Incontro interdiocesano al Castello di Urio

Mons. Lanfranchi: passare dall’ “io” al “noi”. La comunione fra i presbiteri non è solo un’esigenza pratica né obbedisce a motivi di affinità, ma appartiene al piano ontologico degli effetti del sacramento dell’ordine.

Questo il nucleo dell’intervento di mons. Antonio Lanfranchi, Arcivescovo di Modena, all’Incontro di studio per sacerdoti tenutosi l'1 e 2 marzo al Castello di Urio (Como) e organizzato da “Iniziative Culturali Sacerdotali”.

Titolo di quest’anno, «Identità e sviluppi della fraternità sacramentale dei presbiteri», tema quanto mai sentito in un momento che vede la riorganizzazione di molte diocesi italiane in forme che richiedono dai sacerdoti una maggiore collaborazione reciproca e convivialità. In sostanza, ricordava Lanfranchi, questa non deriverà da istanze «logistiche» ma dalla riscoperta di una dimensione fondamentale del sacramento ricevuto: la comunione tra i presbiteri è una parte della comunione intrinseca alla Chiesa, la quale è mistero di comunione e missione. Essere presbiteri oggi significa passare da una vocazione percepita come «mia» (e la vocazione è sempre personale) a una chiamata (o missione) vissuta come «nostra». Passare, aggiungeva, dall’asse parroco-parrocchia all’asse presbiterio-parrocchia. Una tale prospettiva richiama necessariamente una conversione spirituale, culturale e pastorale, e una formazione adatta.

E' il compito che è stato raccolto da mons. Mario Rollando, docente di teologia spirituale e delegato del Vescovo di Chiavari per la formazione del clero che ha sviluppato una disamina delle disposizioni e virtù relazionali che sono richieste oggi per la fraternità sacerdotale. "C'è fraternità a condizione che l'essere insieme costituisca il luogo dei volti". Per il relatore, dai più recenti documenti magisteriali sul presbitero "emerge un elogio dell'umano, come manifestazione del nostro discepolato evangelico". Il prete, reso esperto in umanità dal suo compito pastorale, deve imparare a fare esperienza della sua umanità e a trovare nel presbiterio un luogo dove portarla a maturazione. Dal volto umano del presbitero traspare quello cristiano e fraterno.

Partecipavano all’incontro una sessantina di sacerdoti provenienti da varie diocesi, che si sono intrattenuti in densi dibattiti e scambi di esperienze. È da oltre trent’anni che il Castello di Urio vede svolgersi questi brevi ma intensi convegni volti a offrire un positivo contributo alla formazione permanente del clero. “Iniziative Culturali Sacerdotali” (icsacerdotali@davide.it) nasce dal comune impegno di sacerdoti della Prelatura dell’Opus Dei e di varie diocesi italiane con il progetto di promuovere incontri di studio e di aggiornamento pastorale, occasioni di fraternità sacerdotale e corsi di spiritualità per sacerdoti diocesani.