L’eco della Canonizzazione di Josemaría Escrivá nell’opinione pubblica internazionale

Come ha commentato la stampa mondiale la canonizzazione di Josemaría Escrivá? Riflessioni, tendenze e questioni di fondo degli articoli intorno al 6 ottobre 2002 analizzate da uno studio di Juan Manuel Mora, Professore di Comunicazione e Management presso l’Università Pontificia della Santa Croce a Roma. Riportiamo una breve sintesi. Il testo completo in spagnolo sul sito www.josemariaescriva.info.

Lo studio del prof. Mora, alla luce di tutti gli articoli pubblicati sulla stampa mondiale, traccia una panoramica sull'eco della canonizzazione di san Josemaría nell'opinione pubblica, dando alcuni elementi utili per una più completa visione del fenomeno. Il primo di questi elementi riguarda la consapevolezza che le beatificazioni e le canonizzazioni promosse da Giovanni Paolo II durante il suo pontificato hanno avuto un grande impatto sulle persone. Questa risonanza riguarda soprattutto il tema della santità , riportato all'attenzione dell'opinione pubblica internazionale dopo un lungo esilio.

L'emergere di una religiosità popolare non è incompatibile, d'altra parte, con il fatto che si diffondano critiche, poiché i santi non sempre sono politicamente corretti . Esistono infatti discrepanze non ancora superate fra le proposte della Chiesa e quelle che provengono dalla cultura dominante. D'altra parte ci sono eventi come il Giubileo dell'anno 2000, che hanno segnato quasi un decennio dell'informazione religiosa internazionale e hanno contribuito a diffondere un clima sereno e positivo nell'autocomprensione dell'essere della Chiesa e della sua missione nel mondo.

Oltre all'esposizione cronologica e tematica dei momenti principali dell'ultima fase della causa di Canonizzazione e la sua diffusione attraverso i mezzi di comunicazione, lo studio prende in considerazione, per la loro importanza pubblica, anche alcune attività realizzate in occasione del centenario della nascita di san Josemaría (9 gennaio 2002). A Roma, per esempio, il Congresso Internazionale sulla “Grandezza della vita quotidiana" – organizzato dall'Università della Santa Croce, dall'8 all'11 gennaio 2002 e che ha riunito professori e professionisti appartenenti a diverse aree geografiche e a diversi settori – ha attirato l'interesse dei mezzi di comunicazione, che in quell'occasione, hanno evidenziato la presenza di rappresentanti di diverse confessioni religiose, così come di leaders politici e sociali appartenenti a diverse correnti.

Lo studio sottolinea come, sin dai primi mesi dell'anno 2002, si evidenzia una crescita d'interesse verso le idee dell'opinione pubblica e un atteggiamento di serena riflessione, insieme a una più significativa qualità delle informazioni pubblicate nei mezzi di comunicazione d'ispirazione cristiana.

Fin dalla prima settimana d'ottobre, i mezzi di comunicazione italiani hanno riservato uno spazio considerevole ai preparativi della Canonizzazione. Intorno al 6 ottobre, oltre alla cronaca, sono stati pubblicati in quotidiani e riviste, articoli di fondo scritti da giornalisti specializzati. In essi sono state esposte valutazioni sulla percezione che essi hanno avuto dell'Opus Dei e del suo Fondatore. Di particolare interesse sono gli articoli di Henri Tincq su Le Monde, Joachim Fischer su Frankfurter Allgemeine Zeitung , Jacek Moskwa su Rzeczpospolita , e Frank Bruni sul New York Times . Henri Tincq in sostanza, conclude che il superamento degli antichi pregiudizi, ha fatto sì che l'Opus Dei possa “dare la sua misura e rispondere alla chiamata del suo fondatore: ricristianizzare la società, aiutare l'imprenditore, lo studente, il giovane immigrato, a difendere i valori della tradizione cristiana, offrendo loro mezzi di formazione, ritiri, tempi di orazione e pratiche di devozione".

Si potrebbe dire, in definitiva, che una parte del nuovo clima presente nell'opinione pubblica riguardo alla Chiesa consiste precisamente nell'esercitare con garbo l'arte della discrepanza , compito più impegnativo e raffinato che non quello dell'arte della coincidenza . A questo punto, si potrebbe, forse, completare la famosa espressione di Tertulliano ("si cessa di odiare quando si cessa di ignorare"), affermando che "si inizia a dialogare quando si inizia a rispettare".

Lo studio completo è raccolto nel volume VII dei “Cuadernos del Centro de Documentación y Estudios Josemaría Escrivá de Balaguer" dell'Università di Navarra.