Meditazioni: 6 ottobre, Anniversario della canonizzazione di san Josemaría

Riflessioni per meditare il 6 ottobre, anniversario della canonizzazione di san Josemaría. I temi proposti sono: San Josemaría lasciò operare Dio; La figura dei santi; Vicinanza e intercessione.

- San Josemaría lasciò operare Dio

- La figura dei santi

- Vicinanza e intercessione


Il 6 ottobre del 2002, in piazza di san Pietro, a Roma, ebbe luogo la canonizzazione di san Josemaría. Nell’omelia, san Giovanni Paolo II rilevò con particolare forza l’impegno del fondatore dell’Opus Dei a promuovere la santità dei cristiani nella vita di ogni giorno: «Non cessava, infatti, di invitare i suoi figli spirituali a invocare lo Spirito Santo per far sì che la vita interiore, la vita cioè di relazione con Dio, e la vita familiare, professionale e sociale, fatta tutta di piccole realtà terrene, non fossero separate, ma costituissero una sola esistenza "santa e piena di Dio"»[1].

Siamo tutti chiamati a stabilire una relazione con Gesù; una relazione che ci riempie progressivamente di pace perché ci fa capire di essere, ogni volta sempre più chiaramente, nelle mani di Dio, qualunque cosa accada. «La vita ordinaria di un cristiano che ha fede – affermava san Josemaría –, quando lavora o quando riposa, quando prega o quando dorme, in ogni momento, è una vita nella quale Dio è sempre presente»[2]. Questa concezione dell’esistenza guarisce le nostre interne divisioni e ci apre un orizzonte immenso, «Dio si fa vicino a noi e noi possiamo cooperare al suo piano di salvezza»[3]. Aprirsi all’azione dello Spirito Santo in noi – cioè, alla santità – significa contribuire a trasformare il mondo e portarlo sino a Dio.

Tuttavia, considerando questa missione, possiamo sentire che non è per noi, ma magari, per gente più preparata. «Ci può essere utile - ha scritto il prelato dell’Opus Dei - ricordare che Cristo non chiamò i suoi discepoli perché erano migliori degli altri, ma li convocò ben conoscendo le loro debolezze e – come fa anche con noi – la parte più profonda del loro cuore e del loro passato»[4]. Qualcosa di analogo ha potuto sperimentare san Josemaría quando fondò l’Opus Dei. Per questo il cardinale Ratzinger scriveva di lui: «E se Josemaría Escrivá parla della chiamata di tutti ad essere santi, mi sembra che nel fondo sta attingendo a questa sua personale esperienza di non aver fatto da sé cose incredibili, ma di aver lasciato operare Dio»[5].


Quando la Chiesa eleva un santo agli altari lo presenta come un possibile modello per l’imitazione di Cristo. Essi hanno vissuto la speranza cristiana; con la loro testimonianza ci mostrano che vale la pena seguire il Signore, che riempie la nostra vita di gioia e di pace, perfettamente compatibili con le più diverse circostanze esterne.

Allo stesso tempo, tutti i santi ci ricordano che la vita con Dio è una meta che non si raggiunge con le proprie forze, ma che è frutto della grazia divina. È Dio che li ha santificati, contando, certamente, sulle loro disposizioni libere e, molte volte, faticose. Non sono esempi inimitabili, «al contrario, sono persone che hanno vissuto con i piedi per terra; hanno sperimentato la fatica quotidiana dell’esistenza con i suoi successi e i suoi fallimenti, trovando nel Signore la forza di rialzarsi sempre e proseguire il cammino»[6]. San Josemaría diceva che la sua vita era cominciare e ricominciare varie volte, persino nel corso della stessa giornata; chiamava questo «spirito sportivo»: «Dà ottimi risultati intraprendere le cose serie con spirito sportivo... Ho perso diverse tornate? — Bene, ma — se persevero — alla fine vincerò»[7].

Il cammino verso la santità non è fatto solamente di atti eroici specifici, ma del molto amore quotidiano. Tutti possiamo amarci gli uni gli altri con l’attenzione e la delicatezza di Cristo. Nella vita dei santi vediamo questo «amore quotidiano» incarnato in gesti concreti: ci fanno vedere che dietro ogni persona che ci è vicina c’è «il Dio “nascosto” (Is 45, 15). Grazie a loro egli si rivela, si fa visibile, si rende presente in mezzo a noi»[8].

Ogni santo è, quindi, «come un raggio di luce che esce dalla parola di Dio»[9]. Essi ci fanno vedere i diversi aspetti del volto di Cristo e dei suoi insegnamenti. Come dice il Catechismo della Chiesa Cattolica, i santi «nella loro ricca diversità, riflettono la pura ed unica Luce dello Spirito Santo»[10]. «Santità non significa altro che più unione con Dio – diceva san Josemaría –; più intimità con il Signore, più santità»[11].


I santi «contemplano Dio, lo lodano e non cessano di prendersi cura di coloro che hanno lasciato sulla terra. Entrando nella « gioia » del loro Signore, essi sono stati stabiliti «su molto». La loro intercessione è il più alto servizio che rendono al disegno di Dio»[12]. I santi non solo ci indicano la via della santità, ma ci aiutano anche a percorrerla. La loro azione «non comprende solo la loro biografia terrena, ma anche il loro vivere ed operare in Dio dopo la morte. Nei Santi diventa ovvio: chi va verso Dio non si allontana dagli uomini, ma si rende invece ad essi veramente vicino»[13]. San Josemaría, e tanti suoi figli e figlie nell’Opus Dei, magari anche qualcuno che abbiamo conosciuto, vivono nel cielo, vicini a Dio, e intercedono per noi.

Veramente, questa logica della vicinanza e della intercessione c’è già nelle nostre relazioni. Un padre o un insegnante si sforzano di accompagnare il figlio o lo studente nei primi passi della loro vita: loro stessi si sono sentiti aiutati a suo tempo, e ora vedono come qualcosa di naturale fare la stessa cosa per le nuove generazioni. In modo analogo, anche i santi lottarono a loro volta per vivere vicini a Dio. Sperimentarono difficoltà simili alle nostre e ci ricordano che, per quanto sentiamo l’inclinazione verso il peccato, la santità ha più forza per fiorire. «Ogni volta che congiungiamo le mani e apriamo il cuore a Dio, ci ritroviamo in una compagnia di santi anonimi e di santi riconosciuti che con noi pregano, e che per noi intercedono, come fratelli e sorelle maggiori transitati per la nostra stessa avventura umana»[14].

La Vergine è presente nella vita di tutti i santi. L’unica cosa nella quale san Josemaría si proponeva come esempio era per il suo amore a Maria. «Madre mia!, - possiamo implorarla con parole del fondatore dell’Opus Dei – Tu puoi far sì che la mia anima si lanci nel volo definitivo e glorioso, che ha termine nel Cuore di Dio. Abbi fiducia, perché Lei ti ascolta»[15].


[1] San Giovanni Paolo II, Omelia, 6-X-2002.

[2] San Josemaría, Meditazioni, 3-III-1954, cit. in san Giovanni Paolo II, Omelia, 6-X-2002.

[3] San Giovanni Paolo II, Omelia, 6-X-2002.

[4] Mons. Fernando Ocáriz, Messaggio, 20-VII-2020.

[5] Card. Joseph Ratzinger, Osservatore Romano, “Lasciare fare a Dio”, 6-X-2002.

[6] Francesco, Angelus, 1-XI-2019.

[7] San Josemaría, Solco, n. 169.

[8] San Giovanni Paolo II, Angelus, 1-XI-1983.

[9] Benedetto XVI, Verbum Domini, n. 48.

[10] Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2684.

[11] San Josemaría, Amare la Chiesa, n. 22.

[12] Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2683.

[13] Benedetto XVI, Angelus, 1-XI-2010.

[14] Francesco, Udienza generale, 7-IV- 2021.

[15] San Josemaría, Forgia, n. 994.