La famiglia è l'antidoto alla crisi

Il 9 ottobre si è tenuto a Nuoro un convegno sul valore della famiglia nella società e sulle sue potenzialità come antidoto alla crisi economica e di valori.

Nella famiglia fioriscono la cooperazione, la solidarietà, il dialogo, la trasparenza e la condivisione di valori. Questo produce degli effetti positivi nel sistema economico, fornendo le basi per l’imprenditorialità e formando nuovi cittadini. Oggi è fondamentale parlare di famiglia e del suo ruolo nella società.

Solo la famiglia racchiude in se tutte queste cose che consentono di realizzare e produrre i suoi effetti nel sistema economico. Non solo la famiglia continua ad essere il vero incubatore dell’operosità italiana. Ai primi deboli segnali di ripresa economica occorrebbe quindi occuparsi sempre di più di famiglia e del suo ruolo nella società.

Questi ed altri gli importanti temi sono stati oggetto del convegno svoltosi a Nuoro il 9 ottobre scorso dal titolo: “La famiglia che resiste alla crisi”.

L’evento promosso dal Centro Culturale “Delle Fontane” (in cui la formazione spirituale è affidata all'Opus Dei) con la collaborazione di Confcommercio, Associazione 50&+, Terfidi e Comune di Nuoro e moderato dal giornalista RAI Gianni Garrucciu ha visto l’intervento di relatori di rilievo quali: Giulio Sapelli noto storico dell’economia, professore presso l’Università Statale di Milano, Mariolina Ceriotti Migliarese neuropsichiatra infantile e psicoterapeuta, Agostino Cicalò imprenditore e presidente della Confcommercio di Nuoro, il vescovo e il sindaco di Nuoro.

Come evidenziato dalla stampa locale, intervenuta a dare eco al dibattito, il risvolto economico è solo una parte del problema. Dopo l’introduzione del giornalista Gianni Garrucciu, i primi allarmi li ha evidenziati il sindaco Andrea Soddu: «Nel nostro territorio abbiamo il 35 per cento di dispersione scolastica, la più alta in Italia. Tra gli effetti diretti, nella fascia tra i 14 e i 18 anni, molti ragazzi né studiano, né lavorano e vivono senza una prospettiva».

Il vescovo di Nuoro, mons. Mosè Marcia, ha citato le cause. Quella contingente: «La famiglia non è sostenuta a dovere dalle istituzioni». Quella culturale: «L’istituzione familiare non viene compresa e valorizzata in quelli che sono gli aspetti dell’unità e della solidarietà capace di combattere la crisi». Una prospettiva: «Scoperchiare il tetto della famiglia e fare emergere le ricchezze».

Obiettivi e passaggi esaminati dalla dott.ssa Ceriotti Migliarese con sottolineature semplici e chiare che si basano sui comportamenti: «La crisi della famiglia è innanzitutto di identità, culturale prima che di ruolo tra l’uomo e la donna. Due figure con differenze naturali, che si tende a ridurre o addirittura cancellare». Tra i danneggiati proprio il matrimonio: «Non parlo tanto del connubio religioso, che è un qualcosa in più, ma dell’unione coniugale come momento fondante di un soggetto con un proprio nome». L’economia e il grado di benessere materiale: «Il venir meno di certezze economiche è stata causa di tante rotture coniugali. In certi casi è riuscita a intaccare la stima tra coniugi, in particolare quando l’uomo con la perdita del lavoro si è trovato a rivestire un ruolo marginale nella casa». La psicoterapeuta ha inserito tra i mali anche la carenza di dialogo e la perdita di ritmicità e ritualità.

Letture e cause sposate dal professor Giulio Sapelli con l’aggiunta della sua analisi: «È importante investire nella famiglia anche per la capacità di creare domanda effettiva di beni e servizi, oltre che per l’essere cellula della società. Il governo deve superare rapidamente le politiche restrittive. Altra cosa da fare è aiutare quei 3 milioni di italiani, soprattutto giovani, che oggi non studiano né lavorano». Nella sua riflessione il professore non rinuncia a ribadire le sue predilezioni di politica economica. «L’economia che va bene è quella che esporta e a maggior ragione in terre poco popolate come la Sardegna».

«Possiamo riprenderci prima perché, da piccoli quali siamo, la nostra caduta è stata meno rovinosa», ha concluso Agostino Cicalò, presidente di Unioncamere e Confcommercio.