Nella prima parte dell’omelia il cardinale Lazzaro You Heung-sik si è soffermato sulla centralità di Cristo nel sacramento dell’ordine sacerdotale: “Non sarete semplicemente voi a far tutto ciò - non sareste capaci! - ma sarà Cristo in voi, per mezzo di voi. Ed egli non vi fa strumenti suoi solo per un tempo, ma per sempre, come abbiamo cantato nel Salmo. Oggi infatti - ha ricordato il Prefetto del Dicastero per il Clero - si stabilisce tra voi e Gesù un legame nuovo, che non si scinderà mai più”. Riprendendo un modo di dire del cardinale coreano Stefano Kim, diventare “una grande ostia nella società”, il celebrante ha invitato gli ordinandi non solo a “celebrare l’Eucaristia, ma a diventare voi stessi Eucaristia, vita spezzata per i fratelli e le sorelle”.
Il cardinale You Heung-sik ha poi continuato ricordando che nei documenti del Concilio Vaticano II “si parla dei presbiteri quasi sempre al plurale”, collegando a questa osservazione una sua esperienza personale, che si riferisce a un sacerdote che curò la sua formazione al ministero: “Egli ribadiva sempre: Il sacerdote ha bisogno di una casa! Con la sua vita e il suo esempio egli mi ha insegnato a essere come sono, a non ridurre la fraternità sacerdotale a un fatto solo sacramentale, ma vivendola anche concretamente, condividendo le gioie e i dolori dei fratelli”.
Riferendosi all’emozionante testimonianza del cardinale vietnamita Van Thuan, che esercitò il suo ministero in prigione, il Prefetto del Dicastero per il Clero ha concluso l’omelia invitando i sacerdoti a essere così: “totalmente votati a Gesù Cristo; offerti con lui per la salvezza del mondo, fratelli di tutti!”
Al termine della celebrazione, il prelato dell’Opus Dei, mons. Fernando Ocáriz , dopo aver ringraziato il cardinale You Heung-sik, ha rivolto alcune parole ai nuovi sacerdoti: “Come ben sapete, nei momenti di prova, che certo non mancheranno, troverete la forza nella celebrazione dell'Eucaristia, nell’orazione, nel sacramento della Riconciliazione, nella direzione spirituale”.
Il prelato dell’Opus Dei ha poi dedicato alcune parole di incoraggiamento ai familiari dei neo sacerdoti: “È una gioia condividere con voi questa felice celebrazione, che oggi è tale per tutta la Chiesa e per il mondo. Sarà anche un motivo di grande gioia per i genitori che ci accompagnano da lontano o dal Cielo”. Mons. Fernando Ocáriz ha concluso affidando all’intercessione della Madonna e di san Josemaría i nuovi sacerdoti, chiedendo a tutti di unirsi “con la nostra preghiera alle intenzioni di papa Francesco per la Chiesa e per il mondo, implorando da Dio specialmente il dono della pace”.
I 25 nuovi sacerdoti
Tra i nuovi candidati al sacerdozio molti sono africani, come Vitus Chekwube Ntube, originario di Anambra (Nigeria). Ha studiato botanica all’Università di Ibadan. Attualmente sta terminando gli studi a Roma con una ricerca sul contributo dato da Joseph Ratzinger alla teologia della religione. “Essere sacerdote sarebbe un modo di essere un collaboratore della Verità e della Gioia, quello che sant’Agostino chiama il gaudium de veritate, aiutando tutti a scoprire la vera gioia e la gioia della verità”.
Un altro dei futuri sacerdoti è Philip Moss, nato in Ecuador e cresciuto a Washington DC. Ha studiato ingegneria meccanica alla University of Notre Dame e ha lavorato a New York per parecchi anni prima di intraprendere gli studi di teologia a Roma. “Mi fa piacere pensare – dice Philip – che tra poco lavorerò come sacerdote, rendendo presente Cristo nella Chiesa e in tutta l’umanità”.
Pablo Tevere, argentino, perito contabile di professione, nel 1997 si trasferì in Bolivia, dove ha lavorato per ventuno anni in progetti di sviluppo in una delle zone rurali più povere del paese. “Arrivato in Bolivia, mi sono inserito nel settore della cooperazione allo sviluppo per collaborare nelle attività sociali sull’Altopiano della Bolivia. Questa zona del paese si compone di piccole comunità indigene aymaras, nelle quali la povertà si unisce all’emarginazione sociale per motivi etnici. Ora, col mio nuovo ruolo, come diacono e tra pochi giorni come sacerdote, avrò la gioia di continuare il mio lavoro con le persone meno abbienti per aiutarle nelle necessità dell’anima, che riguardano in un modo più marcato le persone che hanno carenze materiali e sociali”.
Javier Marrodán, di Pamplona (Spagna), si ordinerà dopo una lunga parabola professionale nel giornalismo e nella docenza. Ha lavorato nel Diario de Navarra tra il 1988 e il 2007; in seguito, e fino al 2019, ha insegnato nella Facoltà di Comunicazione dell’Università di Navarra. È convinto di poter trovare una certa continuità nel lavoro pastorale che lo aspetta da ora in avanti: “Per molto tempo mi sono dedicato a raccontare storie e a cercare di farlo bene – assicura –. Credo che sia stato un buon allenamento”.
Tra gli ordinandi c’è il panamense Giancarlos Candanedo Páez, avvocato e comunicatore, che si è dedicato al servizio pubblico, alla politica e alla docenza universitaria. Ricorda che “sin da piccolo ho avuto sempre il desiderio di servire il mio paese attraverso la politica, ma anche attraverso la Chiesa; pensavo che le due cose fossero incompatibili. Conoscere il messaggio dell’Opus Dei mi ha dimostrato che ogni lavoro onesto si può e ci può santificare, anche la politica e il servizio pubblico”. Poi aggiunge: “Oggi Dio mi chiede di servirlo in un altro modo, portando la sua Parola, la sua consolazione e la sua misericordia dappertutto. È una grande responsabilità che assumo con gioia e speranza”.
Jorge Oliveira proviene dal Portogallo. Dopo essersi laureato in ingegneria civile nell’Istituto Superiore Tecnico, ha dedicato la propria vita professionale alla gestione di progetti nel settore delle costruzioni e della banca. Gli piace correre e ha fatto quattro maratone complete e settantadue mezze maratone: “Non ho mai pensato che Dio mi avrebbe chiamato al sacerdozio. So che la mia famiglia e gli amici pregano per me e per gli altri 24 che si ordineranno insieme a me. Con lo sguardo alla GMG di Lisbona e seguendo l’esempio di papa Francesco, mi piacerebbe che la mia vita fosse un servizio pieno di gioia a tutti e specialmente ai giovani”.
- I 25 candidati provengono da Spagna, Nigeria, Messico, Cile, Croazia, Portogallo, Argentina, Brasile, Stati Uniti , Costa Rica, Panama e Perù. Ed ecco i loro nomi:
- Sylvanus Sobechi Elias Asogwa (Nigeria)
- Rodrigo Ayude Puga (Spagna)
- Alejandro Bertelsen Simonetti (Cile)
- Giancarlos Candanedo Páez (Panamá)
- Íñigo Cortés Elorza (Croazia)
- Juan Esteban de Sas Rosero (Costa Rica)
- Héctor Devesa Santacreu (Spagna)
- Pablo Espinosa Malpartida (Spagna)
- Daniel Alberto Flores González (Messico)
- Francisco de Castilho Monteiro Gil Serrano (Portogallo)
- Roberto Edgard Hernani Gómez (Perú)
- Juan Ignacio Izquierdo Hübner (Chile)
- Borja Lleó de Nalda (Spagna)
- Alexandre Madruga da Costa Araújo (Brasile)
- Javier Marrodán Ciordia (Spagna)
- José María Martínez Ortega (Spagna)
- Philip Moss (Stati Uniti)
- Vitus Chekwube Ntube (Nigeria)
- Jorge Oliveira (Portogallo)
- Agaba Simon Otache (Nigeria)
- Ferran Parcerisa Pujol (Spagna)
- Uxío Rojo Otero (Spagna)
- Pablo Taberner Sanchis (Spagna)
- Pablo Osvaldo Tevere (Argentina)
- Rodrigo Vera Aguilar (Messico)