Meditazioni: Domenica della 24ª settimana del Tempo Ordinario

Riflessioni per meditare nella domenica della ventiquattresima settimana del Tempo Ordinario. I temi proposti sono: Il perdono è la gioia di Dio; Dio ci ha amato per primo; Un padre che va incontro.

- Il perdono è la gioia di Dio

- Dio ci ha amato per primo

- Un padre che va incontro


Il Vangelo di san Luca è conosciuto come il «vangelo della misericordia»1; soprattutto perché contiene tre parabole nelle quali Gesù descrive in modo eloquente l’infinita misericordia di Dio verso gli uomini.

I tre racconti seguono uno stesso schema.. All’inizio una persona perde qualcosa che considera di grande valore: il pastore perde una delle pecore del suo gregge; la donna, una moneta che possedeva; un padre, il figlio più giovane che fugge volontariamente lontano da casa. Le tre parabole, inoltre, hanno in comune la reazione del protagonista, che non smette di cercare finché riesce a recuperare quello che tanto ama; e quando riesce nell’intento, prova una gioia straordinaria. Gesù ci rivela che Dio è «sempre colmo di gioia, soprattutto quando perdona»2. «Il perdono è gioia di Dio, prima ancora che gioia dell'uomo. Dio gioisce nell'accogliere il peccatore pentito; anzi, Egli stesso, che è Padre di infinita misericordia, dives in misericordia, suscita nel cuore umano la speranza del perdono e la gioia della riconciliazione»3.

In queste parabole Gesù ci rivela «la natura di Dio come quella di un Padre che non si dà mai per vinto fino a quando non ha dissolto il peccato e vinto il rifiuto, con la compassione e la misericordia»4. La Chiesa non si stanca di proclamare questa verità: Dio ci ama con un amore infinito, uno per uno, perché siamo suoi figli. Si tratta di un annuncio così entusiasmante che non smette mai di sorprenderci. San Paolo VI diceva: «Possiamo pensare che ogni nostro peccato o fuga da Dio accende in Lui una fiamma di più intenso amore, un desiderio di riaverci e reinserirci nel suo piano di salvezza [...]. Dio è - diciamolo piangendo - buono per noi. Egli ci ama, cerca, pensa, conosce, ispira ed aspetta: Egli sarà - se così può dirsi - felice il giorno in cui noi ci volgiamo indietro e diciamo: “Signore, nella tua bontà, perdonami”. Ecco, dunque, il nostro pentimento diventare la gioia di Dio»5.


«Noi abbiamo conosciuto e creduto l’amore che Dio ha in noi» (1 Gv 4, 16). Tutta la nostra vita cristiana si riassume nel confidare che Dio ci ama e nell’accettare con gratitudine questo amore compassionevole che ci viene offerto gratuitamente, tante volte sotto forma di perdono. Benché alcune volte sia più evidente ai nostri occhi quello che facciamo noi – sforzi, fatiche o sofferenze –, in realtà l’amore di Dio precede ogni cosa. Come scrive san Giovanni in una delle sue lettere, «Egli ci ha amati per primo» (1 Gv 4, 19).

Il Concilio Vaticano II afferma: «L’uomo non esiste se non perché, creato per amore da Dio, da lui sempre per amore è conservato, né vive pienamente secondo verità se non lo riconosce liberamente e se non si affida al suo Creatore»6. L’iniziativa, silenziosa e discreta, è sempre sua. Il principio della nostra esistenza è che siamo amati. «Non siamo il prodotto casuale e senza senso dell’evoluzione. Ognuno di noi è frutto di un progetto di Dio. Ognuno di noi è amato, ognuno è necessario»7. Il suo amore ci crea, ci rende capaci di amare col suo stesso amore ed è disposto a trasformare la nostra relazione con noi stessi e con quelli che noi trattiamo.

«Dio è amore; chi rimane nell’amore rimane in Dio e Dio rimane in lui» (1 Gv 4, 16): questo è il cuore della rivelazione di Gesù Cristo. E questo rinnova le nostre relazioni con gli altri. Quando si ama veramente, come Dio ama, si ama semplicemente perché così è, senza cercare nulla in cambio. San Bernardo ne parlava in questi termini: «L’amore è sufficiente per se stesso, piace per se stesso e in ragione di sé. È a se stesso merito e premio. L’amore non cerca ragioni, non cerca vantaggi all’infuori di sé. Il suo vantaggio sta nell’esistere. Amo perché amo, amo per amare»8.


Dio è molto più che un padre di buon cuore, che perdona il peccatore quando ritorna a casa. Dio è un padre che, mosso da un amore personale e gratuito, cerca colui che si è perduto finché non lo trova, come succede con la pecora e con la dracma perdute. Il padre del figlio prodigo non si limita ad aspettare in casa, ma corre ad incontrarlo, gli si getta al collo e lo bacia appassionatamente. Dio esce per le strade, la sua misericordia è molto più forte della nostra debolezza. Ecco perché tutta la rivelazione biblica è, in qualche modo, la storia di un Dio che ci vuole convincere del suo amore. Quando uno sa di essere amato fino a tal punto incondizionatamente, tale convinzione diventa una sorgente di felicità e di gioia, è un trampolino che ci permette di trasformare la quotidianità in occasioni di amare anche Dio e gli altri. «Amati, amamus», ricordava san Bernardo: noi amiamo perché siamo amati.

Ma questo amore misericordioso di Dio non si impone. L’amore è, in tutti i casi, un dono che si offre e che si può accettare solo liberamente. In tal modo, l’amore è, allo stesso tempo, la cosa più forte e la più debole. Il figlio prodigo, per esempio, è costretto a ripercorrere all’inverso la strada che lo aveva allontanato dalla casa paterna e accettare l’abbraccio di suo padre. «La misericordia che Dio dimostra ci deve spingere sempre a ritornare. Figli miei – diceva san Josemaría –, la cosa migliore è non andar via da lui, non abbandonarlo; ma se qualche volta per debolezza umana ve ne andate, ritornate di corsa. Egli ci accoglie sempre, come il padre del figlio prodigo, con un amore più intenso»9. Possiamo chiedere a Maria, madre di Misericordia, che non si stanchi mai di rivolgere a noi i suoi occhi misericordiosi, per aiutarci a ritornare ogni volta a Dio Padre.


1 San Giovanni Paolo II, Dives in misericordia, n. 3.

2 Papa Francesco, Misericordiae vultus, n. 9.

3 San Giovanni Paolo II, Omelia, 16-IX-2001.

4 Papa Francesco, Misericordiae vultus, n. 9.

5 San Paolo VI, Omelia, 23-VI-1968.

6 Concilio Vaticano II, Gaudium et spes, n. 19.

7 Benedetto XVI, Omelia, 24-IV-2005.

8 San Bernardo, Discorsi sul Cantico dei Cantici, Sermone 83.

9 San Josemaría, Appunti di una riunione di famiglia, 27-III-1972.