Meditazioni: Domenica della 32ª settimana del Tempo Ordinario (ciclo A)

Riflessioni per meditare nella domenica della 32ª settimana del Tempo Ordinario. I temi proposti sono: L’olio delle buone azioni; Nell’attesa dell’incontro con chi si ama; Un “sì” sempre attuale.

- L’olio delle buone azioni

- Nell’attesa dell’incontro con chi si ama

- Un “sì” sempre attuale


    Al tempo del Signore le nozze tradizionalmente venivano celebrate di notte. Per questo, gli invitati portavano con loro una lampada accesa. Riferendosi a questi usi, Gesù parla di alcune giovani che uscirono per aspettare lo sposo. «Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l'olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l'olio in piccoli vasi» (Mt 25, 2-4). All’udire che lo sposo stava arrivando, le donne stolte si resero conto di non avere olio e andarono a comprarlo. Proprio allora lo sposo è arrivato e soltanto le prudenti entrarono al banchetto. Le altre, quando tornarono, vennero mandate via perché ormai era troppo tardi.

    Con questa parabola, il Signore ci fa vedere che bisogna essere pronti quando arriva. «Non solo all’incontro finale, ma anche ai piccoli e grandi incontri di ogni giorno in vista di quell’incontro, per il quale non basta la lampada della fede, occorre anche l’olio della carità e delle opere buone. La fede che ci unisce veramente a Gesù è quella, come dice l’apostolo Paolo, "che si rende operosa per mezzo della carità" (Gal 5, 6)»[1]. Perciò, tanti autori hanno visto nell’olio «un simbolo dell’amore, che non si può comprare, ma si riceve come dono, si conserva nell’intimo e si pratica nelle opere»[2]. È questa la sapienza di cui parla la prima lettura di oggi: «è splendida e non sfiorisce,facilmente si lascia vedere da coloro che la amano e si lascia trovare da quelli che la cercano» (Sap 6, 12).

    La sapienza e la prudenza ci fanno approfittare della nostra vita terrena per illuminare gli altri con l’olio delle nostre opere buone. San Josemaría compose una preghiera allo Spirito Santo per chiedere la sua forza per non rallentare la risposta alla chiamata divino: «Illumina la mia intelligenza per conoscere i tuoi mandati. Fortifica il mio cuore contro le insidie del nemico. Infiamma la mia volontà… Ho ascoltato la tua voce e non voglio indurirmi e respingerti dicendo “Dopo… domani”. Nunc coepi! Ora! Non sia mai che il domani mi venga meno»[3]. E, in un punto di Cammino, scrisse: «Comportati bene “adesso”, senza ricordarti di “ieri” che è già passato, e senza preoccuparti di “domani”, che non sai se per te arriverà»[4]. Ogni giornata ci offre tante opportunità di conservare la lampada accesa: fare bene il nostro lavoro, avere dettagli di servizio con gli altri, curare i momenti che dedichiamo alla preghiera… In questi momenti possiamo uscire incontro al Signore che passa nella nostra vita e che un giorno ci aspetterà nell’incontro finale.


    Le giovani stolte avevano dimenticato il senso dell’attesa, che era l’incontro con lo sposo. Il loro comportamento è l’immagine di chi vive assolutizzando il presente, escludendo «ogni prospettiva sull’aldilà: si fa tutto come se non si dovesse mai partire per l’altra vita. E allora ci si preoccupa soltanto di possedere, di emergere, di sistemarsi… E sempre di più. Se ci lasciamo guidare da ciò che ci appare più attraente, da quello che mi piace, dalla ricerca dei nostri interessi, la nostra vita diventa sterile; non accumuliamo alcuna riserva di olio per la nostra lampada, ed essa si spegnerà prima dell’incontro con il Signore»[5].

    Il salmo di oggi rappresenta propriamente la preghiera di chi conserva la lampada accesa perchè ha messo le proprie speranze in Dio: «dall'aurora io ti cerco, ha sete di te l'anima mia, desidera te la mia carne in terra arida, assetata, senz'acqua» (Sal 63, 2). Tutto ciò che il salmista fa e sente è frutto del suo amore per il Signore. E per quanto questo possa creargli qualche difficoltà - stanchezza, sete, ansia -, in realtà esprime l’insoddisfazione dell’innamorato, che non può avere pace fino a che non abbia conquistata l’altra: tutti gli altri beni hanno ormai una relativa importanza, dato che ciò che realmente conta è stare con chi ama.

    Il fondatore dell’Opus Dei considerava che noi cristiani non dobbiamo avere paura dell’ultimo incontro con il Signore, dato che infine sarà un grande banchetto nuziale con l’amore della nostra vita. «Con ferma fiducia nella grazia di Dio, siamo pronti, fin da questo momento, con generosità, con fortezza, con amore alle cose piccole, ad accorrere all'appuntamento con il Signore portando le lampade accese»[6]. Vestiremo un abito di nozze «intessuto con l'amore di Dio che avremo saputo raccogliere fin nelle più minute occupazioni. Perché è da innamorati aver cura dei particolari, anche nelle azioni apparentemente senza importanza»[7].


    Per conservare accesa la lampada occorre rinnovare il desiderio di trovare Cristo. «Non basta – diceva san Josemaría – "stare" nella Chiesa e far passare gli anni. Nella nostra vita, vita di cristiani, la prima conversione — quel momento irripetibile, indimenticabile, in cui si vede con tanta chiarezza tutto ciò che il Signore ci chiede — è importante; però ancora più importanti e difficili sono le conversioni successive. Per agevolare l'opera della grazia divina che si manifesta in esse, occorre conservare un animo giovane, invocare il Signore, ascoltarlo, scoprire ciò che in noi non va, chiedere perdono»[8].

    La fedeltà ci fa cercare nuovi modi di trovare l’olio che tiene accesa la nostra lampada. Non è «una riproduzione meccanica di modelli del passato», ma è ricerca «creativa, disposta a scendere in profondità, aperta a nuove sfide, sensibile ai “segni dei tempi”»[9]. Così realizzeremo il nostro “sì” iniziale. Non è semplicemente un agire in ragione di un obbligo che prima abbiamo assunto e che ora rispettiamo, ma ricondurre questo “sì” al presente e riabbracciarlo nella situazione attuale.

    «La fedeltà nel tempo è il nome dell’amore»[10]. Il passare degli anni fa in modo che questo amore iniziale si dilati, perché è frutto di una scelta continuamente attuale. La Madonna rappresenta questa fedeltà dinamica. La sua vocazione a essere la Madre di Dio si è espressa in tante maniere diverse lungo la sua vita. E anche oggi continua a essere fedele a quella chiamata, aiutando i suoi figli a conservare accesa la loro lampada.


    [1] Francesco, Angelus, 8-XI-2020.

    [2] Benedetto XVI, Angelus, 6-XI-2020.

    [3] Preghiera composta da san Josemaría nell’aprile del 1934.

    [4] San Josemaría, Cammino, n. 253.

    [5] Francesco, Angelus, 8-XI-2020.

    [6] San Josemaría, Amici di Dio, n. 40.

    [7] Ibidem, 40-41.

    [8] San Josemaría, È Gesù che passa, n. 57.

    [9] San Giovanni Paolo II, Discorso, 10-VI-1997.

    [10] Benedetto XVI, Discorso, 12-V-2010.