L'influenza dell'Opus Dei

In che senso l’Opus Dei può influire sugli avvenimenti del mondo e, in particolare, della Chiesa? In che modo la situazione attuale influisce sulla Prelatura?

I fedeli dell’Opus Dei influiscono sulla società principalmente attraverso la preghiera: tutti i laici e i sacerdoti, quasi 80.000, pregano quotidianamente per il Papa, per i Vescovi, per l’unità dei cristiani, per questo nostro mondo, che amano appassionatamente. Sono convinto che questa preghiera personale e individuale, ma nello stesso tempo compatta, che si innalza continuamente verso Dio dai cinque continenti, sia un gran bene per la Chiesa e per la società.

L’Opus Dei non ha una strategia globale di azione nella società. Tuttavia, lo spirito di santificazione del lavoro ordinario che anima i fedeli dell’Opus Dei, è di sprone affinché nella loro vita facciano del lavoro professionale un servizio efficace agli altri e uno strumento per promuovere la giustizia ed esercitare la carità con i propri simili. Nello stesso tempo, il lavoro è un’occasione di apostolato personale e, di conseguenza, di servizio alla Chiesa.

La situazione attuale del mondo influisce sull’Opus Dei nello stesso modo che influisce sulla Chiesa intera, perché la Prelatura dell’Opus Dei è una piccola parte della Chiesa. La diffusione attuale della secolarizzazione e dello spirito di autosufficienza rappresentano oggi una difficoltà reale, o almeno un sfida, per i nostri apostolati così come per quelli di tutta la Chiesa. Esistono però anche elementi positivi e, di fatto, nell’Opus Dei constatiamo quotidianamente che in tutto il mondo ci sono migliaia di giovani, e anche di uomini e donne di tutte le età, desiderosi di rispondere con generosità ed entusiasmo all’ideale di un cristianesimo vivo e esigente, simile a quello che i fedeli della Prelatura cercano di trasmettere.

Rozmawial Krzysztof, Agenzia "KAS" (Polonia), 17 maggio 1995. In qualche occasione Giovanni Paolo II ha parlato dell'Opus Dei come di una potenza: «il potente Opus Dei»...

Sì, ma immediatamente don Alvaro gli disse: «Santità, il nostro unico potere, la nostra unica forza, è la preghiera». E il Papa, facendo un cenno affermativo con la testa, rispose: «A questo mi riferivo». II Papa fu impressionato da una lettera che monsignor del Portillo gli scrisse dal santuario della Mentorella, nel 1978, all'inizio del suo pontificato. In quella lettera gli offriva tutto il tesoro dell'Opera: l'orazione e le Messe di ogni giorno, che allora erano 60.000 e ora saranno 74.000 o qualcosa di più.

Pilar Urbano, Studi Cattolici, giugno 1994