​Cos'è la lettura spirituale

In che cosa consiste la lettura spirituale e che obiettivi ha? Qual è la sua origine? Perché san Josemaría inserì questa pratica tra le norme consigliate per configurare il piano di vita spirituale che era solito proporre ai cristiani?

Sommario

1. Il contesto storico della lettura spirituale

2. Il ruolo della lettura spirituale negli insegnamenti di san Josemaría


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La spiritualità cristiana intende per “lettura spirituale” la pratica regolare degli insegnamenti della Sacra Scrittura e di altri libri idonei a nutrire e mantenere viva la vita spirituale. San Josemaría inserì questa pratica tra le norme consigliate per configurare il piano di vita spirituale che era solito proporre e raccomandare come mezzo importante per stabilire un rapporto continuativo con Dio nelle circostanze della vita ordinaria e per formarsi un criterio utile a orientare adeguatamente il modo di comportarsi.

1. Il contesto storico della lettura spirituale

L’origine della lettura spirituale si trova nella lectio divina. Con questa espressione ci si riferisce a una lettura meditata della Parola di Dio, che richiede nel soggetto un atteggiamento attivo. Questi deve pregare, meditando il testo biblico e facendolo proprio, impegnando il proprio essere e la propria esistenza. “Consacrati, ti prego, a meditare ogni giorno le parole del tuo creatore. Imparerai a conoscere il cuore di Dio nelle parole di Dio”[1]. I Padri della Chiesa proposero la lettura della sacra pagina – o della Bibbia – a tutti i cristiani. Nella pratica la lectio divina fu adottata soprattutto nei monasteri, dove occupò un posto di primo piano tra i mezzi ascetici[2].

Durante i secoli XIV e XV la pratica della lettura raggiunse una maggiore diffusione tra il popolo cristiano grazie alla devotio moderna, una corrente spirituale che promuoveva una “pietà pratica e metodica”, che, ricorrendo a un’antica espressione, fu chiamata devozione[3]. Il loro ascetismo, centrato sulla imitazione di Cristo e nella interiorità, fece della lectio “un esercizio spirituale autonomo e specifico”[4].

Si può affermare che la lettura ha come obiettivi quello di edificare, consolare e fortificare l’animo; è un alimento che orienta verso la preghiera, illumina la carità e induce a pregare[5]. Unisce, dunque, due dimensioni inseparabili: stimola l’amore verso Gesù Cristo (affectus) e migliora la conoscenza della dottrina cristiana (intellectus).

2. Il ruolo della lettura spirituale negli insegnamenti di san Josemaría

Inserendo la lettura spirituale nelle pratiche di pietà[6], san Josemaría divulgò questo mezzo ascetico fra i cristiani di tutti gli ambienti e di tutte le categorie sociali. Raccomandava di dedicare continuamente, se possibile ogni giorno, alcuni minuti a questa pratica. In questa raccomandazione comprendeva la lettura della Bibbia, specialmente del Nuovo Testamento, e anche di altri libri di spiritualità cristiana. Riteneva essenziale che la si facesse con vero raccoglimento e cercando di approfittare del testo per un proprio dialogo con Dio e per migliorare il comportamento personale.

Secondo quel che ricorda Álvaro del Portillo, il suo collaboratore più diretto, ogni giorno san Josemaría “dedicava un certo tempo alla lettura meditata del Nuovo Testamento. Spesso annotava qualche frase appena letta, per servirsene in seguito nella predicazione, nello scrivere, nell’orazione mentale del pomeriggio, ecc.”[7]. Per quanto riguarda la scelta dei testi, “faceva la lettura spirituale preferibilmente sulle opere dei Padri e dei Dottori della Chiesa. Era raro il caso in cui, al termine, non si soffermasse a prendere nota di espressioni o idee che lo avevano colpito: segno non soltanto dell’attenzione con cui svolgeva tale pratica di pietà, ma anche dell’importanza che vi attribuiva”[8].

L’importanza della lettura spirituale è in funzione di una realtà centrale nella vita cristiana: l’incontro personale con Cristo e l’identificazione con Lui. A tal fine è indispensabile la lettura del Nuovo Testamento, con i racconti evangelici della vita del Signore, gli Atti e le lettere apostoliche. La loro lettura meditata porta a inserire la vita di Cristo nella propria esistenza e si riflette necessariamente sul comportamento: “Fossero tali il tuo contegno e la tua conversazione che tutti, nel vederti e nel sentirti parlare, potessero dire: ecco uno che legge la vita di Gesù Cristo”[9]. Ecco perché ha una grande importanza anche per l’attività apostolica, come rispecchia un consiglio che, come racconta mons. Álvaro del Portillo, san Josemaría diede ai primi sacerdoti dell’Opus Dei e che ha un valore universale: raccomandò loro vivamente di dedicare tempo “a leggere e meditare attentamente la Scrittura; insisteva nel raccomandarci con insistenza di accostarci a essa con molta fede, perché soltanto così, soltanto portando ogni anima al dolce incontro con Cristo, avremmo poi potuto contagiare negli altri l’amore e il desiderio di identificarci con Lui”[10].

La lettura di altre opere spirituali, pur avendo dimensioni diverse, deve sempre essere in rapporto con il nucleo della vita cristiana, e dunque con il Vangelo, con Cristo. “Per avvicinarci a Dio dobbiamo intraprendere la via giusta, che è la santissima umanità di Cristo. Per questo, da sempre ho consigliato la lettura di buoni libri che narrino la Passione del Signore. Tali scritti, pieni di sincera devozione, ci fanno pensare al Figlio di Dio, Uomo come noi e vero Dio, che ama e che soffre nella sua carne per la redenzione del mondo”[11]. Uno dei primi fedeli dell’Opus Dei, Ricardo Fernández Vallespín, riferì che durante il suo primo colloquio con san Josemaría questi “prese un libro da lui utilizzato e sulla prima pagina, a mo’ di dedica, scrisse queste tre frasi: + Madrid – 29-V-1933. Cerca Cristo. Trova Cristo. Ama Cristo. Il libro era «La Historia de la Pasión» di padre Luis de la Palma”[12].

Oltre a una migliore conoscenza di Cristo, la lettura contribuisce ad alimentare il dialogo con Dio ed è un mezzo per ottenere la presenza di Dio nella vita ordinaria e orientare debitamente la vita stessa. “Nella lettura – mi scrivi – formo il deposito di combustibile. – Sembra un mucchio inerte, ma è da lì che la mia memoria trae spesso, spontaneamente, il materiale che riempie di vita la mia orazione e accende il mio ringraziamento dopo la Comunione”[13]. Per questo consigliava, anche in circostanze difficili: “Non tralasciare la lettura spirituale. La lettura ha fatto molti santi”[14].

San Josemaría raccomandava la lettura come mezzo per la formazione dottrinale-religiosa perché si rivolge sia al cuore che all’intelligenza. Sottolineava che la ricerca della santità e l’apostolato nell’Opus Dei debbono avere per fondamento la dottrina, la fede della Chiesa e, per acquisire tale dottrina, occorre tempo e studio. Attraverso questo mezzo, il cristiano matura le conoscenze e le disposizioni che lo fanno diventare una persona solida nelle sue convinzioni e nel suo amore per Cristo[15].

José Manuel Martín

Voce del Dizionario di San Josemaría


[1] San Gregorio Magno, Ep. 4, 31.

[2] Cfr. J. Rousse – H.J. Sieben – A. Boland, “Lectio divina et lecture spirituelle”, in Marcel Viller et al. (eds.), Dictionnaire de spiritualité ascétique et mystique. Doctrine et histoire, VIII, col. 475, Beauchesne, Paris 1974.

[3] Cfr. J. Sesé, Historia de la espiritualidad, EUNSA, Pamplona 2005, p. 179.

[4] Cfr. J. Rousse – H.J. Sieben – A. Boland, “Lectio divina et lecture spirituelle”, in Marcel Viller et al. (eds.), Dictionnaire de spiritualité ascétique et mystique. Doctrine et histoire, VIII, col. 490, Beauchesne, Paris 1974.

[5]Ibidem., col. 497.

[6] Andrés Vázquez de Prada, Il Fondatore dell’Opus Dei. La biografia di San Josemaría Escrivá (1902-1975), II, Leonardo Int., Milano 2003, p. 477.

[7] Álvaro del Portillo, Intervista sul Fondatore dell’Opus Dei, Ares, Milano 2014, pp. 57-58.

[8]Ibidem, p. 164.

[9] San Josemaría, Cammino, Ares, Milano, 2; cfr. Idem, Camino. Edición crítico-histórica preparata da Pedro Rodríguez, Rialp, Madrid 20043, p. 218.

[10] Álvaro del Portillo, Intervista sul Fondatore dell’Opus Dei, Ares, Milano 2014, pp. 167

[11] San Josemaría, Amici di Dio, Ares, Milano, 299.

[12] San Josemaría, Camino,Edición crítico-histórica preparata da Pedro Rodríguez, Rialp, Madrid 20043, p. 553; cfr. Idem, Cammino, Ares, Milano, 382.

[13] San Josemaría, Cammino, Ares, Milano, 117

[14] San Josemaría, Cammino, Ares, Milano, 116; cfr. Idem, Camino. Edición crítico-histórica preparata da Pedro Rodríguez, Rialp, Madrid 20043, p. 319.

[15] San Josemaría, Camino,Edición crítico-histórica preparata da Pedro Rodríguez, Rialp, Madrid 20043, p. 535.

Altra bibliografia

Benedetto XVI Es. Ap. Verbum Domini, 2010

Lucio Coco L’atto di leggere. Il mondo dei libri e l’esperienza della lettura nelle parole dei Padri della Chiesa, Qiqajon, Milano 2004

Id. La lettura spirituale. Scrittori cristiani tra Medioevo ed età moderna, Sylvestre

Bonnard, Milano 2005

R. Garrigou-Lagrange Le tre età della vita interiore, I, ed. Vivereln, 2016

Javier Sesé Historia de la espiritualidad, EUNSA, Pamplona 2005