«Fascino e mistero della Maddalena»

Lo scrittore Mario Bagnara: «Una figura fondamentale del Vangelo. "Il codice da Vinci"? Falsità»

Di lei sappiamo poco, pochissimo, eppure non smette di affascinarci e incuriosirci. È Maria Maddalena, la donna che segui Gesù fino ai piedi della croce, e che fu la prima ad avere certezza della Resurrezione. A questa misteriosa e potente figura femminile è dedicato l'ultimo testo di Mario Bagnara, "L'ultimo cliente", in scena da lunedì prossimo al Teatro Duse con la regia di Fabio Cavalli e l'interpretazione di Cristina Borgogni e Paolo Lorimer. La produzione è di Ciclope, in collaborazione con il Centro Studi Enrico Maria Salerno. Oggi alle 17.30 alla Corte si svolgerà un incontro sull'iconografia di Maddalena, con Bagnara e Don Claudio Paolocci, in cui verranno mostrate in diapositiva le riproduzioni di alcuni dei più celebri dipinti dedicati a Maddalena.

Bagnara, è affascinato dal personaggio di Maddalena?

«Per lei ho un debole, ne avevo già scritto. In “L’ultimo cliente", con cui ho vinto 11 premio Enrico Maria Salerno nel 2002, immagino che Maddalena, il sabato prima della Resurrezione, riceva la visita di Nadir, che era il suo ultimo cliente quando faceva la prostituta. Lui le offre una vita comoda, agiata, tranquilla, a patto che rinunci alla speranza nel Cristo. Lei è piena di dubbi, e tentata di accettare. In fondo Gesù ha promesso di risorgere ma questo non è ancora avvenuto. Pero, in cuor suo, crede. E la sua scelta e gia stata compiuta. C'e anche un terzo personaggio, che non si vede mai, che non parla. E' Maria, la madre di Gesù. E' chiusa in una stanza a fianco, non parla, non mangia, da quando hanno crocifisso suo figlio. Maddalena si rivolge a lei più volte ma senza mai ottenere risposta. Mentre sul cliente si scoprirà qual cosa di importante...».

Che cosa la colpisce di Maddalena?

«E' il personaggio più importante del Vangelo, dopo Maria. E' stata l'unica a credere sempre, fino in fondo, a Gesù, mentre i discepoli dopo la crocifissione lo hanno rinnegato. E infatti e a lei che Gesù sceglie di apparire, una volta risorto. E' la prima dei discepoli, anche se la Chiesa, non certo femminista, ha vissuto con un po’ di imbarazzo questa sua importanza, che è stata messa in disparte».

A proposito di Chiesa e femminilità : che cosa pensa del "Codice da Vinci"?

«Ho scritto "L'ultimo cliente" nel 2001, ho vinto il Premio Salerno nel 2002, un anno prima che Dan Brown pubblicasse il libro. Tutti quei materiali che lui ha usato li avevo già consultati e scartati perché inattendibili. Da cattolico, sono prevenuto e un po' irritato verso Dan Brown, perché presenta le sue tesi come se fossero vere, mentre non c'è nulla di storico e nemmeno di letterario. Il romanzo è tendenzioso, offensivo verso la Chiesa e l'Opus Dei. Se avesse insultato così altre religioni. sarebbe scoppiato l'inferno, invece Brown non rischia nulla perchè per fortuna la Chiesa cattolica, perlomeno ai tempi nostri, non reagisce con violenza, al massimo critica».

Come ha fatto il cardinal Bertone.

«Lo capisco. Il rischio è quello di fare ancora più pubblicità al romanzo, però il tentativo di fare chiarezza è giusto».

Chi era per lei Maddalena?

«Non è mai stata l'amante di Gesù. E secondo me era una prostituta, in questo seguo la tradizione, mentre oggi non tutti concordano. Ma su di lei non esistono fonti, se non pochi passi del Vangelo. Nel libro di Luca si parla di una peccatrice, che secondo la tradizione coincide con la donna che era ai piedi della Croce. Sempre da Luca si evince che Maddalena sosteneva Gesù con i suoi averi; aveva dunque una sua autonomia economica, questo rafforza la tesi che fosse una prostituta. Anche perché altrimenti non avrebbe potuto seguire Cristo per tre anni, liberamente. Maddalena era forse una cortigiana, magari anche colta. Ma in realtà si tratta di congetture».

Lei si è ispirato al Vangelo con "L'uomo di Arimatea" e "L'ultimo cliente". Che ne pensa dell'utilizzo che cinema e tv fanno degli episodi biblici?

«Io sto cercando di accreditarmi come scrittore cattolico. Gli argomenti biblici sono i più gettonati, ma spesso sono affrontati da persone che non credono, e che li usano per provocazioni o scandali. Per me il teatro è un modo per approfondire cose in cui credo».

"The Passion" di Mel Gibson è fatto da uno che ci crede, ma ha fatto discutere comunque.

«Non approvo l'uso della violenza a fini spettacolari, e non mi piacciono gli integralisti, Mel Gibson lo è. Pero non si è inventato nulla. I Vangeli sono pudici su questo, ma flagellazione e crocifissione erano cose atroci. Gibson almeno si è basato su cose vere, al contrario di Dan Brown...».

Il suo prossimo testo?

«Sarà dedicato alle annunciazioni che compaiono nei Vangeli, anche apocrifi, si chiamerà probabilmente "L'angelo di Dio"».

Anna Parodi // Corriere Mercantile