pedro era un numerario dell’Opus Dei: aveva preso l’impegno di seguire Dio vivendo il celibato in mezzo al mondo, lavorando e dialogando con Cristo nella vita ordinaria.
La vita di Pedro è stata breve. Il Signore se lo è portato via a 21 anni, dopo aver combattuto per tre anni contro un cancro pelvico. Benché certe volte il dolore fosse intenso, i suoi amici sottolineano che si lamentava appena. La fede lo aiutava a convivere con la malattia con pazienza e anche, quando era possibile, con gioia.
Negli ultimi mesi, ormai senza alcuna speranza di guarigione, Pedro aveva fatto sapere che preferiva morire “in casa”
I genitori, anch’essi dell’Opus Dei, lavorano a Manchester. Quando Pedro è stato ammesso nella prelatura, avevano accettato che si trasferisse in una casa in cui abitano altri fedeli dell’Opera.
pregava ogni giorno. Quando il dolore glielo impediva, la sua orazione consisteva nell’offrire le sue sofferenze.
Amici e parenti hanno cominciato a pregare intensamente.
Nel frattempo egli si era trasferito in Germania per sottoporsi a una terapia innovativa che, all’inizio, aveva dato qualche speranza. Pedro ha potuto godere di un’estate meravigliosa e ha potuto persino riprendere gli studi di ingegneria a Manchester.
Poi, però, il dolore si è fatto nuovamente presente e il cancro ha ripreso a crescere, questa volta a ritmo inarrestabile.
Allora la sua vita si divideva tra il Christie Hospital e la residenza Greygarth. I suoi fratelli nell’Opus Dei facevano tutto il possibile per aiutarlo umanamente e spiritualmente, insieme con i suoi genitori e i suoi due fratelli, Carlos e Javier. Riceveva la Comunione tutti i giorni e aveva sempre qualcuno con cui conversare. Quando le forze lo permettevano, ogni giorno recitava il rosario e faceva un po’ di orazione mentale. Quando il dolore glielo impediva, la sua orazione consisteva nell’offrire le sue sofferenze
Gli amici andavano spesso a fargli visita. Molti, e anche le infermiere che lo assistevano, sono d’accordo nel ritenere che aveva “qualcosa di speciale”. Gli piaceva molto l’attualità politica e internazionale. Pur non essendo per nulla clericale, aveva amici sacerdoti, per i quali pregava in modo particolare. Sapeva soffrire pensando alle sofferenze di Cristo e offriva i propri dolori per il bene spirituale di altre anime.
Pedro era una persona normale, con difetti e lotte come chiunque. Alcune volte la sofferenza lo deprimeva, soprattutto quando non gli dava tregua per molto tempo. Qualche volta piangeva. Certe volte si arrabbiava, ma la sua lotta era reale ed eccezionalmente coraggiosa.È vissuto ed è morto come fedele numerario dell’Opus Dei e voleva aiutare gli altri ad essere fedeli alla loro vocazione. Una volta, meno di un mese prima di morire, un gruppo di giovani dell’Opus Dei andò a trovarlo in ospedale. Dopo essere stati tutti insieme, ha voluto parlare con loro individualmente. Poi si è saputo che Pedro li aveva incoraggiati, uno per uno, a essere fedeli e a perseverare nella vocazione.A uno dei più giovani ha domandato: “Sei felice?”; questi ha detto: “Sì, lo sono; e tu, Pedro?”. Dopo tre anni di sofferenze e ben sapendo che la morte non era molto lontana, il malato ha risposto: “Sì, non sono mai stato tanto felice”.
“Sei felice?”; questi ha detto: “Sì, lo sono; e tu, Pedro?”; ben sapendo che la morte non era lontana, il ragazzo ha risposto: "Sì, non sono mai stato tanto felice".Pedro è morto a Greygarth all’1,30 del mattino del sabato, giorno dedicato alla Madonna, con lo scapolare e davanti a un’immagine della Madonna di Guadalupe. Attorno a lui c’erano i genitori, i fratelli Carlo e Saverio, e altri fedeli dell’Opus Dei. È morto dopo aver ascoltato queste parole che il sacerdote rivolgeva a Dio: “Rivolgi a noi i tuoi occhi misericordiosi...”.
Joseph Evans, cappellano di Greygarth Hall (Manchester)