L’Opus Dei e l’Indice dei libri proibiti

A volte si sente dire che l’Opus Dei ha un “indice dei libri proibiti”, in realtà non esiste alcun indice o censura. Piuttosto ai fedeli dell’Opus Dei si consiglia di informarsi sulle possibili letture, riguardanti la fede e la morale cattolica, per scegliere al meglio ciò che è più valido e utile a loro. Offriamo qui alcune considerazioni sul tema.

Il fondatore dell’Opus Dei, san Josemaría Escrivá, in alcune occasioni sottolineava l’importanza di scegliere con senso di responsabilità le proprie letture, consapevole del forte impatto che hanno nella formazione intellettuale e spirituale di ciascuno. Come insegna il Catechismo della Chiesa Cattolica: “il primo comandamento ci richiede di nutrire e custodire la nostra fede con prudenza e vigilanza e di respingere tutto ciò che le è contrario” (n. 2088). Incoraggiava quindi tutti i fedeli cristiani a valutare le proprie letture esercitando “la virtù della prudenza, con i consigli di persone avvedute” (Catechismo, n. 1788). Si tratta di un principio educativo di buon senso che da sempre i cristiani vivono. Lo stesso san Giovanni Paolo II ne parlava nel libro Alzatevi, andiamo!: “Ho sempre avuto questo dilemma: che cosa leggere? Cercavo di scegliere quello che era più essenziale. La produzione editoriale è così vasta! Non tutti i libri sono di valore o utili. Bisogna saper scegliere e chiedere consiglio riguardo a ciò che merita di essere letto” (p. 74).

I fedeli dell’Opus Dei, impegnati nelle professioni più varie e nei contesti sociali più disparati, sono liberi di leggere i libri che vogliono. Per molti di loro leggere è lavoro (professori, giornalisti, ecc.), per tutti vale l’invito a formarsi una cultura adeguata senza mai trascurare - al di là della propria professione e condizione - lo studio e le letture. Fa parte di questo desiderio di crescita culturale il prendere l’iniziativa e cercare testi che aiutino a progredire nel senso cristiano della vita.

Indice dei libri proibiti o consigli per le letture?

Anni fa nei centri dell’Opus Dei si poteva consultare un database con la valutazione di alcuni libri. Non si trattava affatto di un indice di libri o film proibiti ma di una raccolta informale di recensioni in continuo aggiornamento a cui ciascuno poteva contribuire, una specie di wikipedia pre-internet. Ne fece cenno il giornalista americano John Allen nel libro Opus Dei, la vera storia (Newton Compton editori, 2006) con un’intervista a Mons. Guillaume Derville, direttore spirituale della Prelatura, che spiegava la natura non ufficiale né sistematica della raccolta, che voleva essere un semplice aiuto. Il database adesso non esiste più, superato dalla praticità di internet: di fatto da alcuni anni esistono diversi siti web con recensioni bibliografiche redatte con una prospettiva cristiana. Alcuni esempi: mercatornet.com/bookreviews, aceprensa.com/section/libros, etc. Sono uno strumento per chi ha il desiderio di curare la propria formazione umana e cristiana. Come si può capire, lo scopo di questi siti, fatti da cattolici o da altri cristiani di diverse denominazioni, altro non è che quello di condividere un aiuto. La valutazione che offrono è in continua revisione, perché fatta con il contributo degli utenti.

La logica è la stessa che si adotta con le recensioni di film che si trovano in siti come imdb.com (il database di film più completo del web), che segnalano anche contenuti inappropriati in materia di nudità e sesso, droga, violenza, linguaggio sconveniente, ecc. In Italia ad esempio la Conferenza Episcopale offre un servizio di recensioni di film (cnvf.it), e lo stesso fanno diverse scuole, centri culturali e università cattoliche che offrono servizi analoghi. Ci sono tante altre iniziative spontanee (siti, blog) di persone che condividono recensioni per rispondere all’esigenza di scegliere contenuti costruttivi: familycinematv.it, cinemainfamiglia.net, rassegnacinema.blogspot.it, ecc.

Quello di scegliere i film e i libri, insomma, è un atto responsabile e libero per qualsiasi cristiano. E non ha nulla a che fare con indici di letture proibite. Ne ha parlato anche Papa Francesco a Sarajevo nel 2015: “Sapere scegliere i programmi, è questa una responsabilità nostra. Se io vedo che un programma non mi fa bene, mi butta giù i valori, mi fa diventare volgare, anche nelle sporcizie, io devo cambiare canale. Come si faceva nella mia età della pietra: quando un libro era buono, tu lo leggevi; quando un libro ti faceva male, lo buttavi”.

    Raffaele Buscemi