Meditazioni: Lunedì della 29ª settimana del Tempo Ordinario

Riflessioni per meditare nel lunedì della ventinovesima settimana del Tempo Ordinario. I temi proposti sono: La preghiera ci responsabilizza personalmente; Il ricco insensato; Saper cogliere i beni immateriali.

- La preghiera ci responsabilizza personalmente

- Il ricco insensato

- Saper cogliere i beni immateriali


Il modo di essere di Gesù, caldo e accogliente, fa sì che coloro che gli stanno intorno possano entrare rapidamente in confidenza con lui. È facile avvicinarsi a Gesù e affidargli, senza ambagi, qualche problema. Molti arrivano da Gesù con grandi interrogativi; altri, invece, gli porgono questioni più ordinarie allo scopo di ottenere un orientamento e di essere consolati. In ogni caso, il Figlio di Dio accoglie ogni supplica con il desiderio di dare a quelle persone che ne hanno bisogno.

San Luca ci racconta di una richiesta che qualcuno ha fatto al Signore in modo diretto e fiducioso: «Maestro, di' a mio fratello che divida con me l'eredità»(Lc 12, 13). Dal punto di vista umano la richiesta di quell’uomo può sembrare comprensibile. Non sappiamo i motivi della disputa e neppure chi delle persone coinvolte avesse maggiore ragione; la questione è che quell’uomo si trova in una situazione complicata, che lo preoccupa, e cerca una soluzione in Dio. E Gesù risponde: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?» (Lc 12, 14).

Con la sua risposta, il Signore non cerca di disinteressarsi delle nostre preoccupazioni, piuttosto ci mostra dov’è l’origine della soluzione dei problemi e di come stabilire nelle nostre case, contando sulla nostra libertà, il regno di Dio. Gesù viene a liberarci dei nostri peccati e a darci la grazia; e, allo stesso tempo, sembra lasciare nelle nostre mani l’orientamento di molti aspetti della nostra vita, come possiamo notare in altre occasioni, «Date a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio» (Lc 20, 25). In tal modo, ci fa vedere che «la preghiera non è un calmante per alleggerire le ansie della vita, o comunque una preghiera di questo tipo non è certamente cristiana. Piuttosto la preghiera responsabilizza ognuno di noi»[1].


Gesù prende spunto dalla richiesta fatta da quell’uomo per invitare quelli che lo ascoltano a vivere il distacco dai beni materiali: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell'abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede» (Lc 12, 15). E, di seguito, il Signore racconta la parabola il cui protagonista è un ricco possidente le cui terre gli producono grandi raccolti. Questo proprietario decide di conservare tutto il grano raccolto in granai nuovi, per vivere poi con comodo. Tuttavia, Dio gli fa vedere che nella stessa notte lascerà il mondo, e gli fa considerare l’insensatezza dell’essersi preoccupato soltanto dei beni di quaggiù, trascurando invece i beni che contano. Il destino di quell’uomo sarebbe stato ben diverso se si fosse ricordato che tutti quei beni erano una vera occasione per amare Dio. «Onora il Signore con i tuoi averi e con le primizie di tutti i tuoi raccolti; i tuoi granai si riempiranno oltre misura e i tuoi tini traboccheranno di mosto» (Pr 3, 9-10).

Il Signore non condanna il possesso delle ricchezze e neppure la prudente preoccupazione per le situazioni terrene. Gesù desidera che il nostro cuore non sia prigioniero di questi beni, perché possono darci soltanto una gioia limitata e superficiale. San Josemaría lo faceva notare così: «Chi ripone la sua felicità unicamente nelle cose di quaggiù — sono stato testimone di vere e proprie tragedie — ne perverte l'uso ragionevole e distrugge l'ordine sapientemente disposto dal Creatore. Il cuore, allora, si sente triste e insoddisfatto; si avvia per il sentiero di un'eterna scontentezza»[2]. Invece, il distacco ci consente di alzare lo sguardo e prendere le distanze da ciò che ci sembra indispensabile. Così, possiamo vedere, in cima a tutto, i doni che il Signore conserva per noi: «Se dunque siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra» (Col 3, 1-2).


Il distacco produce in noi la capacità di scoprire i beni che valgono veramente. È stato questo che seppe apprezzare Abramo, e che Paolo ha sottolineato nella sua Lettera ai Romani: «Di fronte alla promessa di Dio non esitò per incredulità, ma si rafforzò nella fede e diede gloria a Dio, pienamente convinto che quanto egli aveva promesso era anche capace di portarlo a compimento» (Rm 4, 20-21). Non c’è nulla di più immateriale e di meno immediato di una promessa. Ma questo è stato ciò che Dio ha offerto ad Abramo. Non gli diede in quello stesso momento una tierra o una discendenza. E neppure una grande fonte di ricchezza, ma soltanto una promessa. Il patrimonio di Abramo è quasi esclusivamente immateriale e, allo stesso tempo, non si può pensare a una ricchezza più grande: oltre a quello che il Signore diede ad Abramo lungo la sua vita e oltre a essere stato sempre accanto alla sua famiglia, nel corso dei secoli quella terra e quella discendenza saranno una realtà che supererà di molto qualunque possibile immaginazione.

Il distacco ci offre la possibilità di percepire i beni immateriali con i quali Dio vuole renderci veramente ricchi, come ha fatto con Abramo e come ha fatto con tanti santi. Sono doni che non serve attendere di essere in cielo per goderne, ma che possiamo già frequentemente gustare tanto nel presente della nostra vita quanto nel trascorrere dei mesi o degli anni: la vicinanza che Dio ci offre nei sacramenti, l’amore che ci viene dalla nostra famiglia e dagli amici, la gioia che sentiamo quando serviamo gli altri, la soddisfazione che proviamo per un lavoro ben fatto che abbiamo santificato... In tutto possiamo scoprire la maniera discreta di benedirci della provvidenza di Dio. «Vorrei incidere a fuoco nella vostra mente l'idea che abbiamo tutti i motivi per camminare con ottimismo sulla terra, con l'anima libera dalle cose che sembrano imprescindibili, dato che il Padre vostro sa di che cosa avete bisogno! (cfr Lc 12, 30), e sarà Lui a provvedere. Sappiate che soltanto così avremo il dominio sulla creazione (cfr Gn 1, 26-31)»[3]. La Vergine Maria, che ha posto la sua felicità nella promessa di essere Madre di Dio, potrà aiutarci a scoprire la vera ricchezza che il Signore ci ha preparato.


[1] Francesco, Udienza, 21-X-2020.

[2] San Josemaría, Amici di Dio, n. 118.

[3] Ibidem, n. 116